
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Meditazione
Insomma, che ora è? Con questa intro particolare di Edoardo Bennato provo a consegnarvi il tema del commento. Gli abitanti di Gerusalemme si stupiscono per il fatto che Gesù non sia stato ancora imprigionato e messo a morte. In effetti dopo le ultime sparate pubbliche di Gesù, non possiamo dare loro torto.
Ma sui tempi di Gesù non erano gli uomini a dettare legge, ma Dio stesso.
Il Vangelo spiega così il ritardo dell’arresto: "non era ancora giunta la sua ora".
Ma allora chi doveva decidere la sua ora?
E prima ancora: di che ora si parla? Che ora è?
Il termine "ora" nel Vangelo di Giovanni ha una complessità di significati. Certamente può significare l’ora del giorno, ma è usata in special modo per indicare qualcosa di più impegnativo.
L’evangelista Giovanni usa il termine ora sulla bocca di Gesù per dire un avvenimento promesso e atteso che si realizza adesso. Questa realizzazione nel tempo dice anche una verità esistenziale. Faccio un esempio: nel capitolo 16 di Giovanni è scritto: "La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo". Il parto è l’ora della donna, cioè quell’avvenimento in cui la donna compie la sua fondamentale vocazione alla maternità, in cui realizza se stessa, cioè manifesta il senso vero della sua esistenza, la sua identità.
L’ora di Gesù quindi, l’ora di cui parla il Vangelo di oggi è l’ora del suo passaggio. Non parliamo solo della morte, ma di tutto l’evento pasquale. Nel Vangelo di Giovanni non si parla di Venerdì o dei tre giorni e nemmeno di quaranta giorni dopo la Pasqua per l’Ascensione o di cinquanta per la Pentecoste.
Questi elementi cronologici che costituiscono il Mistero pasquale sono per San Giovanni una unica realtà: non vengono uno dopo l’altro, ma sono presenti uno nell’altro.
Perciò nella Croce è già presente la glorificazione ed è già presente il dono dello Spirito. Naturalmente, dal punto di vista narrativo, dovremo raccontare una cosa dopo l’altra, ma dal punto di vista teologico per San Giovanni c’è un unico grande mistero che comprende tutti questi elementi.
Ecco l’ora di cui parla il Vangelo è l’evento Pasquale che darà identità precisa a Gesù, salvatore del mondo. Ebbene, ad oggi, non è ancora giunta la sua ora.
Recita
Federica Lualdi, Francesco Ugolini, Riccardo Cenci
Musica di sottofondo
J.S.Bach. Matthaeus Passion. Erbarme Dich mein Gott. Diritti Creative Commons
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Venerdì 4 Aprile 2025
IV Settimana di Quaresima
Prima Lettura
Dal libro della Sapienza
Sap 2,1a.12–22
Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R.Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore. R.
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia. R.
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