Giovanni 21,15-19: "Cerco il Tuo volto...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 21, 15-19

Testo del Vangelo
In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Meditazione
Ogni uomo e ogni donna è creato ad immagine e somiglianza di Dio. Questo è il dato biblico, da cui ovviamente prescindiamo. Che poi arrivi dal fango o da un processo di evoluzione, a livello teologico non è così fondamentale. Anche il fatto scientifico, ad oggi appurato, che l’uomo derivi dalla scimmia non toglie nulla alle verità bibliche. Le molecole e gli atomi con i quali è composto l’ uomo sono gli stessi del creato. Nessuna obiezione su questo. Ma di una cosa siamo altrettanto certi: Dio ha effuso su queste molecole che siamo noi lo Spirito Santo, il quale ci ha elevati rispetto ad ogni altro elemento della natura.
Questo valore aggiunto risiede nella immagine e somiglianza.
Ora i padri della Chiesa hanno voluto un po' giocare su questo concetto di immagine e somiglianza, provando a dargli delle caratteristiche più puntuali.
L’immagine è un calco statico che rimane indelebile in ogni uomo. La somiglianza invece è dinamica: si può perdere, e la perdiamo...
Per cui ogni uomo porta nel cuore la nostalgia di Dio grazie all'immagine, ma difficilmente riesce a indirizzare mente e cuore verso Dio, proprio a causa di una somiglianza smarrita. Causa di questa lacerazione è il peccato originale. Il peccato ci impedisce di essere pienamente ad immagine e somiglianza pur essendo strutturati così. Un po' come un computer il cui hardware è perfettamente funzionante, ed è l'immagine; ma il software fatica a configurarsi, e questa è la somiglianza.
Ora qual’è stata la strategia di Dio? Il ripristino della somiglianza. E come l'ha attuata? Consegnandoci il suo volto, alla cui immagine siamo stati creati: cioè Gesù Cristo.
In fondo la nostra vita è una continua ricerca del volto di Dio, che è in fondo il nostro vero volto, dato che siamo stati creati a sua immagine e somiglianza.
"Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il Tuo Volto",  ripete il Salmo. E ancora: "..di te ha detto il mio cuore: cecate il suo volto". Ecco quel volto è il volto di Gesù.
Allora lo Spirito Santo cosa fa? Ci restituisce quel volto. E ogni volta che rispondiamo di sì, si aggiunge un pezzettino in più fino a ristabilire pienamente la somiglianza in noi. A quel punto si realizza il processo di cristificazione e di santificazione.
Ecco spero di non essere stato troppo difficile. Ho provato a sintetizzare, ma, diciamo in conclusione il messaggio è questo: preghiamo con forza lo Spirito Santo per divenire santi come Lui è Santo. Buona attesa della Pentecoste!

 

 

Recita
Valentina Rastelli

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Venerdì 26 Maggio 2023
VII settimana di Pasqua

Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
At 25,13-21

In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo:
«C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l'accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall'accusa.
Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell'uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose. Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 102 (103)
R. Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l'oriente dall'occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe. R.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno dòmina l'universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi. R.

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