Qoèlet 3,1-11 con il commento di Francesca Palmieri



Dal libro del Qoèlet
Qo 3,1-11 

Testo del brano
Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica? Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Dan Bodan. Mongrel Dance. Diritti Creative Commons

Meditazione
Francesca Palmieri

Meditazione
Il Qoèlet ci ricorda che la dimensione della vita dell’uomo si realizza in un tempo preciso, dove ogni istante ha la sua ragion d’essere. È nel tempo del qui ed ora che viviamo ed esprimiamo il nostro essere in tutta la sua umanità e nelle sue contraddizioni, c’è infatti «un tempo per amare e un tempo per odiare.. un tempo per demolire e un tempo per costruire.. un tempo per piangere e un tempo per ridere».. Così riconosciamo in ogni giorno della nostra vita il susseguirsi di questi tempi così diversi tra loro, e se ci fermiamo a riflettere possiamo riconoscere periodi precisi in cui abbiamo sperimentato in modo particolare un tempo piuttosto che un altro, tempi particolarmente dolorosi, di lutto, di perdita, tempi felici di rinnovamento, di nascita. Spesso fatichiamo ad accogliere un tempo particolarmente doloroso, vorremmo scappare, fuggire, evitarlo con tutte le nostre forze, ma forse in questa parola che oggi il Qoèlet ci dona possiamo ritrovare il bisogno dell’abbandono a un tempo che non è nostro, ma è il tempo di Dio, in cui siamo chiamati a riconoscerlo nella nostra vita e a lasciare che sia Lui a guidare i nostri passi, sia nella gioia che nel dolore. 

 

Scarica la nostra App su