Marco 9,41-50: "Un bicchier d'acqua...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 9,41-50

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

Meditazione
Dare un bicchier d’acqua è davvero semplice. E ci garantisce anche il Paradiso. Eppure non lo facciamo, perché pensiamo che la vita e la carità debbano essere sempre più complesse di quello che sono.
Così invece di cullarci nei pensieri felici di sobrietà e semplicità, viviamo l’insonnia dei pensieri difficili, complessi, martorianti per le nostre piccole menti e i nostri poveri cuori. E insieme a questi le zavorre che ci portiamo dietro, quasi dovessimo scontare sempre una colpa perenne.
Gesù ci chiede di tagliare con tutto questo, perché altrimenti viviamo un inferno e non il paradiso.
Allora quali sono quelle situazioni, quelle relazioni o quelle scelte che ci trasciniamo dietro nella nostra vita?
Gesù qui è netto, non ci vuole tiepidi, non ci vuole con i piedi in due staffe, ci chiede un SI pulito e coraggioso.
Credo che Gesù sia sempre pronto a guidarci, ma siamo noi che dobbiamo fare il passo. Se stiamo li fermi, a lungo a domandarci da che parte andare, come può guidarci Gesù? Siamo comunque fermi, senza dirgli ne SI ne NO.
A volte l’impotante è andare, dire sì affidando a lui i nostri passi…la  luce per il passo successivo si scopre solo camminando e poi ci pensa Gesù a raddrizzare ciò che noi creiamo storto! Si dice infatti che Dio scrive dritto anche sulle righe storte...

 

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Giovedì 23 Maggio 2024
VII settimana del Tempo Ordinario

Prima Lettura
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 5,1-6

Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro
ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente.
Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 48 (49)

R. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Questa è la via di chi confida in se stesso,
la fine di chi si compiace dei propri discorsi.
Come pecore sono destinati agli inferi,
sarà loro pastore la morte. R.

Scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà di loro ogni traccia,
gli inferi saranno la loro dimora.
Certo, Dio riscatterà la mia vita,
mi strapperà dalla mano degli inferi. R.

Non temere se un uomo arricchisce,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore, infatti, con sé non porta nulla
né scende con lui la sua gloria. R.

Anche se da vivo benediceva se stesso:
«Si congratuleranno, perché ti è andata bene»,
andrà con la generazione dei suoi padri,
che non vedranno mai più la luce. R.

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