Luca 14,1.7-14: "Invitati a nozze...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Meditazione
L’altro giorno ho incontrato una coppia di ragazzi per le loro pratiche matrimoniali e fra una battuta e l’altra mi dicevano preoccupati: non pensavamo fosse così difficile fare la scelta degli invitati.
Proprio vero. La scelta degli invitati mette in crisi e chi la fa ma soprattutto chi la riceve. Quante volte sento la lamentela o semplicemente la delusione di chi non viene invitato o di chi mi viene a dire con disgusto: pensa non ha invitato il tale o il tal altro.
Queste dinamiche si scatenano soprattutto in occasione di grandi eventi come una festa di nozze, o un compleanno, o una festa di Prima Comunione, anche perché sono vetrine sociali di una certa importanza.
Purtroppo, se andiamo a scavare, dietro ci sono sempre delle pretese o peggio delle pretenziosità. Cioè siamo poco liberi, abbiamo sempre bisogno di conferme e ogni esclusione lascia segni indelebili. Siamo fatti così.
Soprattuto uno più è carico di onori e più la sua esclusione sarà fatale sotto il profilo psicologico. Una ferita narcisista è difficilmente recuperabile.
Ecco, Gesù vedendo tutte queste dinamiche a tavola tira fuori la parabola che abbiamo appena ascoltato. E trova una soluzione.
"Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti".
Io credo che questa parabola debba essere appropriata per una parrocchia. A volte le parrocchie sono un po' come la festa di nozze del Vangelo. Si invitano sempre gli stessi e tutti ambiscono ai primi posti. Poi le invidie, le gelosie e le frustrazioni mai elaborate di chi viene sfrattato dal podio che saliva stancamente da anni. Insomma bisognerebbe fare proprio come nel Vangelo: far entrare tutti i più scalcinati. Proprio questa sera celebravo Messa ed è andata a leggere una signora che ha sbagliato la prima Lettura, poi ne è arrivata un' altra che leggendo la seconda l’ha conclusa non con "Parola di Dio" ma con "Alleluia alleluia". Allorché la gente non sapeva cosa rispondere, perché alla Messa tutti attendono la parola magica per rispondere correttamente. Così mi son messo le mani nei pochi capelli che ho, ma alla fine, quando ho proclamato il Vangelo mi son detto: beh, Gesù volevi degli scalcinati al banchetto? Eccoci qua!

Recita
Miriam Mosca

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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