Sancta Mater, istud agas



Parte nona
Sancta Mater, istud agas

Testo della preghiera
Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide.
Tui Nati vulneráti,
tam dignáti pro me pati,
poenas mecum dívide.
Fac me tecum pie flere,
Crucifíxo condolére
donec ego víxero.
Iuxta crucem tecum stare,
et me tibi sociáre
in planctu desídero.
Virgo vírginum praeclára,
mihi iam non sis amára,
fac me tecum plángere.

Traduzione
Santa Madre, fai questo:
imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso
fortemente nel mio cuore.
Del tuo figlio ferito
che si è degnato di patire per me,
dividi con me le pene.
Fammi piangere intensamente con te,
condividendo il dolore del Crocifisso,
finché io vivrò.
Accanto alla Croce desidero stare con te,
in tua compagnia,
nel compianto.
O Vergine gloriosa fra le vergini
non essere aspra con me,
fammi piangere con te.

Autore
Giovanni Battista Pergolesi

Suona
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Immagine
Sorelle clarisse di Sant'Agata Feltria

 

Preghiera tradizionale

Stabat Mater ("Stava la madre") è una preghiera - più precisamente una sequenza - del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi.
La prima parte della preghiera, che inizia con le parole Stabat Mater dolorosa ("La Madre addolorata stava") è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo. La seconda parte della preghiera, che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris ("Oh, Madre, fonte d'amore") è una invocazione in cui l'orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la crocifissione e la Passione.
Nel corso dei secoli essa si è affermata come preghiera molto popolare perché accompagnava il rito della Via Crucis e la processione del Venerdì Santo, e come canto amatissimo dai fedeli, non meno che da intere generazioni di musicisti colti, da Scarlatti a Vivaldi, da Rossini a Pergolesi.
Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) compose lo Stabat Mater nel 1735, a qualche mese dalla morte. La composizione gli fu commissionata dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, per officiare alla liturgia della Settimana Santa.
Pergolesi suddivide la sequenza in una serie di dodici duetti ed arie solistiche, così come era di prassi nel XVIII secolo.

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