Matteo 14, 1-12: "I nostri demoni...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 14,1-12

Testo del Vangelo
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Meditazione
Un uomo onesto, un uomo probo
Tralalalalla tralallaleru
S'innamorò perdutamente
D'una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani
Tralalalalla tralallaleru
Gli disse portami domani
Il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l'uccise
Tralalalalla tralallaleru
Dal petto il cuore le strappò
E dal suo amore ritornò.

A cosa può portare un amore malato? A uccidere ciò che si ha di più caro e perfino a togliersi la stessa vita col taglio delle vene, come conclude De Andrè nella sua bellissima canzone “La ballata dell’amore cieco”:
E la Bibbia non smentisce. Già il prode Re Davide accecato dalla bellezza di Betsabea arriva a far uccidere il valoroso soldato e amico Uria; e oggi nel Vangelo il meno prode ma certamente non meno titolato Re Erode si lascia trascinare nel vortice della lussuria fino alle estreme conseguenze del taglio della testa di Giovanni Battista.
Ma come è possibile che l’eccitamento di fronte alle belle forme di una donna, o l’ebbrezza di una notte d'amore o comunque la fantasia galoppante e inschiodabile nella mente di uomini e donne possano portare al peccato più devastante, quello dell’omicidio? Che ha a che fare il demonietto della lussuria con lo spirito della malvagità assoluta?
I fautori della bassa psicologia risolvono con la classica faciloneria: il sesso non centra: era una persona malata. Vada per il Re Erode, pazzo e maniacale; ma il Re Davide? Anche lui, assetato di sesso e di potere? Non mi risulta. E comunque anche se chi arriva ad uccidere fosse malato, mi chiederei a priori: come si è ammalato? Chi lo ha contaminato? E come si è aggravata la malattia nel corso della sua vita al punto di oscurare totalmente la coscienza? E chi mai è intervenuto per guarirlo?
I padri del deserto ritenevano che tutti i demoni vanno a braccetto. E il demonio della lussuria non è certo da tener sotto gamba. Lui spesso va a braccetto con il demone della gola, tanto che i nostri vuoti esistenziali li diamo in appalto al primo e al secondo insieme.
Ma l’uno e l’altro hanno lo stesso fine: l’annientamento dell’umano e l’allontanamento definitivo da Dio. Attenzione quindi a tener sotto gamba certi spiritelli all’apparenza scherzosi e gratificanti. Certo non li dipingerei più giganti di quello sono e neppure ne farei una crociata insensata alla don Giovanni coi mulini a vento, ma semplicemente li guarderei ogni giorno in faccia per smascherarli, chiedendogli nome e cognome e l’autorizzazione a passare nella nostra fantasia; perché questi demonietti da piccoli si fan sempre più grandi e non tanto perché abbiamo la magia di crescere d’improvviso, ma perchè siamo noi che concedendogli ogni licenza ce li ritroviamo improvvisamente padroni del nostro cuore.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Sabato 3 Agosto 2024
XVII settimana del Tempo Ordinario 

Prima Lettura
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 26,11-16.24
 
In quei giorni, i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una condanna a morte merita quest’uomo, perché ha profetizzato contro questa città, come avete udito con i vostri orecchi!».
Ma Geremìa rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltato. Migliorate dunque la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del Signore, vostro Dio, e il Signore si pentirà del male che ha annunciato contro di voi. Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto; ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, sarete responsabili del sangue innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole».
I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non ci deve essere condanna a morte per quest’uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore, nostro Dio». La mano di Achikàm, figlio di Safan, fu a favore di Geremìa, perché non lo consegnassero al popolo per metterlo a morte.


 
Salmo Responsoriale
Dal Sal 68 (69)

R. Nel tempo della benevolenza, rispondimi Signore.
Liberami dal fango, perché io non affondi,
che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde.
Non mi travolga la corrente,
l’abisso non mi sommerga,
la fossa non chiuda su di me la sua bocca. R.
 
Io sono povero e sofferente:
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento, R.
 
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri. R.

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