Matteo 13,54-58: "Il figlio del falegname...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 13, 54-58

Testo del Vangelo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Meditazione
Io lo so, Signore, che tu mi sei vicino,
luce alla mia mente, guida al mio cammino,
mano che sorregge, sguardo che perdona,
e non mi sembra vero che tu esista così.

Non mi sembra vero che Tu esista così. Eppure quel non mi sembra vero così carico di emozione e commozione a Nazareth diventa un secco e perentorio: non è vero! La meraviglia viene soppiantata dall’incredulità e quindi dallo scandalo. E così nella sua stessa patria Gesù non viene riconosciuto. Eppure sarebbe stato così bello avere come concittadino il Messia atteso da Israele. Avere come concittadino lo stesso Dio incarnato nell'uomo Gesù. Pensate cosa si lasciano sfuggire gli abitanti di Nazareth. Poter dire: ho giocato con Gesù da piccolo, ho comprato da Gesù, il Messia il Figlio di Dio gli infissi delle finestre, dato che faceva il falegname. No. Gesù non ha ricevuto il successo che solitamente ottengono gli eroi dello sport quando tornano in patria vincitori di un trofeo. Gesù aveva già compiuto segni e prodigi nei villaggi vicini, ma quando torna a Nazareth non viene creduto. Perché? Perché in fondo non gli pare vero che esista un Messia così!
Ma questo non vale anche per noi? A volte mi dico: ma come possono i grandi studiosi di scienze, di fisica, di astronomia, coloro che indagano sugli spazi infiniti del cosmo e del microcosmo non cogliere che esiste una mente ordinatrice di tutto questo? Che esiste un Dio al di sopra che armonizza, che guida, che cura che ha in mano ogni cosa... Sarebbe troppo bello se ci fosse! E allora si preferisce credere che non ci sia.

Recita
Gennj Fabbrucci

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo. 

Letture di Sabato 1.Maggio 2024
V settimana di Pasqua 

Prima Lettura
Dal libro della Genesi
Gen 1,26-2,3

Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogàtela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando.


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 89 (90)

R. Rendi salda, Signore, l'opera delle nostre mani.
Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio. R.

Tu fai ritornare l'uomo in polvere,
quando dici: "Ritornate, figli dell'uomo".
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli. R.

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