Allora, come si dice in inglese, giusto per capirci un po'? Sto provando a trovare un piccolo aggancio con Giuditta su un tema che non è semplice, è sempre complicato quando io rifaccio qualcosa, magari tenendo presente un modello di canzoni o di film. Lo rifaccio oggi, come si chiama questo? Va beh, allora vedi che sono bravi: remake, detto all'italiana, no? Quale R? Remake sarebbe il remake, quindi un remake. Tutti noi sappiamo cos'è un remake. Io leggo la definizione di remake: non si tratta solo di un miglioramento tecnologico, non si tratta solo di un miglioramento tecnologico con possibilità di nuovi effetti, ma anche del confronto con epoche passate. Pensate a un film di cui viene fatto il remake, non so, mi viene in mente qualcosa.
Non sento qualche film? Qualche film americani? Sì, sicuramente i film americani che sono stati dei cavalli di battaglia sono diventati dei remake anche di personaggi fantastici, tipo quante volte è stato fatto Superman, Batman, l'uomo ragno? Tante volte, alcuni film a volte proprio con lo stesso titolo. Ricordo qualche anno fa, beh, parecchi anni fa, quando ancora c'erano le videoteche. Sembra un secolo fa, invece non è proprio un secolo fa. Con gli amici andavamo e decidevamo all'ultimo momento cosa fare: uno va a prendere pizze, io vado a prendere un film, la videocassetta. La parola davvero del giurassico è la videocassetta.
Automatica era già automatica, quindi nel digitare il nome "La guerra dei mondi", quindi un film di fantascienza, gli alieni. Porto a casa questo film "La guerra dei mondi" degli anni '50 e '60, in cui ci sono sì gli alieni con la classica raffigurazione che invadono la Terra, con effetti speciali che potete immaginare, molto grezzi. Io però cercavo "La guerra dei mondi" in cui c'era Tom Cruise, che era uscito qualche mese prima, no, qualche mese no, mi hanno detto prima e quindi era già in videocassetta.
E ancora i miei amici mi stanno prendendo in giro, ovviamente non hai saputo manco prendere un film, meno male che c'è la pizza, così passa la serata. Il remake a volte riporta proprio lo stesso titolo. Che c'entra questo con Giuditta? Vi ripeto, la definizione non si tratta solo di un miglioramento tecnologico.
Capite che tra "La guerra dei mondi" degli anni '50 e '60 e "La guerra dei mondi" del 2000, ma non mi ricordo, è qualche cosa del 2006 forse. C'è una bella differenza negli effetti speciali tra Superman, il primo Superman e uno degli ultimi. Beh, capite che c'è una grandissima differenza, quindi non è solo una questione di effetti, ma anche del confronto con epoche passate. Questa definizione laica, se tu permetti, cioè stiamo parlando di film e di canzoni.
Questa definizione mi pare molto pertinente per Giuditta, quello che fa Giuditta nei confronti della storia biblica passata. Un'altra frase, sempre di questa definizione generale, quindi vedere un remake è anche un modo per avvicinare il pubblico al film originale di 30 anni fa. E mi pare che sia davvero una... questo remake, la definizione di remake. Molto opportuna per parlare di Giuditta, perché è un remake in senso buono, eh? Tutti i remake vogliono migliorare evidentemente il film precedente, la canzone precedente. È un remake che avvicina un'epoca passata al presente. Prendiamo il libro, c'avete il testo? Sì, il libro di Giuditta rientrerebbe nel nostro canone tra i libri storici. Ecco perché dicevo: scherziamo un po' sul remake, sull'inglese, però la questione è la storicità dei testi in un libro storico che si apre proprio classicamente come le opere storiografiche, cioè con delle indicazioni di cronologia di personaggi.
