Baruc 1,15-22 con il commento di Elena Fabbri



Dal libro del profeta Baruc
Bar 1,15-22 

Testo del brano
Il Signore, nostro Dio, la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per l’uomo di Giuda e per gli abitanti di Gerusalemme, per i nostri re e per i nostri capi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, perché abbiamo peccato contro il Signore, gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, che diceva di camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messo dinanzi. Dal giorno in cui il Signore fece uscire i nostri padri dall’Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore, nostro Dio, e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce. Così, come accade anche oggi, ci sono venuti addosso tanti mali, insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciato per mezzo di Mosè, suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall’Egitto per concederci una terra in cui scorrono latte e miele. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, secondo tutte le parole dei profeti che egli ci ha mandato, ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore, nostro Dio.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Gandhi. Frozen in Love. Licenza della raccolta audio di YouTube

Meditazione
Elena Fabbri

Meditazione
Leggendo questo brano la parola che più mi colpisce e mi stupisce è: «fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore, nostro Dio, e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce». Quante volte nella mia vita mi capita ostinatamente di non ascoltare la voce di Gesù, la voce che spesso ascolto è la mia, forse ancor più oggi di quando ero giovane.. L’autodeterminazione per me è veramente un’arma a doppio taglio. Per fortuna nella mia storia, nella mia vita, il Signore è stato più ostinato di me. Tanto mi ama da lasciarmi sempre libera, ma tanto mi ama da aspettarmi in tutte le pieghe e gli angoli della vita, che non scorrono mai lineari. Sì al libero arbitrio e all’ immensa libertà di scelta che ho, ma sento sempre l’abbraccio paterno del Padre al “figliol prodigo” che lo aspetta a prescindere da tutto, dagli errori, dalle cadute e dai tradimenti. Mi sento, nella vita, sempre aspettata e accolta, anche quando la consapevolezza dell’errore brucia come sale su una ferita aperta, ed è proprio qui che, sperimentando la misericordia di Dio, riesco a ridire il mio sì quotidiano.

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