Santa Rachele (24 Dicembre)



La storia di Santa Rachele (24 Dicembre)
È notte.
La notte più lunga dell’anno.
Il mondo trattiene il respiro.

Nella Scrittura, proprio in questa notte, la Chiesa ricorda una donna:
Rachele.
Non una regina.
Non una profetessa.
Ma una madre…
una madre che ha pianto.

 

Siamo alle origini del popolo di Israele.
Rachele vive tra tende, greggi, pozzi nel deserto.
È amata profondamente da Giacobbe.
È bella. È desiderata. È scelta.

Eppure porta dentro una ferita:
non riesce ad avere figli.

Nel mondo antico, questo era dolore, vergogna, silenzio.
Rachele prega.
Aspetta.
Soffre.

La Bibbia non nasconde il suo grido.
Rachele piange.
Rachele si dispera.
Rachele lotta con Dio.

E Dio ascolta.

Dopo anni di attesa, Rachele partorisce Giuseppe.
Un figlio atteso come la luce dopo una lunga notte.
Un figlio che salverà la sua famiglia dalla fame.
Un figlio che porterà vita là dove sembrava finita.

 

Ma la storia non finisce così.

Durante un viaggio faticoso, Rachele resta incinta di nuovo.
Il parto è difficile.
Il cammino è duro.
E Rachele muore dando alla luce Beniamino.

Muore lontano da casa.
Viene sepolta lungo la strada.
Una tomba senza palazzi, senza onori.

Solo una madre…
che ha dato tutto.

Secoli dopo, il profeta Geremia scriverà parole che attraversano la storia:

“Una voce si ode in Rama,
lamento e pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata.”

Rachele diventa il volto di tutte le madri che piangono.
Di chi perde.
Di chi aspetta.
Di chi ama fino a spezzarsi.

 

Ed è per questo che la Chiesa la ricorda oggi.
Il 24 dicembre.

Perché proprio stanotte, a Betlemme,
un’altra madre partorisce.
Anche lei lontano da casa.
Anche lei nel silenzio.
Anche lei nel dolore.

Ma questa volta…
il pianto apre il cielo.

Rachele piange.
Maria spera.
E Dio mantiene la promessa.

Le lacrime di Rachele non sono state inutili.
Hanno preparato la strada.
Hanno scavato il cuore dell’umanità.

Stanotte nasce il Figlio
che asciugherà ogni lacrima.
Stanotte nasce la risposta
a ogni attesa.

Santa Rachele ci insegna che
Dio non disprezza il pianto.
Non scarta il dolore.
Non dimentica le attese lunghe.

Ogni lacrima è custodita.
Ogni notte ha una promessa.
Ogni madre che ama
è già santa.

Dio della vita,
che hai ascoltato il pianto di Rachele
e hai preparato, attraverso la sua attesa,
la venuta del tuo Figlio,

accogli le nostre lacrime,
le nostre ferite,
le nostre notti senza risposta.

Fa’ che, come lei,
sappiamo attendere anche nel dolore,
credere anche nel silenzio,
amare anche quando costa.

Santa Rachele,
madre dell’attesa e del pianto,
affida a Dio i figli del mondo
e accompagna questa notte santa.

Amen.

Recita
Rachele Nicoletti, Alessia Fantini

Musica di sottofondo
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Testo elaborato con IA

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