Nell'anno 12º del Regno di Nabucodonosor, che era il re degli Assiri, nella grande città di Ninive, Arfaxad regnava sui Medi ed Ecbatana. Apatana, questi edificò intorno ad Ecbatana mura con pietre tagliate nella misura di 3 cubiti di larghezza e 6 cubiti di lunghezza, portando l'altezza del muro a 70 cubiti e la larghezza a 50 cubiti. Versetto sette: allora Nabucodonosor, re degli Assiri, a tutti gli abitanti della Persia e a tutti gli abitanti delle regioni occidentali, a quelli della Cilicia, di Damasco, del Libano, dell'Antilibano, a tutti gli abitanti della Samaria e delle sue città, quelli che si trovavano oltre il Giordano, fino a Gerusalemme, fino all'Egitto, fino all'Etiopia. Cosa vuole fare Nabucodonosor? Vuole evidentemente espandere e conquistare tutto il mondo possibile, detto così in una maniera sommaria. Beh, qui ci sono degli errori dal punto di vista storiografico, proprio passi.
Nabucodonosor, sicuramente ricordate, è re di Babilonia, non è legato. Qui c'è scritto re degli Assiri, nella grande città di Ninive. Beh, non è un errore di poco conto, mi pare, no? Perché è un buco d'onore, cioè il testo sarebbe da collocare, se lo collochiamo a Nabucodonosor, al tempo in cui poi distruggerà Gerusalemme, 587 a.C., hanno più, hanno meno, e non era il re degli Assiri. Gli Assiri arrivano dopo, scusate, gli Assiri ci sono prima, sono gli Assiri che distruggono Samaria nel 722 a.C.
Sure! Here is the corrected text:
Non sono i babilonesi e cioè l'autore del libro di Giuditta vuole fare un remake di che cosa? Di avvenimenti che più o meno conosce con personaggi realmente esistiti da Nabucodonosor, la Siria, cioè i nemici. Nabucodonosor distrugge il regno del sud, Gerusalemme; gli assiri distruggono il Regno del Nord, appunto nel 722 a.C. Samaria, quindi, un remake di fatti accaduti con personaggi reali di cui lui aveva conoscenza e lo fa però diversi secoli dopo, magari anche con una certa imprecisione. E allora, quando lo fa, per chi lo fa? Dal contenuto del libro, dai personaggi del libro di Giuditta, sembra che siamo al tempo dei Maccabei. Che c'entrano i Maccabei? Dal testo che vi è stato preparato possiamo guardare pagina 30 e pagina 31. C'è un paragone tra Giuditta, Jeudit, che sarebbe il femminile di Giuda, non Giuda Iscariota. Giuda è un nome diffusissimo nella Bibbia, poi uno è rimasto giù da Iscariota e quando uno dice "dove sei?" "Sono in Terrasanta, nel deserto di Giuda." Ah, il deserto del traditore! Non c'entra niente questi messaggi nostri WhatsApp quando uno va in Terrasanta, non c'entra niente, cioè Giuda è Giudea. Eh, la Giudea, quindi, un nome diffusissimo evidentemente della tribù di Giuda, la tribù del sud, la tribù più importante.
Quindi, Giuda Maccabeo, che come Giuditta combatte i nemici, questo è il remake. Il testo di che funge respirazione è questa storia di Nabucodonosor, viene tradotta come dopo diversi secoli, siamo nel Secondo secolo a.C. e quindi se Nabucodonosor nel 587 fa cadere J, quindi VII secolo. Sesto, quinto, quarto, terzo, vedete sono quattro secoli di differenza. Eh, quella è la storia, i personaggi oggi il Giudeo si trova ad affrontare difficoltà simili a quelle affrontate nel passato. Sì, ci sono dei nemici ancora oggi.
Sì, come si combattono i nemici? Come li hanno combattuti alcuni nella storia di Israele di cui si parla nei libri dei Maccabei? Giuda Maccabeo, non so se vi ricordate, si ribella contro Antioco Epifane I, quindi Giuditta, facciamo così, è la versione femminile di questo, della volontà di opporsi ai potenti della terra che vogliono distruggere il popolo d'Israele. Come Giuda Maccabeo, così Giuditta. Femminile, Giuda, Giuditta. Chi è il nemico al tempo dei Maccabei? Antioco Epifane IV. Chi è il nemico nel racconto di Giuditta? Nabucodonosor. Ok, quindi viene proiettato nel passato qualcosa che l'autore biblico già conosce e vuole rilanciare questo messaggio di salvezza, perché è un messaggio di salvezza con dei protagonisti che sono verosimili. Ecco la verosimiglianza. Se siete confusi, non preoccupatevi. È normale, è un po' normale, però pensateci, perché spesso la Bibbia funziona così. Spesso la Bibbia funziona così. Tornerò fra un po' su questo.
