La storia di Carlotta Nobile (Pagine di diario)



Testo dei brani
Carlotta Nobile nasce a Roma il 20 dicembre 1988. È stata una storica dell'arte, violinista, scrittrice e blogger italiana, dal settembre 2010 fino alla morte direttore artistico dell’Orchestra da camera dell'Accademia di Santa Sofia di Benevento. Personalità poliedrica di artista e studiosa, tra i più apprezzati giovani violinisti italiani del suo tempo, Carlotta crebbe circondata dalla bellezza, imparò ben presto ad alzarsi e incamminarsi verso il bello….

Voglio cultura e Arte e bello e sublime nella mia vita.In qualsiasi forma, sotto qualsiasi velo, con qualsiasi sfumatura. Il vero sublime…quello totalmente imperfetto, quello dell’Arte
L’Arte la vivo sotto le unghie, fra le ciglia, nei capelli, sulle guance.La vivo dove tutto il resto di me smette di esistere , dove so  essere solo me stessa, nella più pulsante imperfezione.

Nell'ottobre 2011, a 22 anni, le viene diagnosticato un melanoma: la reazione iniziale è la rabbia per quello che viene percepito come un irrazionale ed ingiusto errore del destino, a fronte di una vita sempre dedita allo studio e alla disciplina di sé. In poche settimane, come confidato da Carlotta stessa ai suoi cari, il suo stato d’animo passa però dalla rabbiosa domanda del "Perché a me?" a quella del "Perché non a me?!", davanti alla constatazione della sofferenza altrui, soprattutto dei bambini col suo stesso male. Affronta le cure possibili e subisce vari interventi pur proseguendo parallelamente la sua carriera musicale ed artistica, spesso alternandosi tra ospedali e concerti….

Poi il buio. La malattia.Quel male che fa paura anche al solo pronunciarlo.Quella parola che non si usa mai.Che si nasconde sempre dietro a frasi lunghe, complesse. Ma che esiste…
Il cancro è una lotta che combattiamo da soli, armati del nostro coraggio, delle nostre cicatrici, dei nostri sogni che ci sembrano sempre più distanti, di quell'unico semplice piccolo bisogno di tornare ad essere quello che eravamo. È una lotta che si affronta con le lacrime, con le paure, con un commiato silenzioso a tutto ciò che è stato prima di quel referto, prima di quel foglio bianco, di quelle poche righe che in un attimo hanno riscritto tutto. È la guerra del dentro, delle storie nella Storia, dell'essere umano dinanzi alla sua pochezza, dinanzi alla follia delle sue stesse cellule, dinanzi alle contraddizioni di un'intera vita, che in un solo istante sono convogliate tutte lì, in quel piccolo lembo di pelle da cui tutto è partito. Proprio lì, pochi millimetri di carne che in un indefinito brevissimo attimo hanno deciso di cambiare la loro natura.
È la lotta della solitudine che resta tale anche fra mille persone, è la lotta per la dignità, per la forza, per la normalità che sempre tanto si vuole allontanare e poi si rivela il miracolo più  grande
La mia vita è un continuo combattimento contro l’altra parte di me, contro la mia mente ed il mio cuore…Mi sento un’anima incredibilmente sola, con un estremo bisogno d’amore! Suppongo che non avrò una lunga vita…Sento che c’è qualcosa di sbagliato nella mia anima e che io non posso immaginare di essere completamente felice…
Non sono mai stata completamente felice e adesso mi godrò ogni momento e pretenderò tanto da me e dalla mia vita….

Parla e scrive del suo male  con intensità di sentimento e - paradossalmente - con passione, lavorando su se stessa con grandissima disciplina ed intransigente rigore, affrontando i due anni di malattia con una grande fiducia nel potere salvifico dell'Arte e della Musica e con una produttività densa ed incessante, quasi presagio della fine imminente.
Nel suo essere “ossimoro” - come dice  prendendo a prestito il titolo del suo secondo libro, pubblicato nel settembre 2012 -,  nell'essere una malata/sana, non toccata all'esterno dal cancro ma devastata dentro, riconosce una grande possibilità, quella della “testimonianza” e della “speranza”.  Testimonianza e speranza che diventano la “cifra” costitutiva della sua esistenza e che consegnano a chi non l'ha conosciuta un testamento “vivo” ed immortale, in grado di regalare conforto, aiuto e sostegno a chi si imbatte nelle sue parole e nel suo pensiero.

