
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 8,22-26
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Meditazione
Questa volta buona la prima non ha funzionato. ci sono voluti due miracoli a Gesù per guarire il cieco di Betsaida. Ma perché? Cosa ci ha voluto dire l’evangelista Marco?
Mi pare fondamentalmente questo: la guarigione ordinariamente si realizza nel tempo e con il tempo. Come la conversione non è qualcosa di istantaneo. Certo esiste la caduta da cavallo di san Paolo ma anche lui ha dovuto camminare e non poco per diventare l’apostolo delle genti. Ciascuno di noi non può pensare di essere santo subito, mai. Serve sempre tempo e più e più interventi della grazia. Mai credersi arrivati nella via della salvezza. Sapete questo vale anche nell'Anno del Giubileo. No, perché l'immaginario collettivo del cristiano medio ritiene che quest'anno passata la Porta Santa e ricevuta l'indulgenza sia tutto a posto. L'indulgenza non è una bacchetta magica. E' invece una grazia che illumina il mio cammino di conversione. Alla luce di questo vangelo vorrei provare a spiegare meglio l'indulgenza. Partiamo dalla confessione. La confessione sacramentale assolve dal peccato e dalla pena eterna, ma lascia al penitente la necessità di compiere un cammino di trasformazione qui in terra, che la tradizione chiama pena temporale. Questo non significa che Dio non ci perdoni pienamente, ma che il perdono deve essere accolto con una risposta concreta nella vita.
La pena temporale è l'elaborazione di un cambiamento interiore ed esteriore che richiede tempo e impegno.
Le indulgenze si inseriscono in questo cammino non per annullarlo, ma per illuminarlo. Le indulgenze non sono un'escamotage per evitare la penitenza, ma un aiuto straordinario concesso dalla Chiesa per sollevare il penitente dalla fatica di questo percorso. In momenti speciali, come il Giubileo, la Chiesa concede indulgenze come segno della misericordia di Dio, che, ripetiamo, non elimina il bisogno di conversione, ma lo sostiene e lo incoraggia.
Quindi ben venga questa guarigione nel Vangelo di Marco,oggi. Nella straordinarietà del miracolo si inserisce l'ordinarietà della guarigione, lenta e sofferta.
A conclusione mi permetto due spot pubblicitari: il primo riguarda il 7 Marzo, on line su Youtube, con un mio intervento su Pregaudio e finalmente la presentazione della nuova App fatta direttamente da Nicolò, sviluppatore e ingegnere. La seconda invece si tratta di un percorso sui giovani davvero interessate indetto dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini, dove anche io insegno. Il percorso è guidato dalla dott.ssa Paola Bignardi (pedagogista e pubblicista, già Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo), e ha questo titolo “I vostri giovani avranno visioni”. Ripensare il cristianesimo con i giovani. Trovate nel testo il link.
https://www.issrmarvelli.it/i-vostri-giovani-avranno-visioni/
Buona giornata a tutti!
Recita
Gennj Fabbrucci
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Mercoledì 19 Febbraio 2025
VI settimana del Tempo Ordinario
Prima Lettura
Dal libro della Gènesi
Gn 8,6-13.20-22
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell'arca e fece uscire un corvo. Esso uscì andando e tornando, finché si prosciugarono le acque sulla terra.
Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca.
Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui.
L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco, la superficie del suolo era asciutta. Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri e di uccelli puri e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo:
«Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
Finché durerà la terra,
seme e mèsse,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno».
Salmo Responsoriale
Dal Sal 115 (116)
R. A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.
Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli. R.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme. R.
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