Giovanni 10,11-18: "Gesù, pastore di tutti!" (Commento di Papa Francesco)



Letture del giorno
Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli 11, 1-18
In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!».
Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: "Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!". Io dissi: "Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca". Nuovamente la voce dal cielo riprese: "Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano". Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell'istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell'uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l'angelo presentarsi in casa sua e dirgli: "Manda qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia". Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: "Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo". Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?».
All'udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».


Salmo Responsoriale
Dai Salmi 41 e 42
R. L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Come la cerva anela ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio? R.

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora. R.

Verrò all'altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio. R.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,11-18
In quel tempo, Gesù disse:
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Meditazione
Papa Francesco
Omelia a Santa Marta del 4 Maggio 2020. Lunedì della IV settimana di Pasqua

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli lo rimproveravano (cfr At 11,1-8). Lo rimproveravano perché era entrato in casa di uomini non circoncisi e aveva mangiato insieme con loro, con i pagani: questo non si poteva fare, era un peccato. La purezza della legge non permetteva questo. Ma Pietro lo aveva fatto perché era stato lo Spirito a portarlo lì. C’è sempre nella Chiesa – e nella Chiesa primitiva tanto, perché non era chiara la cosa – questo spirito di “noi siamo i giusti, gli altri i peccatori”. Questo “noi e gli altri”, “noi e gli altri”, le divisioni: “Noi abbiamo proprio la posizione giusta davanti a Dio”, invece ci sono “gli altri”… Si dice anche: “Sono i condannati”, già. E questa è una malattia della Chiesa, una malattia che nasce dalle ideologie o dai partiti religiosi… Pensare che al tempo di Gesù, almeno erano quattro i partiti religiosi: il partito dei farisei, il partito dei sadducei, il partito degli zeloti e il partito degli esseni, e ognuno interpretava la legge secondo l’idea che ne aveva. E questa idea è una scuola “fuori-legge” quando è un modo di pensare, di sentire mondano che si fa interprete della legge. Rimproveravano pure a Gesù di entrare in casa dei pubblicani – che erano peccatori, secondo loro – e di mangiare con loro, con i peccatori, perché la purezza della legge non lo permetteva (cfr Mt 9,10-11); e che non si lavava le mani prima del pranzo (cfr Mt 15, 2.20). Sempre quel rimprovero che fa divisione: questa è la cosa importante, che io vorrei sottolineare.

Ci sono delle idee, delle posizioni che fanno divisione, al punto che è più importante la divisione dell’unità. È più importante la mia idea dello Spirito Santo che ci guida. C’è un cardinale “emerito” che abita qui in Vaticano, un bravo pastore, e lui diceva ai suoi fedeli: “La Chiesa è come un fiume, sai? Alcuni sono più da questa parte, alcuni dall’altra parte, ma l’importante è che tutti siano dentro al fiume”. Questa è l’unità della Chiesa. Nessuno fuori, tutti dentro. Poi, con le peculiarità: questo non divide, non è ideologia, è lecito. Ma perché la Chiesa ha questa ampiezza di fiume? È perché il Signore vuole così.

Il Signore, nel Vangelo, ci dice: «Io ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore» (Gv 10,16). Il Signore dice: “Ho delle pecore dappertutto e io sono pastore di tutti”. Questo tutti in Gesù è molto importante. Pensiamo alla parabola della festa di nozze (cfr Mt 22,1-10), quando gli invitati non volevano andarci: uno perché aveva comprato un campo, uno si era sposato…, ognuno ha dato il suo motivo per non andare. E il padrone si è arrabbiato e ha detto: «Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze» (v. 9). Tutti. Grandi e piccoli, ricchi e poveri, buoni e cattivi. Tutti. Questo “tutti” è un po’ la visione del Signore che è venuto per tutti ed è morto per tutti. “Ma è morto anche per quel disgraziato che mi ha reso la vita impossibile?”. È morto pure per lui. “E per quel brigante?...”. È morto per lui. Per tutti. E anche per la gente che non crede in Lui o è di altre religioni. Per tutti è morto. Questo non vuol dire che si deve fare proselitismo, no. Ma Lui è morto per tutti, ha giustificato tutti.

Qui a Roma c’era una signora, una brava donna, una professoressa, la professoressa [Maria Grazia] Mara, che quando era in difficoltà per tante cose, e c’erano dei partiti, diceva: “Ma Cristo è morto per tutti: andiamo avanti!”. Quella capacità costruttiva. Abbiamo un solo Redentore, una sola unità: Cristo è morto per tutti. Invece la tentazione… Anche Paolo l’ha sofferta: “Io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di questo, io sono dell’altro…” (cfr 1 Cor 3,1-9). E pensiamo a noi, cinquant’anni fa, al dopo-Concilio: le divisioni che ha sofferto la Chiesa. “Io sono di questa parte, io la penso così, tu così…”. Sì, è lecito pensarla così, ma nell’unità della Chiesa, sotto il Pastore Gesù.

Due cose. Il rimprovero degli apostoli a Pietro perché era entrato nella casa dei pagani. E Gesù che dice: “Io sono pastore di tutti”, io sono pastore di tutti, e che dice: “Io ho altre pecore che non provengono da questo recinto. Io devo guidare anche loro. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge” (cfr Gv 10,16). È la preghiera per l’unità di tutti gli uomini, perché tutti,uomini e donne, tutti abbiamo un unico Pastore: Gesù.

Il Signore ci liberi da quella psicologia della divisione, di dividere, e ci aiuti a vedere questo di Gesù, questa cosa grande di Gesù: che in Lui siamo tutti fratelli e Lui è il Pastore di tutti. Quella parola, oggi: tutti, tutti, che ci accompagni durante la giornata.

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