Rut 2,1-3.8-11;4,13-17 con il commento di Caterina Vanni



Dal libro di Rut
Rt 2,1-3.8-11;4,13-17 

Testo del brano
Noemi aveva un parente da parte del marito, un uomo altolocato della famiglia di Elimèlec, che si chiamava Booz. Rut, la moabita, disse a Noemi: «Lasciami andare in campagna a spigolare dietro qualcuno nelle cui grazie riuscirò a entrare». Le rispose: «Va’ pure, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare nella campagna dietro ai mietitori. Per caso si trovò nella parte di campagna appartenente a Booz, che era della famiglia di Elimèlec. Booz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo. Non allontanarti di qui e sta’ insieme alle mie serve. Tieni d’occhio il campo dove mietono e cammina dietro a loro. Ho lasciato detto ai servi di non molestarti. Quando avrai sete, va’ a bere dagli orci ciò che i servi hanno attinto». Allora Rut si prostrò con la faccia a terra e gli disse: «Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?». Booz le rispose: «Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria per venire presso gente che prima non conoscevi». Booz prese in moglie Rut. Egli si unì a lei e il Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio. E le donne dicevano a Noemi: «Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vecchiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli». Noemi prese il bambino, se lo pose in grembo e gli fece da nutrice. Le vicine gli cercavano un nome e dicevano: «È nato un figlio a Noemi!». E lo chiamarono Obed. Egli fu il padre di Iesse, padre di Davide.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Beseeched. YoyTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Caterina Vanni

Meditazione
Signore, donami questa apertura di cuore.
Insegnami ad accogliere chi è in difficoltà, emarginato, straniero, povero e solo.
Donami la grazia di sapermi accorgere di chi soffre e la libertà di ascoltarlo e accoglierlo.
Rendimi libera dal giudizio e grata nell’ascolto.
Insegnami a vederti nel volto di chi è lasciato solo.
Signore, spoglia il mio cuore del superfluo e dell’accusa, e riempilo di carità.
Signore, insegnami da essere povera come Te.
Insegnami ad amare la tua povertà e a benedirla perché li trovo Te.
Donami la forza di continuare a cercarti nella fatica, quando non ti vedo e mi sento sola.
Quando la presunzione di farcela da sola mi sovrasta,
insegnami l’umiltà di chiedere aiuto
e la grazia di riceverlo.

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