Luca 14, 12-14 con il commento di don Franco Mastrolonardo



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Meditazione
L’altro giorno ho incontrato una coppia di ragazzi per le loro pratiche matrimoniali e fra una battuta e l’altra mi dicevano preoccupati: non pensavamo fosse così difficile fare la scelta degli invitati.
Proprio vero. La scelta degli invitati mette in crisi e chi la fa ma soprattutto chi la riceve. Quante volte sento la lamentela o semplicemente la delusione di chi non viene invitato o di chi mi viene a dire con disgusto: pensa non ha invitato il tale o il tal altro.
Queste dinamiche si scatenano soprattutto in occasione di grandi eventi come una festa di nozze, o un compleanno, o una festa di Prima Comunione, anche perché sono vetrine sociali di una certa importanza.
Purtroppo, se andiamo a scavare, dietro ci sono sempre delle pretese o peggio delle pretenziosità. Cioè siamo poco liberi, abbiamo sempre bisogno di conferme e ogni esclusione lascia segni indelebili. Siamo fatti così.
Soprattuto uno più è carico di onori e più la sua esclusione sarà fatale sotto il profilo psicologico. Una ferita narcisista è difficilmente recuperabile.
Ecco, Gesù vedendo tutte queste dinamiche a tavola trova una soluzione.
"Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti".
Io credo che questa parabola debba essere appropriata per una parrocchia. A volte le parrocchie sono un po' come la festa di nozze del Vangelo. Si invitano sempre gli stessi e tutti ambiscono ai primi posti. Poi le invidie, le gelosie e le frustrazioni mai elaborate di chi viene sfrattato dal podio che saliva stancamente da anni. Insomma bisognerebbe fare proprio come nel Vangelo: far entrare tutti i più scalcinati.

Recita
Daniela Santorsola

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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