Naum 2,1.3;3,1-3.6-7 con il commento di Valentina Rastelli



Dal libro del profeta Naum
Na 2,1.3;3,1-3.6-7

Testo del brano
Ecco sui monti i passi d’un messaggero che annuncia la pace! Celebra le tue feste, Giuda, sciogli i tuoi voti, poiché il malvagio non passerà più su di te: egli è del tutto annientato. Infatti il Signore restaura il vanto di Giacobbe, rinnova il vanto d’Israele, anche se i briganti li hanno depredati e saccheggiano i loro tralci. Guai alla città sanguinaria, piena di menzogne, colma di rapine, che non cessa di depredare! Sìbilo di frusta, fracasso di ruote, scalpitìo di cavalli, cigolìo di carri, cavalieri incalzanti, lampeggiare di spade, scintillare di lance, feriti in quantità, cumuli di morti, cadaveri senza fine, s’inciampa nei cadaveri. «Ti getterò addosso immondizie, ti svergognerò, ti esporrò al ludìbrio. Allora chiunque ti vedrà, fuggirà da te e dirà: “Nìnive è distrutta! Chi la compiangerà? Dove cercherò chi la consoli?”».

 



Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Galleria suoni di Garage Band

Meditazione
Valentina Rastelli

Meditazione
Ad un primo approccio, questo brano lascia senza dubbio molto turbati. Com’è possibile trovare nella Bibbia, in quella che diciamo essere Parola del Signore, un racconto così violento, uno scenario così sanguinario? Personalmente ho avuto bisogno di tornarci su più e più volte, prima di poter realizzare questo commento. Sicuramente ci aiuterà capire il contesto in cui il profeta Naum scrive: perché è così arrabbiato con la città di Nìnive? Cos’è successo? Nìnive, capitale dell’Assiria, era una città che oggi definiremmo molto “in”, molto attraente per le sue ricchezze e agiatezze, ma anche una città violenta, con una storia segnata da crudeltà, specialmente nei confronti degli ebrei. Ecco allora che Naum (il cui nome significa “Jhwh ha consolato”), evidentemente schiacciato da tanta crudeltà, evoca una fine terribile per una città che ha fatto tanto male, in un momento storico in cui tale fine sembrava non tardare, forte del sostegno di un Dio che, appunto, consola, che non abbandona i suoi figli in mano ai tiranni, ma invece schiaccia le potenze per far risorgere i più deboli. Ecco allora che, rileggendo il brano alla luce del contesto storico in cui si colloca, mi si affacciano alla mente tutti i momenti in cui mi sono sentita così: schiacciata, oppressa dall’ingiustizia, a chiedere a Dio perché rendesse possibile la mia umiliazione davanti a qualcuno tanto prepotente, senza avere armi per rispondere. La diseguaglianza sociale, ad esempio, fa sorgere fortemente questi sentimenti.. L’impotenza davanti a qualcosa di più grande, inarrestabile. Eppure Dio non è dei ricchi e potenti, ce lo dice continuamente. Dio è dalla parte del povero, svela i suoi segreti al più piccolo, si mostra al più debole e bisognoso. E questo Naum lo sa, per questo motivo può proclamare la fine della tirannia prima ancora che sia avvenuta, perché è saldo nella fede in un Dio che non lo abbandona, che non dimentica i suoi figli!
Ecco allora che avviene un passaggio cruciale: nel momento in cui Dio mi libera, ovvero in cui mi lascio liberare da Dio, ecco che tutta la mia rabbia, il mio risentimento, i miei sentimenti negativi vengono gettati fuori, uccisi, sono come i cadaveri della città di Nìnive, e da uno scenario di morte e dolore può rinascere la vita! Ma è necessaria questa fine violenta, è necessario un finale netto e cruento, per poter ripartire da zero, uomini e donne nuovi, purificati. D’altronde, la Resurrezione è possibile soltanto se si sperimenta la morte..  

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