Marco 14,12-16.22-26: "Il cibo per la Vita Eterna..". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 14,12-16,22-26

Testo del Vangelo
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Meditazione
Oggi prendiamo consapevolezza, maggior consapevolezza del cuore della nostra religione che è il dono del Corpo e del Sangue di Gesù. Ecco, vedete, fin dall’antichità..da sempre, diciamo così, l’uomo ha cercato un contatto con Dio e lo ha cercato nella preghiera, ma non solo..oltre alla preghiera vuole dare qualche cosa a Dio. Pensate quando uno entra in chiesa, va a pregare ad esempio, la statua della Madonna, la cosa che gli viene spontanea è accendere una candela e non è una cosa così a caso. Quando uno vuole bene ad una persona, lo va a salutare e poi magari gli fa anche un regalo, un innamorato porta i fiori all’innamorata… Ecco, abbiamo bisogno oltre che di parlare, di dare qualche cosa. E allora fin dall’antichità, da sempre, l’uomo ha voluto dare a Dio anche l’offerta di un dono e si è dispiegata questa cosa nel sacrificio. Cos’era il sacrificio? Si portava un animale (stiamo parlando di millenni fa) e i sacerdoti del tempo mettevano questo animale sull’altare, lo uccidevano, lo sgozzavano, poi il sangue veniva asperso sulle persone che donavano quel sacrificio ed era l’idea che l’uomo aveva dato qualcosa di grande, al Punto di dare anche il sangue, cioè la vita, la cosa più importante. Ecco, quindi il sacrificio da sempre è stato il modo per arrivare al contatto con Dio. Passano i secoli, arriva Gesù e Gesù non è che rinnega questa cosa ma in qualche modo la personalizza e andando a guardare anche le profezie, i profeti che dicevano: non è il sangue degli animali, è il sangue della tua vita che è importante per Dio…Gesù che cosa fa? Trasforma se stesso in quegli animali, diventa Lui l’animale sacrificato, diventa Lui l’Agnello immolato. Per cui è Lui che dona il suo sangue. Dona il suo sangue a nome di tutti, per cui la più grande offerta al Padre di sempre, di tutta la storia è quella del Figlio, di Gesù. E allora noi che cosa facciamo? Noi ogni volta che celebriamo la Messa, andiamo a riattualizzare questa donazione. In ogni Messa Gesù si dona come Agnello sacrificale e quando il sacerdote prende l’ostia, che in quel momento è già Gesù, la spezza e dice: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo”. Lo spezza: Gesù si è spezzato per noi. Questo è il Mistero più grande, è il Mistero della nostra fede, ma sta a dire anche un’altra cosa, che così come Gesù, la nostra offerta più valida a Dio è l’offerta di noi stessi. Non in maniera cruenta, perché questo l’ha già fatto Gesù, che ha donato il suo sangue, ma noi possiamo invece donare la nostra vita. A chi? Agi altri. Quindi guardando Gesù che dona la vita per tutti noi nel sacrificio rituale, noi nel sacrificio di ogni giorno doniamo la vita agli altri come sacrifici viventi di fronte a Dio.

 

Recita
Patrizia Sensoli

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitrra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo. Omelia del 3 Giugno 2018, solennità del Corpus Domini. Chiesa di San Giuseppe, presso il Punto Giovane di Riccione.

 

Letture di Domenica 2 Giugno 2024
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Gesù Cristo

Prima Lettura
Dal libro dell'Èsodo
Es 24,3-8

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 115 (116)

R. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene. R.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R.

Seconda Lettura
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 9,11-15

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d'uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo - il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio - purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che era stata promessa.

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