San Giovanni da Kety (23 Dicembre)



La storia di San Giovanni da Kety (23 Dicembre)
C’è una santità che non nasce nei palazzi…
ma sulle strade.

Nel cuore dell’Europa del Quattrocento, tra Polonia e Boemia, cammina un uomo solo.
Un mantello logoro, una borsa leggera, il Vangelo nel cuore.
Il suo nome è Giovanni da Kety.

Nessuno lo fermerebbe per strada.
Eppure, chi lo incontra… non lo dimentica più. 

Siamo nel XV secolo.
L’Europa è segnata da guerre, carestie, divisioni religiose, eresie.
Le strade sono piene di pellegrini, poveri, studenti, soldati, mendicanti.

Giovanni è un uomo colto: studia, insegna all’università di Cracovia.
Potrebbe vivere tranquillo, rispettato, al sicuro.

Ma nel suo cuore nasce una domanda:
“A cosa serve la conoscenza, se non diventa amore?” 

Giovanni insegna…
ma dona tutto quello che ha.

Ogni volta che riceve uno stipendio, lo divide.
Una parte per vivere.
Tutto il resto… per i poveri.

Se incontra un mendicante, si ferma.
Se qualcuno ha fame, mangia meno.
Se uno soffre, ascolta.

E quando qualcuno gli dice:
“Maestro, così resterai senza nulla”,
lui risponde:
“Dio non si lascia vincere in generosità.” 

Un giorno, accusato ingiustamente, perde la cattedra.
Umiliato. Allontanato. Messo da parte.

Avrebbe potuto difendersi.
Avrebbe potuto ribellarsi.
Avrebbe potuto odiare.

Invece… tace.

Accetta l’ingiustizia come preghiera.
Trasforma l’umiliazione in offerta.
E continua ad amare.

Anni dopo, verrà riconosciuto innocente e richiamato all’insegnamento.
Ma Giovanni non porta rancore.
Solo gratitudine. 

Giovanni cammina.
A piedi.

Cracovia, Roma, Gerusalemme.
Quattro volte va a Roma.
Una volta arriva fino in Terra Santa.

Cammina per pregare.
Cammina per affidare al Signore le ferite del mondo.
Cammina perché il Vangelo non resti fermo… ma diventi strada.

E ovunque va, lascia pace. 

La tradizione racconta che, una notte gelida, Giovanni incontra un povero tremante.
Senza esitazione, si toglie il mantello e glielo dona.

Il giorno dopo, qualcuno lo vede…
con il mantello addosso.

Come sia successo, nessuno lo sa.
Ma tutti capiscono una cosa:
quando doni tutto, Dio provvede. 

Giovanni muore il 24 dicembre, alla vigilia del Natale.
Come se tutta la sua vita fosse stata un’attesa.
Come se il suo cammino terminasse proprio davanti alla mangiatoia.

Lascia questo testamento silenzioso:
vivere poco per sé,
vivere tutto per Dio,
vivere sempre per gli altri. 

San Giovanni da Kety ci insegna che la vera grandezza
non è nel successo,
ma nella fedeltà.

Che si può essere santi insegnando, camminando, donando, perdonando.
Che ogni strada può diventare preghiera.
Che ogni incontro può diventare amore.

 

Signore Gesù,
che hai reso San Giovanni da Kety
maestro di sapienza e servo dei poveri,
insegnaci a unire la fede alla vita.

Donaci un cuore libero dall’avidità,
mani aperte per condividere,
piedi pronti a camminare
dove c’è bisogno di amore.

Fa’ che, come lui,
sappiamo trasformare ogni giorno
in un pellegrinaggio verso di Te.

San Giovanni da Kety,
amico dei poveri e dei cercatori di Dio,
prega per noi.

Amen.

Recita
Federica Antonelli, Giulia Marchionna

Musica di sottofondo
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Testo elaborato con IA

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