Matteo 18, 15-20: "Nessun uomo è un'isola...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 18,15-20

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Meditazione
Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una nuvola venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai per chi suona la campana:
suona per te.

La poesia di John Donne fa una bella sintesi del Vangelo. A me piace molto lasciar commentare i testi sacri dalla poesia, dai canti, dalle intuizioni anche popolari, perché sono di quelle espressioni comunicative che accompagnano il Vangelo lasciandolo libero. Perché il Vangelo non è matematica, non è una equazione da risolvere, una pratica da archiviare. E non si disbriga con un insegnamento morale o peggio ancora politico, confinandolo a destra o a sinistra. Il Vangelo bisogna che parli a tutti, sempre e comunque.
Pensiamo al Vangelo di oggi. Un grande insegnamento sulla solidarietà umana. Un crescendo. Dalle relazioni di ogni giorno, dalle fatiche conflittuali, dal fratello che sbaglia e che devi correggere, al bisogno spirituale sempre comunitario di pregare insieme. Insieme al contenuto anche la gradualità del metodo.
L’ incontro con il peccatore da solo a solo, e poi con due o tre e poi con l’assemblea. Un' assemblea che non è solo della terra, ma anche del cielo. Siamo tutti uniti fra noi. E alla fine la potenza della preghiera insieme che comunica la comunione. La comunione diventa comunicazione. Non viviamo se non insieme, se non appoggiandoci gli uni gli altri, se non sostenendoci gli uni gli altri. Solo così si guarisce.
Al contrario il diavolo che è divisore porta ad isolarci dagli altri. E così invece di guarire ci ammaliamo. E nel secolo della rivoluzione digitale, degli smartphone, dei social network, delle chat, dei messaggini, di Instagram, dei videogames giocati in collettivo online, cioè di tutto quello che ci dà la sensazione di essere in contatto con il prossimo ma di fatto contribuisce a isolarci nel chiuso delle nostre case, delle nostre vite. 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Mercoledì 14 Agosto 2024
XIX settimana del Tempo Ordinario

Prima lettura
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 9,1-7;10,18-22

Una voce potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano». Ecco sei uomini giungere dalla direzione della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c’era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all’altare di bronzo.
La gloria del Dio d’Israele, dal cherubino sul quale si posava, si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l’uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». Agli altri disse, in modo che io sentissi: «Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non abbia pietà, non abbiate compassione. Vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte.
Cominciate dal mio santuario!». Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio. Disse loro: «Profanate pure il tempio, riempite di cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage nella città.
La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini. I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all’ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro. Erano i medesimi esseri che io avevo visto sotto il Dio d’Israele lungo il fiume Chebar e riconobbi che erano cherubini. Ciascuno aveva quattro aspetti e ciascuno quattro ali e qualcosa simile a mani d’uomo sotto le ali. Il loro aspetto era il medesimo che avevo visto lungo il fiume Chebar. Ciascuno di loro avanzava diritto davanti a sé.

 
Salmo Responsoriale
Dal Sal 112 (113)

R. Più alta dei cieli è la gloria del Signore.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore, 
da ora e per sempre. R.

Dal sorgere del sole al suo tramonto 
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore, 
più alta dei cieli è la sua gloria. R.

Chi è come il Signore, nostro Dio, 
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.

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