XII Stazione: Gesù muore sulla croce



Dal Vangelo secondo Matteo 27, 45-50.54
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Eloì, Eloì, lemà sabactàni", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!".E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".


Meditazione
Gli esclusi dalla nostra comunione
Guardare a te che muori sulla croce, significa fare nostra la tua logica secondo la quale non è la potenza, il trionfo, l'esercizio del potere sugli altri che salvano, ma solo una vita offerta per amore, nell'apparente fallimento, ma nella accoglienza di quella stupenda sapienza per cui una debolezza che appare folle e scandalosa è invece il segno della tua potenza divina e l'inizio di un nuovo stile di vita veramente fraterno.
Don Abbondio diceva che chi non ha il coraggio non se lo può dare, ma noi spesso abbiamo tradito il tuo dono e la tua forza perché noi siamo stati deboli non volendo sacrificarci per chi in questo mondo non ha potere. A volte poi ci siamo accaniti per renderli ancora più impotenti, perché non venissero a sconvolgere le nostre abitudini o i nostri privilegi.
Abbiamo ucciso la vita e la speranza in tanti che abbiamo irrimediabilmente condannato e allontanato da noi, senza saper discernere e senza distinguere tra l'errore e l'errante: negli atei, quando abbiamo dimenticato che forse lo sono diventati per la debolezza della nostra fede e della nostra testimonianza di vita cristiana, per la delusione di non aver trovato il vero volto di Dio che pure cercavano; in chi segue altre religioni, quando abbiamo trascurato la loro sincera ricerca di Dio; in chi appartiene ad altre confessioni cristiane, quando abbiamo sottovalutato che spesso le divergenze non sono così importanti, oppure sono frutto di fraintendimenti datati, oppure sono sfaccettature della Verità che dobbiamo ancora accogliere; in chi si è sposato civilmente e si è sentito considerare pubblico peccatore, quando forse la sua scelta era più coerente di tanti che si sposano in chiesa per pura tradizione; in chi, dopo aver divorziato, si è risposato, quando abbiamo ritenuto irrilevante il fatto che queste nuove famiglie cercavano di vivere secondo i tuoi valori; nei preti che si sono sposati, quando abbiamo dimenticato che l'obbligo del celibato è solo una disciplina ecclesiastica rivedibile e abbiamo disprezzato la loro convinzione di rispondere ad una nuova vocazione non contraddittoria, stando alla stessa Scrittura, con la precedente; in chi, in politica, si è espresso con un voto diverso dal nostro, quando abbiamo privilegiato l'appartenenza ad un partito rispetto alla gioia di trovare, anche fuori dei nostri schieramenti, persone appassionate degli autentici valori dell'uomo; nei malati di AIDS, quando abbiamo pensato che fossero così perché tu li avevi puniti per i loro errori; in chi ha, in vari modi, sbagliato, quando, tradendo la tua ottica misericordiosa, abbiamo sopravvalutato il passato rispetto al presente e all'impegno per il futuro; in chi ha impugnato le armi per difendere dall'ingiustizia milioni di persone, quando abbiamo dimenticato che affermare coraggiosamente il valore della non violenza non può esimerci dal cercare di comprendere chi, nel concreto, si sente costretto a scelte drammatiche diverse; nei profeti di oggi, quando, pur chiedendo perdono per aver condannato ingiustamente quelli di ieri, abbiamo reso più grave la nostra ipocrisia nel bollarli come incompetenti e scandalosi innovatori, e così abbiamo ancora una volta dimostrato di non credere alla presenza misteriosa del tuo Spirito.
Gesù, tu che sei morto sulla croce, per metterti, una volta per tutte, dalla parte di quegli esclusi, concedi anche a noi il coraggio di farci deboli con i deboli, perché non ci succeda mai di far morire la voce di chi vuole rendere nuova la vita e più autentica e liberante una scelta di fede.
 

Recita
Patrizia Sensoli, Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
Kyrie. Cantano e suonano le Sorelle clarisse di Sant'Agata Feltria

Meditazione
Don Raffaello Schiavone

Preghiera devozionale

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