Luca 9,18-22: "Voi, chi dite che io sia?". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 9,18-22

Testo del Vangelo
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Meditazione
Ricordate quelle interrogazioni o quegli esami dove il professore ti faceva una domanda precisa e tu rispondevi, sì esattamente, ma ti mancavano tanti di quei dettagli, che il professore era costretto a spiegarti con pazienza tutto il contesto dove andava inserita la risposta? E tu constatavi amaramente di aver detto ben poca cosa rispetto a quello che voleva il professore. Così è oggi nel Vangelo. Gesù il Maestro fa gli esami ai suoi discepoli, li porta in un luogo solitario e inizia con le domande: "Cosa dice la gente di me?". Beh, questa non è una domanda difficile. Raccontare cosa fanno, dicono e pensano gli altri fa parte del nostro bagaglio dialogico. Nel parlare siamo molto più orientati a dire la vita degli altri che la nostra. Ci è naturalmente più facile e a volte questo rischia di farci scadere nella mormorazione. Ma non è il caso di questo incontro tra Gesù e suoi discepoli. La domanda pur facile ha comunque un contenuto altamente spirituale, per cui non c'è spazio per le chiacchere. Cosa dice la gente di Gesù? A questa domanda i discepoli rispondono, sembrerebbe dal Vangelo, tutti quanti. Poi Gesù, il Maestro, pone la domanda difficile: "E voi, chi dite che io sia?" Qui casca l'asino: questa è una domanda che zittisce i discepoli, tranne uno, Pietro, che istintivamente risponde; "Tu sei il Cristo di Dio". Certamente la risposta è esatta ma nello stesso tempo incompleta. Anche per questo Gesù ordina di non riferirlo a nessuno. Sì perchè limitarsi a dare di Gesù un'identità solamente divina è cosa rischiosa. Quante volte anche noi ostentiamo la nostra fede ponendovi, si un Gesù talmente idealizzato che poco ha a che fare con le fragilità umane e quindi con gli uomini. Cioè ci dimentichiamo della sua umanità. Allora Gesù aggiusta la risposta: "Caro Pietro, questo Cristo di Dio di cui parli è anche colui che sarà disprezzato dagli uomini, perseguitato e ucciso e dopo risorgerà". Non è il Dio delle vittorie facili, dei poteri e delle glorie, neppure delle sicurezze e delle verità certe. Diceva una vecchia canzone del Gen Rosso: "E' il Dio che ha creato ogni cosa ma ha nascosto l'Amore dietro le apparenze di morte e di dolore". Quindi è qui il contesto della risposta di Pietro. Solo nel dolore si capisce la vera identità di Gesù, il Cristo di Dio.

Recita
Ioanna Chebotarova

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Venerdì 23 Settembre 2022
XXV settimana del Tempo Ordinario

Prima Lettura
Dal libro del Qoèlet
Qo 3,1-11
 
Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.


 
Salmo Responsoriale
Dal Sal 143 (144)

R. Benedetto il Signore, mia roccia.
Benedetto il Signore, mia roccia,
mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido. R.
 
Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore?
Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero?
L’uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa. R.

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