Lettera a Filèmone 7-20 con il commento di Gennj Fabbrucci



Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone
Fm 7-20

Testo del brano 
Fratello, la tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati. Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di ordinarti ciò che è opportuno, in nome della carità piuttosto ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene, lui, che un giorno ti fu inutile, ma che ora è utile a te e a me. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore. Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Io, Paolo, lo scrivo di mio pugno: pagherò io. Per non dirti che anche tu mi sei debitore, e proprio di te stesso! Sì, fratello! Che io possa ottenere questo favore nel Signore; da’ questo sollievo al mio cuore, in Cristo!

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
C.Debussy. Arabesque no.1. Andantino con moto. Simone Renzi. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Gennj Fabbrucci

Meditazione
Leggendo tra le righe di questa lettera di san Paolo a Filèmone, una parola ha immediatamente catturato la mia attenzione, una parola “semplice”, forse scontata, ma scontata non è perché ha un significato immenso se riusciamo a viverla nella verità. Paolo chiama Onèsimo “figlio”, «figlio mio generato..». Lo ha generato non nella carne ma nella fede. Cosa significa generare nella fede? Come posso essere figlia di un padre che non mi ha generato nella carne? Domande che hanno trovato una risposta quando ho vissuto e toccato con mano, il sentirmi figlia di un padre che non è mio padre.. un’emozione che a parole non so spiegare, forse parole non ce ne sono nemmeno, perché il mistero è così grande, forse posso solo provare a raccontarlo attraverso un sentire che nasce dalla parte più profonda di me: il tocco di una carezza di Dio, dolce presenza di un padre che ti porta al Padre, accompagnandoti nel viaggio della vita. Ognuno di noi è figlio, ma anche padre e madre, il filo che lega il padre al figlio è il prendersi cura, e prendersi cura è amare, e amare è una scelta, e se scegliamo di amare scegliamo Dio Padre, l’Amore, quello vero, quello incondizionato, quello che in cambio non vuole nulla L’Amore è quello che fa fiorire, è accoglienza, condivisione, è incontro importante, è esperienza che ti trasforma, è l’acqua viva che diventerà in ognuno di noi sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna..

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