
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 18,35-43
Testo del Vangelo
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Recita
Paola Ragni
Musica di sottofondo
Al Vangelo Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri
Alla meditazione J.Brahms. Requiem, Op. 45 - I. Selig sind, die da Leid tragen. University of Chicago Orchestra. Diritti Creative Commons, musopen.org
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Meditazione
In sottofondo ai commenti di queste prossime settimane di Novembre troveremo dei brani del Requiem di Brahms. Questo perchè vorrei provare a dare un taglio ai commenti del Vangelo, partendo proprio dal clima liturgico che stiamo vivendo. Novembre affronta il mistero della comunione dei Santi e dell’aldilà. Ultimo periodo dell’anno liturgico ci prepara all’ultimo atto decisivo: il passaggio della morte. Ma perché questo Requiem e non quello di Mozart, ad esempio, o quello di Verdi molto più conosciuti? Ecco, le motivazioni le trovate negli approfondimenti sulla nostra web app, ma direi che in sintesi possiamo dire che Brahms a differenza di altri interpreta il Requiem non come il Dies irae, il giorno di vendetta di Dio, ma come il compimento delle beatitudini della speranza, infondendo all’opera musicale un’apertura alla gioia dell’incontro con Dio.
Ed ora andiamo al Vangelo. Un cieco torna a vedere. "Signore che io veda di nuovo". E Gesù a lui: "Abbi di nuovo la vista". E subito dopo, per chi non lo avesse ancora capito, l’evangelista replica: "Subito ci vide di nuovo". Non possiamo certo dire che il termine "nuovo" non passi inosservato. Quindi quel cieco una volta ci vedeva. Ma ora, dopo il tempo della cecità vede di nuovo o forse vede il nuovo, chissà! Cioè ha un modo nuovo di vedere al punto che, fra tutti i guariti di Gesù, mi pare sia l’unico a seguirlo o perlomeno che Gesù gli permette di farlo.
Sapete, a volte pensiamo al Paradiso come un totalmente altro. Pensiamo all’aldilà come una liberazione da questa "valle di lacrime" e un andare verso altrove. Eppure, se leggiamo bene il Vangelo della Resurezione, ci viene detto che Gesù è tornato dai morti.
Non è quel tipo di eroe che ha affrontato il nemico, lo ha vinto e se ne è andato, in questo caso nei cieli. E tutti noi dietro. No!
Cristo risorto è tornato dopo la morte sulla terra, alla vita che non è "altra", ma è la stessa da cui è uscito, ora glorificata. Un fatto assolutamente unico. Ed è questa vita che ha assunto. Il Paradiso quindi non sarà altro, ma sarà questa vita stessa glorificata. Come il cieco di Gerico sarà un vederci di nuovo, un vederci nuovo che da ciechi ora non vediamo.
Per gli approfondimenti e per scoprire il progetto del Social Gospel on PG vai su www.pregaudio/web-app
Il progetto del Social Gospel on PG