…odio sentirmi compatita, odio chi mi reputa indebolita, io forte così non mi sono sentita mai. E posso campare cento anni o dieci, ma amo la mia vita ora più di quanto l'abbia amata mai. E non voglio che il cancro mi fermi. In nessun modo. Voglio solo che mi faccia crescere, voglio solo che mi formi.
Io non so più neanche quanti centimetri di cicatrici chirurgiche ho. Ma li amo tutti, uno per uno, ogni centimetro di pelle incisa che non sarà mai più risanata. Sono questi i punti di innesto delle mie ali

E’ lo sguardo che cambia, ogni minimo dettaglio diventa rilevante…..

Perché vuoi dimostrare prima di tutto a te stessa che si può avere un melanoma metastatico che non si arrende, eppure VIVERE, con tutto ciò che questa parola vuol dire. Vivere tutte le gioie, i progetti, i dolori, le lacrime che la vita di 23enne ti regala ogni giorno. Perché c’è un E POI per cui non smetterai mai di combattere, perché nessuno può toglierti l’assoluta certezza che – nonostante tutti i tagli, le cicatrici, gli aghi nelle vene, i controlli, i liquidi di contrasto, gli interventi e i dolori – c’è una gioia immensa che ti aspetta, c’è il tuo più grande sogno che ti guarda da un tempo futuro e non vede l’ora di raggiungerti. Perché tutto quello che stai vivendo ti verrà un giorno riscattato. Perché in fondo il modo che hai ora di guardare alla vita non potevi che raggiungerlo così.
Ho capito che anche avere i capelli è un dono, che alzarsi al mattino senza dolori era un infinito regalo, che avere la forza nelle gambe per lasciare quel letto e cominciare a camminare era un piccolo grande miracolo.

Negli ultimi mesi della sua vita (morirà il 16 luglio 2013) Carlotta vive una profonda esperienza di Fede, originata improvvisamente il 4 marzo 2013, al risveglio da una crisi che la vede ricoverata a Milano per qualche giorno. Si sveglia col dono della fede, Misteriosamente. Ogni sforzo nella ricerca di spiegazioni appare vano.La fede le arriva come un dono e rimane un dono. È un aspetto, questo, che nella vita di Carlotta conserva l'enigma della sua inspiegabilita’, genera emozione, da questo momento molto cambierà nella vita di Carlotta: susciterà ogni giorno gratitudine. E’ una fede quella di Carlotta , capace di "stare sul campo”….

Io sono guarita nell’anima. In un istante, in un giorno qualunque, al risveglio da una crisi. Ho riaperto gli occhi ed ero un’altra. E questo è un miracolo.
E in un attimo capisci che è stato proprio quel cancro a GUARIRTI L’ANIMA, a riportare ordine nella vera essenzialità della tua vita, a ridarti la Fede, la speranza, la fiducia, l’abbandono, la consapevolezza di essere finalmente diventata chi per una vita intera hai fatto di tutto per essere e non eri stata mai: una donna SERENA! Capisci che è stato il cancro a permetterti finalmente di amare te stessa in un modo incondizionato, con tutti i tuoi pregi e tutti i tuoi limiti, a godere di ogni più piccolo istante, ad assaporare ogni attimo, ogni odore, ogni gusto, ogni sensibilità, ogni parola, ogni condivisione, ogni più piccolo frammento di infinito condensato in un banalissimo e preziosissimo istante. Capisci che è stato il cancro, con il suo tormento, con le sue aggressività, con le sue asprezze a portarti infine la LUCE.

Per Carlotta è bastato un prestare ascolto improvviso ad una luce interiore, ad un sogno, ad una parola del vangelo, ad una certezza riscoperta per testimoniare come la fede possa misteriosamente illuminare la vita di chi l’accoglie…

E' bello che mi è arrivata la fede! Come facevo senza? Che vita da schifo!Che vita arida senza fede! Senza fiducia e abbandono a Dio! Che regalo questo cancro! Incommensurabile!
Che grande immensa cosa la fede cambia tutte le prospettive. Cambia TUTTO! Dà un senso diverso e finalmente VERO e SANO a TUTTO.
Ecco perché so che ora guarirò, perché ora FINALMENTE sono sana dove non lo ero da due anni, cioè DENTRO, nell’anima!!!

Carlotta entra nel cuore delle cose, delle relazioni e quindi anche della sua malattia, attraverso occhi e cuore “toccati” dalla grazia. Grazie alla fede Carlotta riconosce che, ogni giorno, le è offerto un “grande Amore”,un amore che la trasforma, illuminando il cammino e accrescendole le ali della speranza per percorrere con gioia anche l'esperienza del dolore.

