Giovanni 13,21-33.36-38: "La notte del tradimento". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38

Testo del Vangelo
In quel tempo, mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

Meditazione
Ci spostiamo sula cartina geografica da Betania a Gerusalemme, da casa di Lazzaro, Maria e Marta al Cenacolo, la casa dei discepoli. Pochi sono i chilometri di distanza, ma un abisso di emozioni li separano rispetto alla missione di Gesù. Rientrare a Gerusalemme equivale a dire: condanna a morte.
Gesù è consapevole di ciò. A Betania lascia l'amicizia di Lazzaro, la tenera compagnia di Marta e le lacrime consolatrici di Maria. Maria ricordiamocelo anticipa con il gesto del balsamo sul corpo di Gesù la sua sepoltura, cioè coglie con lucidità che Gesù morirà a breve e piange in anticipo la sua morte. A Gerusulemme nel cenacolo invece Gesù è con un gruppo di uomini inconsapevoli e testardi, che prima di riconoscere ciò che stava accadendo dovranno toccare con mano il fallimento al canto del gallo. Solo allora piangeranno con Pietro nel giardino.
Eppure è nel cenacolo, nella notte del tradimento che Gesù compie il gesto di donazione più potente della storia: l'Eucarestia!
In quella casa di Gerusalemme Gesù, prima di essere consegnato alle guardie, si consegna Lui stesso agli uomini e lo fa per sempre. Lo fa con quella magia perenne che è l'Eucarestia. Con il pane che riceviamo ogni Domenica siamo certi di avere con noi quel Gesù che si è legato a noi per sempre.
Eppure quella sera, nel Cenacolo non deve essere stato facile per Gesù compiere il suo atto di amore.
Non deve essere stato facile sparare a freddo quella frase orribile: uno di voi mi tradirà.
Solo Giovanni trova l'audacia della confidenza e chiede al suo maestro chi sarà.
Pietro invece non ne ha il coraggio e i suoi meccanismi di difesa si spostano verso la presunzione di voler risolvere tutto ad ogni costo.
Adesso basta con gli scherzi, sembrerebbe dire Gesù di fronte agli atteggiamenti bambineschi dei suoi discepoli. E con molta chiarezza e severità ammonisce Pietro rimandandolo al canto del gallo. È proprio stonato l'ardire di Pietro in questo momento così solenne. È un continuo musicare note stonate nell'apice della sinfonia della Storia della Salvezza.
Questa notte è solo tua Gesù. Non è tempo per noi, per noi uomini fragili e vigliacchi.
Fa pure tu Signore, fai tutto tu.
Sei solo tu che vincerai questa sfida è quello che è incredibile è che la vincerai per noi. Per noi inetti e ingrati, incapaci di un solo gesto di amore gratuito.
Signore quanto sei grande, quanto ci ami.
Che notte questa notte. Ti consegni agli uomini, alla loro meschinità, alla loro brutalità, alla loro ingiustizia.
Signore in questa notte fai tutto tu. Quando il gioco si fa duro, tu solo puoi giocare. Tu sei l'unico che può fare tutto questo. È notte. Tu entri nel Regno delle tenebre, nel giaciglio del leone, nella tana di Satana. Noi ce ne stiamo lontani. Tutto è buio per noi. Tu ci entri come agnello mansueto. Non c'è accenno di rabbia in te, nè di vendetta. Quanto vorrebbe il demonio vederti sprizzare odio contro i tuoi accusatori, ma tu non lo fai. Tutto in te dice pace, serenità, perdono. Neppure cedi alla stonatura del tuo figlio Pietro.
Grazie Gesù perchè ci ami. Grazie perchè il tuo amore non è teoria, ma azione silenziosa. Tu taci e così vinci. Entrando nella tana di colui che ci tiene prigionieri liberi tutti. È un tanaliberatutti. Questa volta definitivo. Grazie Gesù.

 

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Arrangiamento di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Martedì 4 Aprile 2023
Martedì della Settimana Santa 

Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaìa
Is 49,1-6

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza -, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 70 (71)

R. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami. R.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Mio Dio,
liberami dalle mani del malvagio. R.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.

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