Giovanni 12, 24-26: "Il chicco di grano...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,24-26

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

Meditazione
"Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo." Io non me ne intendo di agricoltura e non saprei dire se un chicco di grano ha la possibilità di non morire, una volta caduto in terra. E ancora non so cosa intendesse Gesù quando parla della possibilità di un chicco di grano di rimanere solo.
Sappiamo però che gli uomini quando sono chiamati a scegliere, difficilmente scelgono di morire, proprio perché ritengono la morte una estrema solitudine. Ciascuno di noi rigetta l'idea d'essere abbandonato. E la morte a tutti noi pare l’abbandono definitivo.
Eppure Gesù insiste: se non muori, rimani solo. Cioè, l’incapacità di morire ti porterà esattamente a ciò che rifuggi: il rimaner solo.
Non c’è niente da fare. Ci dobbiamo fidare. Oggi penso a san Lorenzo, che piuttosto che inchinarsi all’imperatore Valeriano e consegnargli i beni della Chiesa, ha accettato di morire, bruciato sul fuoco.
Ma per far questo, dobbiamo imparare a morire ogni giorno, altrimenti non accetteremo mai la morte definitiva.
E allora concludo con alcuni passaggi di questa poesia di Pablo Neruda.
Dice così:

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia e pace in sè stesso.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che
essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto
di respirare!

Questa poesia ci dice che chi non sa morire, non sa neppure vivere.
Trovate poi tutto il testo negli approfondimenti sulla pagina web.

Recita
Sara Lira

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Sabato 10 Agosto 2024
Festa di San Lorenzo diacono e martire

Prima Lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 9,6-10
 
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
 
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 111 (112)

R. Beato l’uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.
 
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto. R.
 
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R.

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