Luca 11,14-23: "Satana...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 11,14-23

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.

Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.

Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».

Meditazione
Certo non gliene risparmiamo mezza a Gesù. Ieri venivano tacciato di eresia, accusato di voler abolire la legge di Mosè. Oggi addirittura additato come complice del demonio stesso.
Ma Gesù non si perde d’animo e anzi sia ieri che oggi ne approfitta per fare una catechesi a riguardo del tema. Tema di oggi? la demonologia. Cominciamo. Anzitutto Gesù parla del regno di Satana come di un regno unito in se stesso. In realtà il diavolo, come comunenmente lo chiamiamo noi, sappiamo è un divisore. Il suo nome stesso significa questo. Ma pur mirando a dividere gli altri, in se rimane ben unito e strutturato. Quindi il primo insegnamento che Gesù ci da circa la demonologia è che stiamo parlando di un avversario assolutamente forte. Il capo è appunto il diavolo, belzebul.
Gesù nel vangelo lo chiama Satana. Satan in ebraico significa accusatore. E chi accusa? Accusa noi. Noi uomini siamo continuamente sotto accusa da parte del demonio. Ci accusa, ci giudica e ci condanna. Satana è colui che pesa col metro implacabile della giustizia il nostro peccato e di fronte a lui risultiamo sempre mancanti. Ma come fa Satana ad accusarci? Cosa sa di noi? Conosce forse in nostri pensieri? No. Assolutamente. Ci conosce per altre vie.
Ascoltiamo sant' Antonio del deserto che di demoni se ne intendeva.

Dice così: "Rispetto agli angeli, i demoni mancano di conoscenza, in quanto non sono in grado di leggere nell’animo dell’uomo, ma sono attenti osservatori del nostro comportamento, del portamento, della voce e del nostro modo di muoverci. Quando vengono, come ci trovano, così si comportano nei nostri riguardi e adattano le loro immagini ai pensieri che colgono in noi. Se ci vedono spaventati e turbati, subito, come dei ladri che trovano la casa incustodita, aggrediscono; come noi pensiamo, così essi agiscono ma in misura maggiore. Così, se ci vedono turbati e pieni di paura, quelli con minacce e immagini aggiungono ancora timore. In tal modo l’anima misera, trovandosi in simili condizioni, soffre."

Sembrerebbe quindi che siamo in balia del diavolo senza poter opporre alcuna resistenza. In effetti, dice Gesù, qualsiasi uomo forte che fa da guardia al nostro cuore soccomberà di fronte al più forte di lui, il diavolo, che saccheggia tranquillamente il palazzo e ne spartisce il bottino.
E allora che fare? Semplice dice Antonio. Occorre mettere il più forte di tutti a custode dei nostri cuori. Solo così otterremo la vittoria.
Se infatti i demoni, dice sant’Antonio, ci vedono gioire nel Signore, mentre pensiamo ai beni futuri e consideriamo che ogni cosa è del Signore e che il demonio nulla può sia contro i cristiani, sia contro chiunque altro, allora retrocedono disorientati.

Recita
Martina Pasini

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Giovedì 16 Marzo 2023
III settimana di Quaresima

Prima Lettura
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 7,23-28
 
Così dice il Signore:
«Questo ordinai loro: "Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici".
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola; anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle.
Da quando i vostri padri sono usciti dall'Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti; ma non mi hanno ascoltato né prestato orecchio, anzi hanno reso dura la loro cervice, divenendo peggiori dei loro padri.
Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca».


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 94 (95)

R. Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
 
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
 
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.

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