Luca 9,11b-17: "Il Corpo e il Sangue di Cristo...". (Omelia di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


Meditazione
Oggi prendiamo consapevolezza, maggior consapevolezza del cuore della nostra religione che è il dono del Corpo e del Sangue di Gesù. Ecco, vedete, fin dall’antichità..da sempre, diciamo così, l’uomo ha cercato un contatto con Dio e lo ha cercato nella preghiera, ma non solo..oltre alla preghiera vuole dare qualche cosa a Dio. Pensate quando uno entra in chiesa, va a pregare ad esempio, la statua della Madonna, la cosa che gli viene spontanea è accendere una candela e non è una cosa così a caso. Quando uno vuole bene ad una persona, lo va a salutare e poi magari gli fa anche un regalo, un innamorato porta i fiori all’innamorata… Ecco, abbiamo bisogno oltre che di parlare, di dare qualche cosa. E allora fin dall’antichità, da sempre, l’uomo ha voluto dare a Dio anche l’offerta di un dono e si è dispiegata questa cosa nel sacrificio. Cos’era il sacrificio? Si portava un animale (stiamo parlando di millenni fa) e i sacerdoti del tempo mettevano questo animale sull’altare, lo uccidevano, lo sgozzavano, poi il sangue veniva asperso sulle persone che donavano quel sacrificio ed era l’idea che l’uomo aveva dato qualcosa di grande, al Punto di dare anche il sangue, cioè la vita, la cosa più importante. Ecco, quindi il sacrificio da sempre è stato il modo per arrivare al contatto con Dio. Passano i secoli, arriva Gesù e Gesù non è che rinnega questa cosa ma in qualche modo la personalizza e andando a guardare anche le profezie, i profeti che dicevano: non è il sangue degli animali, è il sangue della tua vita che è importante per Dio…Gesù che cosa fa? Trasforma se stesso in quegli animali, diventa Lui l’animale sacrificato, diventa Lui l’Agnello immolato. Per cui è Lui che dona il suo sangue. Dona il suo sangue a nome di tutti, per cui la più grande offerta al Padre di sempre, di tutta la storia è quella del Figlio, di Gesù. E allora noi che cosa facciamo? Noi ogni volta che celebriamo la Messa, andiamo a riattualizzare questa donazione. In ogni Messa Gesù si dona come Agnello sacrificale e quando il sacerdote prende l’ostia, che in quel momento è già Gesù, la spezza e dice: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo”. Lo spezza: Gesù si è spezzato per noi. Questo è il Mistero più grande, è il Mistero della nostra fede, ma sta a dire anche un’altra cosa, che così come Gesù, la nostra offerta più valida a Dio è l’offerta di noi stessi. Non in maniera cruenta, perché questo l’ha già fatto Gesù, che ha donato il suo sangue, ma noi possiamo invece donare la nostra vita. A chi? Agli altri. Quindi guardando Gesù che dona la vita per tutti noi nel sacrificio rituale, noi nel sacrificio di ogni giorno doniamo la vita agli altri come sacrifici viventi di fronte a Dio.

Recita
Elin Bartolini

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Omelia del 3 Giugno 2018, Solennità del Corpus Domini. Chiesa San Giuseppe, Punto Giovane, Riccione.

Letture di Domenica 19 Giugno 2022
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Prima Lettura
Dal libro della Gènesi
Gen 14,18-20

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.
 
Salmo Responsoriale
Dal Sal 109 (110)

R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». R
 
Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici! R.
 
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato. R.
 
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». R.
 
Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 11,23-26

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

 
Per conoscere tutti i contenuti di Pregaudio, clicca qui!

Il progetto del Social Gospel on PG

Il Dado di Pregaudio

Scopri ProMessa la nostra nuova App!

Scarica la nostra App su