…tutti dovrebbero avere la fede, si perde tutto chi non ce l’ha!…E’ la fiducia, l’abbandono, la certezza che tutto andrà bene, perché si è nelle sue mani, e nelle mani di Dio non può che andare tutto bene.
Che miracolo ho avuto a trovare finalmente tutto questo! L’ho cercata tanto questa serenità, tanto tanto.. E a un certo punto Dio ha voluto darmela! E come faccio a non dire grazie dalla mattina alla sera?!

E’ troppo grande e prezioso tutto questo! Ma me lo merito? Spero di essere all’altezza  di sentirlo e comunicarlo in qualche modo perché davvero questa gioia io la voglio condividere, è troppo bella!

Carlotta non si è accontentata di un risultato minuto. Non ha buttato nulla della sua vita. Ella ci ha insegnato che nulla si perde, il dialogo continua ed i legami restano profondi e solidi, sempre. Quella di Carlotta Nobile, è e sarà, per questo, una bella storia da condividere, un messaggio di speranza che ci raggiunge.

 

 

 



 

 

 

Recita
Danilo Concordia, Paola Ragni

Musica di sottofondo
Eugenio Savino. Ali di Riserva

Testi scelti a cura di Gennj Fabbrucci

I testi citati sono tratti da:
Andrea Maniglia, Lo spartito di Dio. Biografia di Carlotta Nobile, Tau Editrice 2021

"Oltre” è una canzone composta dal Gruppo giovani “San Leonardo Abate” di San Giovanni Rotondo guidato da don Pasquale Pio di Fiore.
Il canto è ispirato agli scritti di Carlotta Nobile.

Si ringrazia la famiglia Nobile per la gentile collaborazione

Carlotta e Papa Francesco
La spiritualità di Carlotta Nobile fu notevolmente improntata alla predicazione di Papa Francesco. Le parole che il Papa rivolse ai giovani nella sua prima omelia a San Pietro il 24 marzo 2013, Domenica delle Palme e Giornata mondiale della Gioventù, donarono a Carlotta una emozione profonda. Il Papa invitava i giovani a portare la Croce con gioia.

Pochi giorni dopo, il 12 Aprile Carlotta scriverà una lettera al Papa:

Caro Papa Francesco,
Tu mi hai cambiato la vita.
Io sono onorata e fortunata di poter portare la Croce con Gioia a 24 anni. So che il cancro mi ha guarita nell'anima, sciogliendo tutti i miei grovigli interiori e regalandomi la Fede, la Fiducia, l'Abbandono e una Serenità immensi proprio nel momento di maggior gravità della mia malattia.
Io confido nel Signore e, pur nel mio percorso difficile e tormentato, riconosco sempre il Suo aiuto.
Caro Papa Francesco, Tu mi hai cambiato la vita.
Vorrei rivolgerTi una preghiera... Avrei un desiderio immenso di conoscerTi e, anche solo per un minuto, pregare il Padre Nostro insieme a Te!
"Dacci oggi il nostro pane quotidiano" e "Liberaci dal male" Amen.
Affido questo mio sogno a don Giuseppe e confido in Dio!
Prega per me Santo Padre. Io prego per Te ogni giorno.
Carlotta»

Verso la fine della sua vita, Carlotta fu sul punto di veder concretizzato l’incontro col Papa, ma nel maggio 2013 le sue condizioni peggiorarono e allora tornò a Benevento, dove trascorse nella casa familiare i suoi ultimi tre mesi, durante i quali si dedicò alla preghiera, in uno stato di completa fiducia, accettazione e gratitudine a Dio. Nell'ultima notte della sua vita, quella tra il 14 e il 15 luglio 2013, suo padre fu svegliato dalle seguenti parole di Carlotta, sussurrate ripetutamente con tono sereno e lo sguardo rivolto verso il soffitto:

«Signore, ti ringrazio. Signore, ti ringrazio. Signore, ti ringrazio.»
Il giorno successivo, a poche ore dalla morte, rivolse con fatica ai suoi cari l'ultimo saluto:

«I miei tre uomini meravigliosi: papà, Alessandro e Matteo. La mia dolce mamma. Cosa voglio di più?! Io sono fortunata.»

Carlotta Nobile è stata inserita tra i “Giovani Testimoni” del Sinodo dei Vescovi 2018 sul tema "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale", indetto da Papa Francesco.

Scarica la nostra App su