Luca 18,9-14: "Gli altri siamo noi..". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".
Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Meditazione
Certamente non sarebbe stata questa vecchia canzone di Umberto Tozzi la canzone preferita del fariseo al tempio. Per lui gli altri sono decisamente altro da se. Lo cogliamo da questa maschera di preghiera che esprime stando in piedi: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini" .. Per lui gli altri sono decisamente altri, diversi, distanti, e ovviamente peggiori di lui. Questo fariseo è la controfigura del fratello maggiore nella parabola del padre misericordioso. Ricordate? Quello che non accetta il rientro a casa del fratello e si sdegna per l'atteggiamento di accoglienza del padre. Lontano da se stesso e lontano dagli altri. Così è questo fariseo. Non riesce a sentirsi fratello neppure di colui che sta pregando vicino a sé lo stesso Dio. Siamo ben distanti dal motivetto della canzone.
Ma ovviamente prima di Umberto Tozzi è stato San Paolo a parlarci dell’unico corpo del Cristo di cui tutti noi facciamo parte.
E prima di lui Gesù il quale ci ha insegnato il Padre nostro, nostro appunto. Cioè siamo tutti fratelli, tutti figli di uno stesso Padre. E allora capite che voler male all’altro significa voler male a se stessi. E pensate cosa significa allora uccidere un fratello. Un fratello cristiano addirittura, cioè un battezzato come me, nato in Cristo.
Lo spiega bene Tolstoi in questa sequenza di Guerra e pace in una situazione tanto simile si nostri giorni.

"Sul finire del 1811 cominciò l'armamento intensivo e il concentramento delle forze dell'Europa occidentale; e nel 1812 queste forze (milioni di uomini), si mossero da occidente verso oriente, verso le frontiere della Russia. Il 12 giugno le forze dell'Europa occidentale varcarono le frontiere della Russia e cominciò la guerra, cioè si compì un fatto contrario alla ragione umana e a tutta la natura umana. Milioni di uomini commisero, gli uni contro gli altri così innumerevoli malefici, inganni, tradimenti, rapine, falsificazioni, saccheggi, incendi ed assassinii quanti per secoli interi non ne raccoglierebbero gli annali di tutti i tribunali del mondo e che in quel periodo di tempo, la gente che li commise non considerò come delitti.
Per noi è incomprensibile  che milioni di cristiani si siano uccisi e torturati a vicenda perchè Napoleone era ambizioso, Alessandro era fermo, la politica dell'Inghilterra era astuta e il duca di Oldenburgo era stato offeso...".

Insomma è proprio vero: in paradiso si va insieme, all’inferno si va da soli! 

Recita
Danilo Concordia

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo


Letture di Sabato 26 Marzo 2022
III settimana di Quaresima

Prima Lettura
Dal libro del profeta Osèa
Os 6,1-6
 
«Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare,
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l'aurora.
Verrà a noi come la pioggia d'autunno,
come la pioggia di primavera che feconda la terra».
 
Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all'alba svanisce.
Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l'amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocàusti.


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 50 (51)

R. Tu gradisci, o Dio, gli umili di cuore.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
 
Tu non gradisci il sacrificio:
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
 
Nella tua bontà fa' grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l'olocàusto e l'intera oblazione. R.

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