Preghiera di guarigione



Roveto ardente di misericordia
Brano audio tratto dalla 40. Convocazione Nazionale giubilare, nell'anno del Giubileo d'oro del Rinnovamento Carismatico nel mondo
Martedì 25 Aprile 2016

E' una rielaborazione tratta dalle preghiere comunitarie all'interno della convocazione del Rinnovamento nello Spirito a Rimini del 2016. Siamo stati attenti a non inserire i canti integralmente cercando di sfumarli opportunamente con le preghiere recitate. Diversi canti del Rinnovamento sono su Pregaudio con licenza Siae e col permesso da parte degli autori.

Come pregare la preghiera di guarigione
Alcuni suggerimenti pratici. Prima di iniziare è bene invocare su di sé, sulla persona per la quale si prega e su tutti i partecipanti, la protezione del Sangue dell’Agnello di Dio. Poi ci sono delle azioni e dei gesti che è meglio riservare ai soli ministri ordinati. I laici, ad esempio, evitino di dialogare con lo spirito maligno per chiedergli come si chiama o per fargli delle domande: questa azione la può compiere soltanto un sacerdote esorcista, che nel suo ministero - agendo su mandato del Vescovo - gode della protezione ufficiale della Chiesa. Ciò non vuol dire, tuttavia, che un laico non possa comandare allo spirito maligno (nel nome di Gesù) di abbandonare il corpo di colui che, da quello stesso spirito, è tormentato: in questo caso il laico starebbe impartendo un “comando”, che è una cosa ben diversa dall’intrattenere un “dialogo”.

È opportuno, inoltre, che i laici si astengano dall’imporre le mani: volendo possono alzare una mano (o entrambe) in direzione della persona per la quale si sta pregando, come segno di solidarietà e di invocazione, ma evitino di imporle o, peggio ancora, di poggiarle direttamente sulla persona per la quale si prega. Se la preghiera di liberazione è condotta da un sacerdote, che sia lui a imporre le mani sul fedele tormentato dal Maligno, poiché le sue mani sono state unte con il sacro crisma nel giorno della sua consacrazione presbiterale, e sono le uniche a essere realmente temute dal demonio.

Infine, poiché lo spirito immondo quando viene cacciato da un uomo potrebbe vagare in cerca di sollievo senza trovarne per poi ritornare in compagnia di «altri sette peggiori di lui» (Lc 11, 23-26), è necessario non solo proibire al demonio di ritornare - supplicando Dio che lo incateni all’Inferno o dove riterrà più opportuno -, ma anche riempire con la luce di Cristo quel vuoto lasciato dalla sua stessa cacciata. E quindi, ancora una volta, evangelizzazione e conversione.

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