Luca 6,27-38 con commento



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 6,27-38

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non richiederle indietro.
E come volete gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso .
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

Meditazione
Simmo lazzari felici
gente ca nun trova cchiù pace
quanno canta se dispiace
è sempe pronta a se vuttà'
pe nun perdere l'addore...

Partiamo dalla straordinaria chitarra di Pino Daniele con questo malinconico brano "Lazzari felici”.
Chi erano i Lazzari? Con il termine lazzari (o anche lazzaroni) si indicavano i giovani dei ceti popolari della Napoli del XVII, XVIII e XIX secolo. Gente povera che riuscivano a sopravvivere senza eccessive preoccupazioni. Spesso sfaccendati, si adattavano a compiere qualsiasi mestiere non disdegnando, talvolta, di compiere qualche furto o raggiro.
Ecco, Pino Daniele li intitola felici pur riconoscendoli nella tristezza. Ne esalta l'istinto di sopravvivenza che si è in qualche modo trapiantato nel popolo napoletano, il quale fieramente riesce sempre ad alzare la testa anche nelle situazioni più difficili e imbarazzanti.
Lazzari felici.
Dalla musica ora passerei alla cinematografia.
Conoscete il film "Lazzaro felice" di Alice Rohrwacher? Straordinario! Premiato qualche anno fa al festival di Cannes, ha ripresentato con grande coraggio il cinema fondativo dell’Italia, quello che parte degli ultimi, quello fiabesco e popolare. Nel film la regista fa un passo in più rispetto a Pino Daniele. Qui Lazzaro, il protagonista del film, non solo rimane felice ma anche innocente dentro una situazione di povertà e di miseria. E' l’unico, pur in una storia dove il bene e il male sono così facilmente individuabili, a non esprimere mai un giudizio. Vince il male con il bene, è portatore di quella assurda “santità dello stare al mondo e di non pensare male di nessuno, ma semplicemente di credere negli altri esseri umani”.
Ed infine il Vangelo.
Chi sono i Lazzari felici del Vangelo? Sentite cosa dice Gesù: a chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro... Sembrerebbe l’identikit dello sfigato di turno, del bullizzato, dello sconfitto, del loser come slogheggiano oggi in segno di scherno.
Invece Gesù nel Vangelo fa l’elogio del Lazzaro felice, quello che vince il male con il bene, quello che stringe artigli con carezze, quello che non vede inganni e malizia, quello che non conosce il ricambio nell’amore, quello che attraversa il buio della vita e va a braccetto con la provvidenza, quello che sfida la morte con la fede.

I Lazzari felici sono i veri santi. Sono i santi più divertenti, proprio perché più fragili, quelli che nella spiritualità orientale vengono identificati come i pazzi in Cristo, disarmati e disarmanti come poteva essere un san Francesco d’Assisi o un san Filippo Neri…

Recita
Gennj Fabbrucci

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Domenica 23 Febbraio 2025
VII domenica del Tempo Ordinario

Prima Lettura
Dal primo libro di Samuèle
1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23

In quei giorni, Saul si mosse e scese nel deserto di Zif, conducendo con sé tremila uomini scelti di Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif.
Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco, Saul dormiva profondamente tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra presso il suo capo, mentre Abner con la truppa dormiva all’intorno.
Abisài disse a Davide: “Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l’inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo”. Ma Davide disse ad Abisài: “Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?”.
Davide portò via la lancia e la brocca dell’acqua che era presso il capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore.
Davide passò dall’altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era una grande distanza tra di loro.
Davide gridò: “Ecco la lancia del re, passi qui uno dei servitori e la prenda! Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore”.


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 102 (103)

R. Il Signore è buono e grande nell'amore.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità;
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
e non ci ripaga secondo le nostre colpe. R.

Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono. R.


Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1Cor 15,45-49

Fratelli, il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.
Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.
Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l'uomo celeste, così anche i celesti.
E come eravamo simili all'uomo terreno, così saremo simili all'uomo celeste.

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