Il nome, allora, il nome Giuditta è il femminile, dicevo, pagina 164 di Giuda e il paragone con la storia dei Maccabei che si ribellano al potente Antioco Epifane I è la storia che viene ripresa, riconsegnata con delle sottolineature. Non è un uomo con un forte esercito, Giuda contro Antioco Epifane IV, ma una donna da sola con un popolo, una parte del popolo che non ha neanche grande voglia di resistere agli oppressori, come vediamo adesso. Quindi il libro di Giuditta di che cosa parla? Di guerre, pare chiaro, di lotte. Pagina 29, la storia nel suo svolgersi è lineare. Il potentissimo esercito assiro di Nabucodonosor invade Israele; soltanto uno degli alleati degli assiri, il generale ammonita Akor, solleva dubbi sulla riuscita dell'impresa. Egli viene perciò abbandonato da Oloferne, capo dell'esercito assiro, alle porte della città di Beturia. Qui scopriamo che gli abitanti sono in preda alla disperazione, pensano di arrendersi di fronte alla potenza assira. A un certo punto, però, fa la sua comparsa Giuditta, che prima non era menzionata nel libro. Facendo finta di volersi arrendere agli assiri, si presenta al loro campo, seduce, qui ritorna il tema della bellezza, della seduzione, seduce il capo degli assiri Oloferne con la sua straordinaria bellezza, lo fa ubriacare, lo decapita portando la testa a Beturia. È un classico, anche nell'arte, è un tema diffusissimo.
È un tema diffusissimo, la decapitazione di Oloferne con questa donna che ha questa testa in mano. Gli israeliti, sull'onda di questa morte, sconfiggeranno così la potenza assira e persino l'ammonita Akor, che era quello che aveva avuto qualche dubbio su Nabucodonosor, si convertirà alla fede giudaica. Giuditta sarà celebrata come l'eroina del popolo, per cui il romanzo si presenta come una narrazione di carattere popolare in forma di romanzo a sfondo storico. Beh, uno sfondo, come ho provato a indicare, un po' nebbioso. Alcuni dati non sono proprio corretti, verosimili. Lo scopo del racconto, qual è? È un racconto didattico-religioso, come Ester. Anche per questo leggiamo insieme che significa didattico-religioso, che non è pura invenzione in quanto ai nomi, agli avvenimenti. Qualcuno ha oppresso Israele, qualcuno ha distrutto il popolo, ha occupato la terra. Non è una totale invenzione. C'è stata una resistenza maccabea, non è una totale invenzione, però lo scopo non è tanto fare la cronaca, ma dare delle idee, dare dei suggerimenti religiosi, edificare, raccontare qualcosa con lo scopo di essere utile alla crescita spirituale. Il mondo biblico, direi, il mondo antico funziona così, cioè noi pensiamo che noi oggi diremmo che questo è un falso storico. No, quasi. È falso, perché non c'è corrispondenza tra i dati e le informazioni, dati storici e informazioni raccolte. Qui però il mondo antico funzionava così, non voleva fare cronaca, voleva raccontare una storia.
Per quanto riguarda la Bibbia, storia della salvezza, fuori dalla Bibbia, una storia che ha tratti dell'epica. L'eroe è il vincitore, colui che viene esaltato e colui che sbaraglia i nemici. Capite che spesso si fa, come dire, una descrizione idealizzata dell'eroe. Anche perché chi racconta, in genere, la vittoria è sempre chi ha vinto la guerra. La sapete che la storia è scritta dai vincitori e quindi si sfumano i tratti, diciamo così, un po' più grigi, più critici, più problematici e si esalta la storia dell'eroe, della nazione giusta e della vittoria. Allora, tornando a noi, dicevo, la questione del remake è una questione importante, perché gli oppositori della Bibbia spesso liquidano la scrittura dicendo: "La scrittura è imprecisa, sbaglia, sbaglia date, personaggi, sbaglia su Giosuè 10." Vi ricordate Giosuè dice al sole: "Fermati!" Galileo fu condannato per questo motivo, perché cominciava a portare avanti la teoria eliocentrica, cioè non è il sole che ruota attorno alla Terra, è il contrario.
