Beato Renato Dubroux (19 Dicembre)



La storia del beato Renato Dubroux (19 Dicembre)
C’è un attimo, nella foresta del Laos,
in cui il rumore degli insetti si ferma all’improvviso.
È come un respiro trattenuto dalla natura stessa.

Le montagne sono coperte di nebbia,
i sentieri fangosi,
le capanne illuminate da piccole lampade a olio.

È lì, in una delle terre più remote dell’Asia,
che cammina un prete francese.

René nasce in Francia, nella Lorena, nel 1914.
Un ragazzo come tanti,
timido, buono, appassionato della missione.

Quando entra alle Missioni Estere di Parigi,
non cerca gloria,
non vuole titoli:
vuole solo portare Cristo dove non è conosciuto.

E questo lo porta lontano…
fino in Indocina,
in un piccolo villaggio del Laos chiamato Ban Pha.

 

Sono anni difficili.
Il Laos è attraversato da tensioni politiche,
tra la presenza coloniale francese,
il comunismo che avanza,
e una popolazione poverissima, appesa al riso che coltiva.

Chi annuncia il Vangelo diventa, spesso, un bersaglio.
Perché la fede che libera fa paura a chi vuole controllare.

Renato non si lascia intimorire.
Vive come la sua gente:
mangia riso con le mani,
parla la lingua locale,
visita le capanne una per una.

Non impone mai nulla,
accoglie, ascolta, ama.

Molti lo ricordano come “il prete che sorride”,
che ai bambini regalava il tempo,
che ai malati portava medicine e una parola buona.

 

Ma il clima politico peggiora.
Gruppi armati iniziano a controllare i villaggi.
Per loro, i missionari sono “scomodi”,
perché insegnano libertà interiore
e costruiscono comunità che non si piegano alla violenza.

Renato lo sa.
Sa che restare può costargli la vita.
Eppure decide di restare.

Quando gli amici francesi gli suggeriscono di fuggire,
lui risponde semplicemente:

“Non posso andarmene.
Un pastore non abbandona il suo gregge.”

È la frase dei martiri veri.
Di quelli che hanno paura…
ma non scappano.

 

Il 19 dicembre 1954,
un gruppo armato entra nel villaggio.
Cercano il prete.

Renato si fa avanti senza esitazione.
Non resiste, non accusa, non discute.
Si consegna con calma,
come si consegna un pacifico alla forza.

Lo portano via pochi metri.
Poi… alcuni colpi.
Un silenzio improvviso.
La foresta che si ferma per un istante.

Renato cade a terra.
Un missionario in meno.
Un santo in più.

La gente del villaggio, terrorizzata,
raccoglie il suo corpo.
Lo piange come si piange un padre.
Lo seppellisce come si custodisce un tesoro.

Il suo sangue diventa seme.
E da quel seme, negli anni,
nascerebbe una Chiesa viva,
che oggi porta ancora il suo nome e il suo sorriso.

 

Signore Gesù,
che hai dato al Beato Renato Dubroux
la forza di amare fino al martirio,
benedici la Chiesa del Laos,
che continua a testimoniare il Vangelo tra povertà e persecuzioni,
e dona anche a noi il coraggio dei missionari
che annunciano il tuo amore senza paura.

Beato Renato Dubroux,
prega per noi.

Amen.

Recita
Maria Letizia Carli, Ida Maria Maestri

Musica di sottofondo
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Testo elaborato con IA

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