
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 3, 14-21
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».».
Meditazione
Sapete quel’è il simbolo che identifica le farmacie? Un serpente che si attorciglia su un bastone. L’interpretazione comune riconosce in questo simbolo il bastone del Dio Asclepio, il Dio della salute. Il serpente, dato che ogni anno cambia la vecchia pelle è adatto a indicare il miglioramento ottenuto grazie alle cure mediche, mentre la verga, lo strumento che simboleggia l’azione dell’uomo nel somministrare le cure agli uomini.
La Bibbia ha però scelto il serpente come animale che provoca la morte con il suo veleno, ma anche capace di neutralizzare il veleno stesso. In effetti il termine greco che indica il veleno del serpente ha a che fare con la farmacia: farmacos, appunto. Usato in tempi e modi opportuni il veleno del serpente, diventa miracolosamente un farmaco. Non diciamo certo cose astruse e neppure semplicemente mitologiche. Sappiamo bene che per vincere una malattia si inietta nel corpo malato il virus della malattia stessa in modalità opportune. E’ il veleno stesso che ci guarisce.
Ora pensiamo a Gesù. Cosa fa Gesù per vincere il virus del peccato che dilaga nell’umanità? Si fa Lui stesso virus, peccato e si lascia iniettare nell’umanità moribonda attraverso la Croce. Come Mosè nell'Antico Testamento ha innalzato il serpente, per vincere il morso del serpente, così Gesù viene innalzato sul palo, sul bastone della Croce. E’ Lui il vero Dio della Salute, della Salvezza, il vero farmaco dell' immortalità.
Recita
Federica Lualdi, Riccardo Cenci
Musica di sottofondo
J.S.Bach. Matthaeus Passion. Erbarme Dich mein Gott. Diritti Creative Commons.
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Domenica 10 Marzo 2024
IV Domenica di Quaresima
Prima Lettura
Dal secondo libro delle Cronache
2Cr 36,14-16.19-23
In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme. Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l'ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all'avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni». Nell'anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: "Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!"».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 136 (137)
R. Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre. R.
Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!». R.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra. R.
Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia. R.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 2,4-10
Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
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