"Il mio Papa" di don Franco Mastrolonardo



Meditazione
Di papi personalmente ne ho incontrati cinque. Di Giovanni XXIII ho sentito solo gli echi, con Paolo VI ero ancora piccolo, di Giovanni Paolo I non ho fatto a tempo ad accorgermi e poi è arrivato lui il polacco quando ero adolescente e non troppo vicino alla mondo della chiesa. Più che la sua elezione ricordo invece il famoso 13 maggio quando in classe alle superiori discutemmo tra noi ragazzi del colpo di pistola sparato da ali agca. Fu uno dei miei primi dibattiti pubblici sulla chiesa e papato. Poi lo vidi appena sfrecciare d'estate dalla spiaggia del mare quando ci onorò della sua presenza a Rimini. Si quando vedi un papa da vicino fa un certo effetto. Mai avrei pensato un giorno di andare a casa sua. Infatti mai avrei pensato di entrare in seminario e poi di andare a studiare a Roma al seminario romano dove di tradizione si incontra il papa due volte l'anno. La prima in seminario e la seconda a casa sua.
Ma devo dire verità... a parte l'impressione, il fascino, il privilegio di entrare dentro i palazzi apostolici e addirittura di recitar i vespri soli a soli noi seminaristi e lui nella Cappella Sistina, beh nonostante tutto questo non avevo ancora compiuto il passo. Ancora non era il mio papa. Si qualche corda si era mossa quando mia mamma, invitata a Roma alla festa della Madonna della Fiducia, ebbe anche lei la fortuna, come tutti i genitori dei seminaristi, di avvicinarsi al Papa. E la ricordo che pianse di gioia quando lui la guardò.
Però ancora non era il mio papa.
Non so. Lo vedevo con il Papa, distante dal mio mondo. Poi la mia ordinazione a diacono nella Basilica di san Pietro. Doveva essere lui a celebrare ma causa influenza lasciò il compito al card. Ruini. Beh la gioia di quel giorno superò anche il dispiacere di ricevere le mani del papa sulla testa; poi terminati i miei studi ritorno in diocesi e con Giovanni Paolo II non ho più avuto contatti visivi se non in televisione e leggendo i suoi documenti che, devo ammettere, non sempre ho condiviso appieno.
Poi arrivo il giubileo del 2000 e li scoppiò la scintilla. Lo vidi quella notte a tor vergata. Non avevo certo l'opportunità di stringergli la mano non stringendogli la mano ... ero forse a due tre chilometri di distanza. Ero prete giovane in mezzo ad una folla sterminata di giovani... lui da lontano ci catturò tutti. Ancor oggi quando guardo quelle immagini piango. Lì, quella notte è diventato il mio papa, quando nello schermo lo vedevo alzare le braccia per caricarci di energia, di entusiasmo. danzava su quella sedia, gesticolava e poi e poi le sue parole ci toccarono il cuore. Chi siete venuti a cercare. E' Gesù che cercate quando avete desiderio di felicità.
E poi l'investitura: voi siete le sentinelle del nuovo millennio! Ci chiamò, ci elesse con quella autorità e franchezza che non avevano eguali in uomini di chiesa.
Si apriva il nuovo millennio, Un Millennio già segnato dal dramma dall'11 settembre 2001 per arrivare alla pandemia recente. Ma noi siamo le sentinelle del mattino. Li, quella notte a tor vergata, ho accolto in pienezza la mia missione per i giovani, quell'anno è esploso il punto giovane come un big bang. I ragazzi, li presenti, sono stati marchiati dallo Spirito Santo sparato come un lanciafiamme su quella folla sterminata. Mai vista e mai più vedrò tanta gente insieme.
Eppoi la malattia. Li l'ho colto Giovanni Paolo come un padre, un nonno di una bellezza avanzata ma mai trascorsa, direbbe il Manzoni. con tanta voglia di fare e senza poter far nulla. Sulla croce come Gesù. Infine lo sbattere il pugno sul davanzale della finestra e il suo lasciatemi andare. Quella sera tornavo in macchina da un incontro degli scout....senti tutto alla radio. Piansi per tutto il tempo del viaggio in macchina. Ero solo. Mi sentivo orfano Avevo perso un padre. Non mancai di porgergli la mia gratitudine con quelle 18 ore di fila a san Pietro per arrivare anche solo ad un metro dalla salma e ricambiargli da prete una benedizione a distanza. Santo subito gridava la folla ed io preso da entusiasmo l'ho inserito subito nella nascente icona della discesa agli inferi. Mi diceva l'iconografo che era contro le regole mettere uno che ancora non era stato ufficializzato santo. ma io insistetti: lo sarà certamente.
Caro Giovanni Paolo II sei stato il mio papa. Che dire? Papa Francesco è un grande, forse il più grande di tutti, ma il mio papa rimane Giovanni Paolo II.

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo in occasione del centesimo anniversario della nascita in terra di San Giovanni Paolo, avvenuta il 18 Maggio 1920.

 

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