
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Meditazione
La porta stretta conduce alla vita, quella larga alla perdizione. L’idea che ci sta dietro è che è più difficile entrare in una porta stretta che in una larga. Ma da cosa dipende la difficoltà? Certamente dal fatto che una porta stretta ti obbliga a farti piccolo per passare, quasi a ridimensionarti. Non solo. La porta piccola ti costringe ad una sobrietà. Non puoi portare con te grandi cose, non ci passerebbero. Devi quindi lasciarle per passare, ti devi stringere e lasciar perdere il superfluo che ti accompagna. Quindi metaforicamente la porta stretta dice digiuno, spirito di sacrificio, capacità di distacco dalle cose; mentre la porta larga al contrario dice pigrizia, lassismo, comodità della vita… Questo è l’immaginario che tutti noi abbiamo quando Gesù ci parla di porta stretta o larga.
Ma non è solo così. Proviamo anche a guardare la metafora della porta non come una negazione di qualche cosa. Altrimenti facciamo del Cristianesimo sempre una religione del "questo non si può fare, quest’altro neppure e nemmeno l’altro"... Proviamo a guardare cosa invece mette in risalto lo stretto rispetto al largo.
Pensiamo ad una taglia di vestito: stretta e larga. Ora immaginiamo un tale che deve indossare una maglietta: se sceglie una taglia stretta va incontro ad una esaltazione del proprio corpo. Certamente se un ragazzo ha bei pettorali o una ragazza ha belle forme, quella maglietta metterà in luce la bellezza che c’è sotto, contrariamente svelerà la pancetta e i chili di ciccia accumulati.
La maglietta larga invece difficilmente farà vedere cosa c’è sotto: quindi servirà a nascondere e in qualche modo a falsare ciò che sono. Ecco, in questo caso lo stretto non è privazione di qualcosa, bensì rivelazione!
Ora ritornando al Vangelo, la porta stretta potrebbe proprio dire: fare verità di sé; cioè non nascondersi, non vergognarsi di quello che siamo e accettarci per quello che siamo. Solo così entreremo nella vita vera; solo così accoglieremo gli altri nella verità e nella libertà. Ma il passaggio dalla porta stretta è necessario. Concludo ricordando un bel libro “La storia infinita”. Il protagonista si trova ad attraversare tre porte. La seconda porta, non è una vera e propria porta, ma uno specchio, che mostra non l'aspetto esteriore di chi ci si rispecchia, ma il proprio Io interiore. E così cita l’autore Michael Ende: "Non è da sottovalutare la difficoltà di questa porta, in quanto molti, anche in apparenza forti e nobili, erano rimasti tanto impressionati da ciò che avevano visto nello specchio da fuggire terrorizzati".
Ecco, la porta stretta di Gesù è rivelatrice di ciò che siamo.
Recita
Sole Pellicano
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Martedì 21 Giugno 2022
XII settimana del Tempo Ordinario
Prima Lettura
Dal secondo libro dei Re
2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36
In quei giorni, Sennàcherib, re d'Assiria, inviò di nuovo messaggeri a Ezechìa dicendo: «Così direte a Ezechìa, re di Giuda: "Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d'Assiria. Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re di Assiria a tutti i territori, votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?"».
Ezechìa prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l'aprì davanti al Signore e pregò davanti al Signore: «Signore, Dio d'Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. È vero, Signore, i re d'Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d'uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo, o Signore, sei Dio».
Allora Isaìa, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechìa: «Così dice il Signore, Dio di Israele: "Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib, re d'Assiria. Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme".
Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dal monte Sion un residuo.
Lo zelo del Signore farà questo.
Perciò così dice il Signore riguardo al re d'Assiria:
"Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l'affronterà con scudi
e contro essa non costruirà terrapieno.
Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore.
Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo"».
Ora in quella notte l'angelo del Signore uscì e colpì nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Sennàcherib, re d'Assiria, levò le tende, partì
e fece ritorno a Nìnive, dove rimase.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 47 (48)
R. Dio ha fondato la sua città per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra. R.
Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.
Dio nei suoi palazzi
un baluardo si è dimostrato. R.
O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all'estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra. R.
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