Però, una certa impostazione dogmatica della Chiesa, allora, è anche i detrattori di Galileo che portarono alla condanna per difendere, no, di Galileo, per difendere le teorie e la Bibbia, perché la Bibbia non può sbagliare. Oggi, grazie a Dio, abbiamo tante conoscenze, siamo maturi anche per comprendere che la Bibbia, come direbbe lo stesso Galileo, una frase che però è di Sant'Agostino: "La Bibbia non dice come va il cielo, ma come si va in cielo." Quindi possiamo dire così: Giuditta può sbagliare sulle date e Giosuè può sbagliare sulla cosmologia. Il libro levitico sbaglia pure sui cibi. Le cose buone da mangiare e da non mangiare. A tutti piacciono i gamberetti, penso, o chi è allergico al nichel, no? Però, o magari gli piacerebbe, però lì si dice: "No, sono dei cibi impuri." I volatili sono cibi impuri. Eh, il maiale è un cibo impuro.
Eh, però noi queste cose un po' le abbiamo superate, no? Le capiamo, cioè nella logica anche del compimento della parola. Alcune verità che in un determinato periodo storico potevano anche valere, avere il loro senso in ordine al compimento di Cristo, quelle verità passano in secondo piano. E questa è anche, come dire, il percorso che noi dobbiamo fare per cercare di recuperare anche il senso della scrittura, anche quando sembra che dica delle informazioni imprecise. Può sbagliare su questo, ma non sbaglia su quella che è la verità salvifica, cioè su come si va in cielo. A maggior ragione, il libro di Giuditta non ha proprio lo scopo di fare cronaca, ma di raccontare che cosa? Raccontare in maniera edificante una storia in cui Dio interviene grazie ai piccoli per liberare il suo popolo.
Questo è il senso, eh? Quindi lo scopo è didattico-religioso, quindi un remake, remake per attualizzare, quindi un rifacimento di qualcosa del passato per attualizzare che cosa? La contemporaneità del messaggio di Dio, della Bibbia, della liberazione. La contemporaneità, quindi, la data di Giuditta qual è? Se c'è un paragone tra Giuda Maccabeo e Giuditta, tra il re che Giuda Maccabeo combatte, Antioco IV, e il re che combatte Giuditta, Nabucodonosor, significa che Maccabeo è prima, Giuditta è dopo. Quindi attorno qui trovate qualche ipotesi attorno al II secolo a.C., probabilmente 135-104 come data avanti Cristo. Quando vi leggo la citazione di Luca Mazzinghi, che ha scritto un articolo su questo, è vero, pagina 32. È verosimile pensare che un giudeo di tendenza farisaica abbia composto la storia di Giuditta qualche tempo dopo la rivolta maccabica, verosimilmente durante il regno di Giovanni Ercano I, 135-104 a.C., un periodo nel quale la vittoria sulla monarchia straniera è cosa ormai acquisita, l'indipendenza di Israele raggiunta e l'ideale religioso dei Maccabei non si è ancora del tutto spento. Israele è immaginato nel libro di Giuditta come un popolo unito, soprattutto sul piano religioso. Quindi un remake di quanto hanno fatto i Maccabei. Giuditta, cosa fa? Richiama una storia più antica, quella di Nabucodonosor, con queste imprecisioni. Lo scopo è fare la cronaca? No, lo scopo è raccontare una storia edificante. Dicevo, il Dio che salva il suo popolo. Leggiamo un versetto di questo testo, 9:11. Versetto 9:1. Ci siete? Giuditta e la bella preghiera di Giuditta. Eh, noi abbiamo la preghiera di Giuditta, quindi sono dei testi profondamente religiosi, per quanto siano dei testi che parlano di battaglie. Torno su questo fra un po'. Giuditta, versetto 11, solo un versetto per richiamare il senso di questa preghiera: "La tua forza si rivolge a Dio, non sta nel numero né sui forti si regge il tuo regno. Tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il Salvatore dei disperati." Sembra una litania, potremmo fare l'elettania di Giuditta dopo quelle lauretane, magari mettere l'elettania di Giuditta, cioè.
