Matteo 13, 54-58: "Giuseppe...". (Commento di don Davide Arcangeli)



Testo del Vangelo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Meditazione
Giuseppe è il santo silenzioso e spesso dimenticato, che non ha bisogno di suoi momenti di protagonismo. Egli ha saputo farsi da parte, fidandosi dell’azione di Dio nel grembo di Maria e nella vita della sua famiglia.  Egli ha saputo servire con umiltà e concretezza, giorno per giorno, senza momenti di gloria o particolari attestazioni di stima da parte di altri. Egli ha saputo custodire il tesoro della Parola di Dio, a partire dal sogno che lo ha guidato, con saggezza e perseveranza. Egli, come Abramo, Isacco, Giacobbe e lo stesso Giuseppe suoi padri, ha saputo fidarsi, contro ogni speranza ed evidenza, della Parola di Dio, senza poter mai vedere il frutto e il compimento della promessa che Dio gli aveva fatto. 
Non si è mai scoraggiato, ha fatto quello che doveva fare, servo inutile eppure così necessario: ha lavorato e insegnato al figlio dell’uomo l’arte del lavoro. Ha pregato e insegnato al figlio dell’uomo l’arte della preghiera. Ha amato come padre e ha condotto il figlio dell’uomo a disegnare nel suo cuore il volto del Padre sul suo modello. Eresia! Il Figlio di Dio ha imparato da Giuseppe a pregare il Padre? Non era lui da sempre in comunicazione piena col Padre? Certo…eppure umanamente, secondo le usanze ebraiche, ha imparato da Giuseppe a recitare lo shemà Israel (Ascolta Israele): le parole erano quelle imparate da Giuseppe, la risonanza che esse avevano percorreva la profondità del mistero del Figlio, la sua coscienza di essere Figlio. Che grande mistero: il padre umano insegna al Figlio di Dio a pregare il Padre Suo. Che il Figlio fosse già in piena comunicazione con il Padre, anche nella sua umanità, non possiamo discuterlo, ma osiamo credere che nel dialogo che la sua umanità ha intessuto con il Padre, il sorriso buono e giusto di Giuseppe abbia giocato un ruolo importante.  

 

Recita
Gennj Fabbrucci

Musica d sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Davide Arcangeli

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