XIV Stazione: Gesù è deposto nel sepolcro



Dal Vangelo secondo Matteo 27, 59-61
Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria.

Meditazione
Noi seppelliti da tanti peccati e paure
Alla conclusione di questa Via Crucis, in cui guardando a te, crocifisso per amore, Signore, abbiamo fatto scorrere davanti ai nostri occhi le immagini di tanti crocifissi, abbiamo sentito nel cuore l'amarezza di essere noi gli artefici di tante crocifissioni, abbiamo cercato di accompagnare tanti nostri fratelli con la nostra preghiera e col desiderio di un rinnovamento della nostra vita, mentre abbiamo contemplato la fedeltà della tua tenerezza e della tua consolazione, vogliamo, ancora una volta, presentarti la nostra miseria. Sì, perché, se è vero che, spesso, siamo stati dalla parte dei crocifissori, non possiamo dimenticare le tue parole di misericordia: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". Forse noi lo sapevamo quello che facevamo, e per questo ci sentiamo ancora di più inchiodati al peso delle nostre colpe, seppelliti sotto le macerie della nostra controtestimonianza, nel buio delle tenebre dei nostri peccati, consapevoli di essere stati troppo a lungo dei sepolcri imbiancati.
Tiraci fuori, Signore, dai sepolcri dei nostri peccati, delle nostre paure, dei nostri tradimenti, della nostra incapacità di tradurre tanti atti di culto in gesti di vita, come pure dal rischio di ridurre la via crucis di stasera solo ad una fresca passeggiata in questa bella piazza. Tiraci fuori da tutti i luoghi in cui abbiamo seppellito i nostri talenti e la nostra creatività: dalle nostre case in cui ci siamo rinchiusi davanti al computer e al televisore, dalle nostre auto con cui cerchiamo nei giorni festivi un'evasione che si trasforma in un ulteriore stress, dalle nostre sacrestie in cui cerchiamo spesso un contatto con te che non si trasforma in vita, dalla nostra fuga nel privato perché abbiamo paura di sporcarci le mani, dalla facile tentazione di affacciarci soltanto alla finestra, in attesa di condannare gli errori di chi si affatica per strada.
Facci capire che anche per noi è possibile una resurrezione, perché tu sei venuto a morire proprio per noi peccatori e sei voluto penetrare nelle tenebre del sepolcro proprio per risollevarci dalle nostre miserie. Scuoti l'aridità con cui spesso ascoltiamo la tua parola, l'abitudine con cui ci accostiamo ai sacramenti, la stanchezza con cui viviamo la realtà ecclesiale, l'occasionalità della nostra carità, e convincici che nulla è perduto per la nostra salvezza, perché anche dal marciume, per la tua grazia, può sgorgare una vita nuova. Seppellisci definitivamente tutto ciò che, dentro di noi, è segnato dalla vecchia abitudine del nostro egoismo.
Allora anche la pia devozione di questa sera, contemplando la tua sofferenza e quella di tanti crocifissi di oggi, non sarà stata vana, e domani potremo cantare con te l'Exultet della pasqua di resurrezione. Amen.


 

Recita
Patrizia Sensoli, Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
Kyrie. Cantano e suonano le Sorelle clarisse di Sant'Agata Feltria

Meditazione
Don Raffaello Schiavone

Preghiera devozionale

Scarica la nostra App su