Giuditta riconosce la grandezza del Signore, che si serve dei piccoli per portare avanti il suo progetto. Il piccolo qui è lei, i piccoli tra questi Anawim d'Israele. Conoscete questa categoria? O se non conoscete, è in qualche modo un classico, quasi. Dio salva il suo popolo attraverso coloro che rimangono umili, piccoli, come il Magnificat, per esempio. È un, diciamo, rientra tra questi, gli umili, i piccoli che si affidano a Dio, che vedono poi capovolta la situazione. Il cantico di Anna, che mi pare abbiamo pregato stamattina nelle lodi, Anna, la mamma di Samuele, che si sentiva angariata dall'altra moglie del marito, perché era sterile e non aveva figli, e poi il Signore la ricolma di beni, dandole il figlio Samuele. Gli Anawim, i poveri d'Israele, sono quelli che permettono anche una continuità nella storia biblica. Il resto d'Israele è una categoria profetica. Non tutti hanno peccato, qualcuno è rimasto fedele. Questi qua permettono la trasmissione della fede, cioè se il popolo è il destinatario della promessa, il popolo si corrompe peccando, soprattutto l'idolatria e l'ingiustizia sociale. Qualcuno rimane fedele e questa fedeltà è la fedeltà dei piccoli, di coloro che si affidano al Signore. È nelle angosce, nelle difficoltà, nelle tribolazioni, sperano in lui che esaudisce la preghiera. Quindi il libro di Giuditta, per quanto difatti sia cruento, perché decapitare qualcuno non è proprio l'atteggiamento di una persona mite. Per quanto sia cruento, racconta la potenza di Dio davanti ai grandi della terra, quindi davanti ai grandi pericoli della vita.
Giuditta si affida al Signore, ma questo mi pare un aspetto importante, questo affidarsi al Signore. Non scade nel quietismo. Quietismo, a volte, un po' in seminario, qualche parte spirituale, non da voi, ma non ci sono più ormai queste parti spirituali. E sono vescovi, no, nel senso che non sono più. "Davanti c'è un problema, pregaci sopra, ti passerà."
Non penso sia una buona risposta, perché il problema, se non lo attraversi, se la crisi ti attraversa. La preghiera non è una formula magica che ti risolve il problema. Il problema è, anche se ci preghi sopra, rimane. Sì, sicuramente la preghiera mi apre, no, all'incontro con il Signore, all'intelligenza, al discernimento, ci mancherebbe pure.
Però, il discernimento e la risposta mi coinvolge, cioè. Sebbene sia il Signore a operare i prodigi, chiede a me un atteggiamento attivo, attivo, cioè io devo fare la mia parte. Questo significa che se il problema.
Effettivamente più grande di noi e noi ci rivolgiamo il signore, dicendo signore, aiutaci tu, perché io da solo non ce la faccio Questo è solo il primo passo di un percorso che è di responsabilità, evidentemente in cui io devo poi sporcarmi le mani, scendere nel concreto. E allora, l'incontro con il signore mi porta ad affrontare con maggiore forza e consapevolezza, sapendo che c'è un progetto anche se io di questo progetto vedo solo un piccolo pezzettino. Quindi, non ho la visione globale questo mi porta poi ad affrontare il leone dibbeter no il re.
E in questo caso, ad affrontare, eh oloferne Il cattivo che em attraverso questa strategia seduttiva, difatti viene raggiunto e ucciso quindi il quietismo è io prego, non faccio nulla né in una direzione né nell'altra il signore sa potrebbe essere un rischio eh potrebbe essere un rischio quindi il libro di Giuditta mette al centro che cosa Dio che salva dagli oppressi Questo libro. Vado avanti eh sono le 10:15 questo libro è un libro che non so, non sono sicuro. Penso che nella liturgia non viene letto mai posso controllare, ma penso che non lo troviamo mai nella liturgia.
Cioè, nella messa per intenderci, forse è qualcosa cè nel breviario. Hm qualcosa nell'ufficio delle letture del previario. C'è qualcosa nella lettura breve di qualche lode nel lo di mattutine C'è qualcosa della nella lettura breve penso poi potrò essere anche un po'' più precisò devo controllare meglio.
