Il libro di Ester: Introduzione



Introduzione al libro di Ester
Composto intorno al 150 a.C., probabilmente in una comunità ebraica che al tempo era in diaspora in Persia, quello incentrato sull’eroina Ester fa parte dei libri storici dell’Antico Testamento. Nelle Bibbie cattoliche segue immediatamente il libro di Giuditta, trattando fondamentalmente lo stesso tema – anche se in maniera più soft – , ovvero la salvezza e la vittoria della comunità minacciata da un nemico più forte. Il nome della protagonista, per la maggioranza degli studiosi è la trascrizione di Ishtar (Astarte), la dea babilonese del sesso e della fecondità, per una minoranza invece – essendo Ester un nome persiano – deriva da stareh, “stella”. Probabilmente è più verosimile la prima ipotesi, dato che si tratta della versione maschile dell’altro  protagonista, Mardocheo, che a sua volta sarebbe la trascrizione ebraica di Marduk, divinità che stava a capo del pantheon babilonese. Quello di Ester è un testo molto caro agli ebrei, poiché fa parte – assieme al Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni e Qohelet – delle cinque megillôt, i cinque rotoli letti in sinagoga durante le grandi feste. Quella in occasione della quale si legge Ester è quella dei Purîm, per una ragione situata all’interno del testo stesso: questa festa, che conserva ancora oggi i tratti propri del carnevale, è l’ennesimo caso di come i Giudei abbiano preso una festa pagana, che cioè non li riguardava, per poi inserirla nella propria storia. Se la cosa può farci storcere il naso, in realtà è portatrice di un grande messaggio: nell’Antico Testamento non esiste conoscenza di Dio se non attraverso la storia umana! In fondo è quanto ha fatto anche il cristianesimo con diverse festività, ad esempio la Pasqua ebraica o il Natale. Ma facciamo un passo indietro: la giovane deportata ebrea Ester ad un certo punto diventò regina di Persia.. suo cugino nonché tutore Mardocheo, scoprì un complotto contro la vita del re Assuero, ma Aman, il gran visir (“colui che decide”), cioè il consigliere del re, cercò di togliere di mezzo i Giudei. Ester intervenne presso il re – rischiando la propria vita – e smascherò Aman, che venne impiccato. Questo libro è inoltre molto particolare, anche perché ne possediamo due versioni: una ebraica e l’altra greca, ma leggermente differenti. La Bibbia cattolica ha riconosciuto come ispirato il testo greco. Ma come mai queste due versioni? Perché nella versione ebraica, quella più antica, non si parlava mai espressamente di Dio, così i traduttori greci inserirono alcuni supplementi, in particolare un sogno che apre il testo, preannunciando di fatto quanto sta per accadere, per poi darne la spiegazione alla fine del libro, che termina con un’ulteriore appendice. L’intero libro converge dunque verso la festa dei Purîm, che significa “le sorti”, alludendo al giorno in cui il visir Aman aveva scelto di sterminare gli Ebrei. È interessante il fatto che la “sorte” del popolo di Dio si decida, come nel libro di Giuditta, in una cornice fatta da tanti banchetti: da quello tenuto dal re Assuero per tutti i suoi prìncipi e ministri a quello fatto per tutta la cittadella di Susa (che durò ben sette giorni), fino al più importante, in cui Ester chiede al re di lasciarla in vita e di risparmiare il suo popolo. Ma tutti questi banchetti non possono non rimandarci all’Eucaristia, il banchetto per eccellenza, in cui celebriamo la liberazione e la riconciliazione offerteci dal Padre, grazie al Figlio, nello Spirito. Un pasto in cui però, questa volta, non c’è più distinzione tra gli invitati.. La regina Ester ha avuto un largo consenso nella letteratura e nell’arte, San Girolamo l’ha descritta come «tipo della Chiesa», ma l’intera tradizione cristiana ha letto nel suo ruolo di mediatrice un anticipo di quello della Vergine, facendola assurgere addirittura a figura di Maria, che nel Magnificat – a sua volta ripreso dal cantico di Anna – ribalta “le sorti” e il destino dell’umanità con il suo fiat!             

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

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