Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 17,22-27
Testo del Vangelo
In quel giorno, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Meditazione
Quando qualcuno, provocandomi, mi chiede se Gesù pagava le tasse, non posso che rispondere di sì. Nel Vangelo perlomeno è scritto così. Non solo pagava le tasse ai Romani, come viene ricordato nel Vangelo dove Gesù dirà la famosa frase: “Date a Cesare quel che è di Cesare”; ma anche la tassa del Tempio, come leggiamo nel Vangelo di oggi. Insomma, sottoscriveva anche l’8 per mille, diremmo scherzosamente.
Ma la tassa più grande Gesù non l’ha pagata né al governo romano e neppure agli esattori del Tempio. La tassa più grande la dovrà pagare al Principe di questo mondo. Per questo il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà. Si dice proverbialmente che Gesù paga per tutti. Cioè la vita che dà in dono è la tassa che, resa al Diavolo, permetterà di liberarci dalla sua schiavitù. Questa è la vera tassa che Gesù paga e di cui nessuno sembra preoccuparsi, né a quei tempi e neppure oggi.
Recita
Sabrina Boschetti
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Lunedì 12 Agosto 2024
XIX settimana del Tempo Ordinario
Prima Lettura
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 1,2-5.24-28c
Era l’anno quinto della deportazione del re Ioiachìn, il cinque del mese: la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechièle, figlio di Buzì, nel paese dei Caldèi, lungo il fiume Chebar. Qui fu sopra di lui la mano del Signore.
Io guardavo, ed ecco un vento tempestoso avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di metallo incandescente. Al centro, una figura composta di quattro esseri animati, di sembianza umana. Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell’Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d’un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali.
Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste. Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve qualcosa come una pietra di zaffìro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembravano i suoi fianchi in su, mi apparve splendido come metallo incandescente e, dai suoi fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore simile a quello dell’arcobaleno fra le nubi in un giorno di pioggia. Così percepii in visione la gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 148
R. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere. R.
I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore. R.
Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. R.
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