La storia di San Giocondo di Aosta (30 dicembre)
Ci sono santi che costruiscono chiese.
E santi che costruiscono… passaggi.
San Giocondo nasce e vive ad Aosta, terra di confine, di monti, di strade difficili.
Luogo dove tutto è salita, dove ogni viaggio chiede fatica, dove nessuno arriva per caso.
Giocondo è un sacerdote, un uomo di Dio.
Ma soprattutto è un uomo che vede:
vede i poveri,
vede i viandanti,
vede i pericoli nascosti nel cammino.
Siamo tra l’XI e il XII secolo.
L’inverno morde, i fiumi sono impetuosi, i ponti fragili.
La Dora Baltea attraversa la valle come una ferita aperta.
Molti provano ad attraversarla.
Non tutti arrivano dall’altra parte.
Giocondo lo sa.
E dentro di lui nasce un’intuizione semplice…
e rivoluzionaria.
Un sacerdote che costruisce un ponte?
Sembra follia.
Non ha ricchezze.
Non ha eserciti.
Non ha potere.
Ha solo la fiducia della gente
e una certezza nel cuore:
Dio non vuole che i suoi figli restino separati.
Così Giocondo inizia.
Raccoglie elemosine.
Convince.
Si sporca le mani.
La tradizione racconta che, quando i lavori si fermarono per mancanza di fondi,
Giocondo non si disperò.
Si mise a pregare.
E continuò a lavorare.
E accadde qualcosa che la gente non dimenticò mai:
le pietre sembravano trovare posto da sole,
la struttura resisteva alle piene,
e ciò che era fragile… diventava solido.
Il ponte non crollò.
E molti cominciarono a dire sottovoce:
“Qui c’è più che ingegneria. Qui c’è fede.”
Quel ponte non servì solo a passare un fiume.
Servì a salvare vite.
A permettere incontri.
A unire villaggi, famiglie, destini.
Giocondo capì che il Vangelo funziona così:
non fa rumore,
ma regge il peso.
Giocondo non cercò onori.
Continuò a vivere tra la gente, come uno di loro.
Aiutava i poveri.
Accoglieva i pellegrini.
Pregava nel silenzio delle montagne.
Quando morì, il 30 dicembre,
Aosta comprese che non aveva perso solo un sacerdote…
ma un costruttore di comunione.
San Giocondo ci insegna che non tutti sono chiamati a predicare…
ma tutti possono costruire ponti.
Ponti tra persone che non si parlano.
Ponti tra chi ha paura e chi può aiutare.
Ponti tra il passato e un futuro possibile.
Alla fine dell’anno, quando tutto sembra fragile,
Giocondo ci ricorda che
la fede non elimina i fiumi…
ma insegna ad attraversarli.
Signore Dio,
che hai ispirato San Giocondo
a costruire ponti di pietra e di carità,
rendici artigiani di pace.
Aiutaci a non alzare muri,
a non spezzare legami,
a non lasciare nessuno solo
sulla riva della paura.
Fa’ che anche noi,
con gesti semplici e fedeli,
possiamo unire ciò che è diviso
e rendere sicuro il cammino degli altri.
San Giocondo di Aosta,
costruttore di ponti e di speranza,
prega per noi.
Amen.
Recita
Federica Antonelli, Giulia Marchionna
Musica di sottofondo
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