Matteo 3,13-17: "Cieli aperti...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 3,13-17

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Christmas Oratorio - Part 41-46 I.2. Diritti Creative Commons, musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Anche se la scenografia è da film, con cieli squarciati, colombe che scendono a picco quasi fossero aquile e voci tuonanti che provengono dall’al di là, la sequenza del Battesimo di Gesù non ha nulla a che vedere con un film di supereroi. Non ha nulla di sensazionalistico. Cioè Gesù non entra nel Giordano per acquisire poteri, come succederebbe ad un supereroe in questa cornice di effetti speciali. Tutt’altro! Gesù non è un personaggio della Marvel, come il dottor Donald Blake che batte il bastone per terra, si trasforma in Thor, il potente dio del tuono, e poi torna indifeso e claudicante alla sua vita stentata o come Bruce Banner che non sa neanche il perché da timido scienziato si trasformi in quel bestione verde che è Hulk. Come non sa il perché improvvisamente ritrovi le sue sembianze umane e sia seduto in un vicolo con gli abiti strappati e seminudo.
No. Gesù non è soggetto a queste trasformazioni illogiche e repentine. Lui, piuttosto, i poteri li aveva già tutti in cielo. Diciamo anzi che scendendo sulla terra si è spogliato dei poteri, della natura divina ed ha assunto la condizione umana, che è condizione di fragilità e di mortalità. Quindi nessun potere per Gesù in terra. Il Battesimo per Lui, come per noi, è un battesimo di morte. E’ l’epilogo di una Kenosi, del suo svuotamento, di uno svuotamento totale fino alla morte e, come dirà San Paolo, a una morte di croce. Ma paradossalmente (ed è qui il bello del Battesimo!) nel momento in cui Gesù sprofonda in acqua, si aprono sopra di lui i cieli. Ecco allora l’aprirsi del cielo è metafora di nuova vita. Scendere negli abissi significa aprire il cielo sopra di noi. Quindi morire per vivere e non più vivere per morire.

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