
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69
Testo del Vangelo
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Meditazione
Eppure una delle sensazioni più belle rimane guardare qualcuno e accorgerti che il suo sgardo era già su di te.
Ho letto questa frase sul profilo Whatsapp di una ragazzina della parrocchia, mi è piaciuta tantissimo perché l'ho rimandata immediatamente alla mia relazione con Gesù. Uno dei momenti più vibranti è proprio quello in cui senti di essere anticipato dal suo sguardo: tu lo cerchi e Lui già ti guardava. E l'essere così guardato ti riempie di gioia. Ma non solo. Senti anche che quell'incrocio di sguardi dà senso alla tua ricerca. Sant'Agostino, lo sappiamo, è stato un grande cercatore di Dio, eppure un giorno si sentì così rispondere da Lui:"Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato, se io non ti avessi già trovato".
La ricerca di Dio non dipende dalle nostre forze e dalle nostre capacità, è semplicemente un essere attirati da Lui. "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre», dice oggi Gesù nel Vangelo. Un mistero assoluto. Indro Montanelli, uno dei più grandi giornalisti del secolo scorso, da uomo non credente confessava: "Ho sempre cercato Dio e non l'ho trovato. L'ho sempre cercato perché credo che la fede possa dare una forza straordinaria". Padre Raniero Cantalamessa citò proprio queste parole nella sua omelia in San Pietro, per il Venerdì Santo, e rispose al vecchio laico: "Forse Dio non ti ha dato la fede perchè lo aiutassi a purificare la fede di chi doveva annunciartela". Chissà se la risposta del frate cappuccino ha risolto gli interrogativi di Indro Montanelli. Fatto sta che alla fede viene chiesta una purificazione prima o poi nella vita. Nel Vangelo Gesù stesso mette a dura prova i suoi discepoli e di fronte a quelle parole terribili: "Tra di voi vi sono alcuni che non credono", racconta l'evangelista che molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con Lui. Anche gli apostoli, il gruppo più ristretto dei Dodici ha titubato, al punto che Gesù gli ha chiesto una conferma: "Volete andarvene anche voi?". Ma quando uno sperimenta nella sua vita di essere stato guardato da Colui che ha sempre desiderato guardare, non può che associarsi alla risposta eloquente di Pietro. "Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio".
Recita
Cristian Messina
Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Sabato 20 Aprile 2024
III settimana di Pasqua
Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
At 9,31-42
In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 115 (116)
R. Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.
Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli. R.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore. R.
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