Luca 10,21-24: " Apri i miei occhi...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 10,21-24

Testo del Vangelo
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Recita
Mara D'Angelo

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
C'è un motivetto musicale che, in questo periodo d'Avvento, sta rallegrando le lodi e i vespri di Pregaudio.
Dice così: "Apri i miei occhi Signore, aprimi gli occhi del cuore. Voglio vederti". 
Abbiamo ritenuto opportuno inserire questa bella canzone in questo periodo perchè l'Avvento è, per antonomasia, desiderio del volto di Dio. L'Avvento è immagine dell'umanità che dall'inizio dei tempi chiede di poter vedere il Dio che l'ha creata. Ma Dio, lo sappiamo, non si vede con gli occhi fisici, bensì con quelli metafisici, gli occhi del cuore. Ma noi da soli non siamo in grado di accendere questa vista. Siamo fondamentalmente ciechi. Per questo il canto implora: apri i miei occhi Signore.
Il Vangelo di oggi diventa allora la conferma che Dio davvero può guarirci dalla cecità spirituale. Gesù infatti si rallegra oggi e dice: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete". In realtà ciò che vedevano era Gesù in carne ed ossa che vedevano anche gli altri. Però gli altri pur vedendolo non, lo vedevano veramente.
L'Avvento dicevo è per antonomasia il tempo della guarigione degli occhi, perchè altrimenti non riusciremo a vedere nel Bambino di Betelmme il Dio che si è fatto carne.
Ma se volete l'Avvento é anche il Big Bang della Storia della Salvezza che ogni volta si rinnova e si dispiega nell'Anno Liturgico. E come nel grande Big Bang della scienza solo dopo 300.000 anni si vede la luce, perchè i fotoni finalmente liberati cominciano il loro viaggio nell'universo, così l'Avvento è l’incubatrice della luce, sono quei trecentomila anni che attendono la Luce vera, quella che verrà ad illuminare ogni uomo, la Luce del Bambino di Betlemme.

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