Luca 11, 42-46: "Sepolcri imbiancati..". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 11,42-46

Testo del Vangelo
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».


Meditazione
Ad un bambino piccolo imponi una regola e non gliela spieghi perché non è in grado di capire. Poi quel bambino cresce e comincia a chiedere e domandare. Acquisisce intelligenza e conoscenza. A quel punto la stessa regola devi spiegarla ed aiutarlo ad integrarla nella sua vita mettendoti tu in gioco personalmente. Se non fai questo la regola diventerà per lui un peso insopportabile, come sostiene Gesu nel vangelo a riguardo della Legge caricata dai suoi dottori sul popolo di Israele. A scuola da prof quando entro in classe chiedo ai ragazzi delle medie di alzarsi in piedi. So bene che a lungo andare il gesto diventa pesante e insopportabile; allora cerco di motivarlo; gli spiego che è un rituale importante, è una cornice che apre un'ora nuova, o gli parlo del rispetto verso i prof e verso gli adulti oppure gli parlo del sempre valido galateo che prescrive di accogliere in piedi gli ospiti e non stravaccati, ma anche dell'importanza dell'alzarsi che nel Cristianesimo è il segno della Risurrezione. Insomma cerco di trovare ogni spiegazione per tener viva la regola, ma sopratutto cerco di non stancarmi io e giocarmi personalmente con i ragazzi anche nello stare in piedi con loro.
Ma in un ambiente culturalmente gerarchizzato come quello ebraico, dove le autorità non concedevano diritti di replica, non si dava spazio a motivare i comandamenti quanto piuttosto a punire gli inadempienti.
No, non può essere quello degli scribi e farisei il modo di educare la gente al rispetto della legge. Non funziona. Ci sono tre mondi che non dialogano, che non entrano in relazione. La Legge, il popolo e i maestri. Cioè tutto funziona, ma nulla funziona. I maestri pagano la decima, la legge è rispettata, ma di fatto come dice Gesù manca la giustizia e l’amore. E quegli stessi maestri che pensano di essere rispettati, lodati e applauditi dal popolo, in realtà sono come quei sepolcri imbiancati, quei lastricati bianchi su cui la gente passa sopra e neppure se ne accorge.

Recita
Daniela Santorsola

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo 

Letture di Mercoledì 13 Ottobre 2021
XXVIII settimana del Tempo Ordinario 

Prima Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 2,1-11
 
Chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità.
Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?
Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia.
Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non fa preferenza di persone.


 
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 61 (62)

R. Secondo le sue opere, Signore, tu ripaghi ogni uomo.
Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: mai potrò vacillare. R.
 
Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. R.
 
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore:
nostro rifugio è Dio. R.

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