Resta il fatto che non è proprio un libro che uno legge la prima mattina quando si fa il segno di croce. Mi capite, cioè è un libro un po' difficile. Questo libro dunque, Secondo secolo a.C. sotto il regno di Giovanni ircano, quindi 135 104 a.C. anche se racconta eventi del passato no vuole collegare l'azione di Dio come nel passato, come nel passato il Signore ha soccorso il suo popolo anche oggi lo fa lo fa con grazie all'aiuto dei piccoli lei è piccolo esercito un po' traballante e questo testo è un testo che ci è stato consegnato nella tradizione dei libri canonici, ma non è un testo diciamo tra quelli che anche la comunità ebraica legge è strano questa cosa perché è fortemente nazionalistico è un testo fortemente giudaico nei nomi nella teologia fortemente come mai questo testo non viene accolto nel canone ebraico?
Beh, è legata alla lingua questo testo forse scritto in greco in ebraico in aramaico noi non abbiamo questo testo abbiamo solo il greco abbiamo solo il greco e come sapete quando la comunità d'Iraele abbiamo richiamato in questo contesto quel quella riunione quel sinodo che si tiene agli Amnia attorno a 90 100 d.C. la comunità ebraica decide quali libri leggere fa una scelta vi ricordate quale scegliere solo i libri scritti in ebraico quelli che aveva a disposizione in quel momento, perché anche se c'era una un testo originale in ebraico non c'era non ce l'avevano quindi la decisione escludere i libri scritti in greco e sono sette i cosiddetti deutercanonici deuter canonici trovate questo nella pagina 30 deuterero canonici che noi abbiamo nel nostro canone ok quindi nella nostra Bibbia noi ce l'abbiamo è anche se non non preghiamo Giuditta nella messa per intenderci e noi abbiamo questo testo nella nostra Bibbia e la formula deotoro canonico in realtà risale alla riforma protestante, cioè sono quelli che sono canonici ma. Non che non sono diciamo ispirati tant'è che in alcune Bibbie protestanti vengono messi alla fine in alcune anche. Vengono proprio tolti.
Cioè, sono libri importanti, ma non sono libri ispirati per noi sono cattolici nel senso sono ispirati e importanti beh in così importanti come un po' hai detto. Non lo sono proprio no e cioè Giuditta non viene proprio letta tutti i giorni. E quali sono i sette di autore canonici sono e uno o due macabi Giuditta.
Eh Sapienza Siracide Bauc e. Bauk me ne sono perso uno faccio l'eleco di nuovo due macaBi Giuditta Bauk Sapienza Siracide topia sono sette sono sette sono libri che noi abbiamo nel nostro canone grazie alla 70 c'è questa Bibbia greca che ci ha consegnato tutti questi libri e che noi abbiamo accolto nel nostro canone okay. Quindi è un libro te canonico, domanda come mai questo testo.
Non è stato incluso nel canone di Israele alcune risposte pagina 30 e 31. forse il fatto che come protagonista ci sia una donna una donna, una donna molto virile, bella e fatale bella è fatale, quindi probabilmente quest'idea di donna troppo libertina ha portato un po' a guardare con sospetto questo modello femminile non è il modello della donna pia è sottomessa quindi probabilmente quando si decide di includere alcuni libri, anche per questo motivo contenutistico è stato deciso di escludere quindi un primo motivo può essere questo quindi l'idea di una donna che invece una donna battagliera, eh una donna che si è devota è bella, bellissima, ma è anche una donna intraprendente un secondo motivo, forse sempre dal punto di vista del contenuto nella trama che vi ho indicato velocemente c'è l'episodio della conversione di un comandante babilonese che ha delle riserve nei confronti dell'ammissione di Nabucodonos e viene lasciato questo qui si converte qualcuno tirava fuori la questione dei matrimoni misti no e nel posto esilio la comunità si irrigidisce richiamavo la questione della endogamia endogamia, cioè ci si sposa solo tra giudei i pagani sono pagani devono stare fuori la conversione di un pagano a Chior che diventa Cristiano scusate la il transfert che diventa Giudeo. E questo tema non viene visto bene nella comunità postesilica che ruota attorno al tempio e che decide chi è dentro e chi è fuori scelta rigorista escludere i pagani e una scelta che probabilmente ha comportato anche a guardare con sospetto giuditta che invece include la possibilità di accogliere un pagano che si converte, Può sembrare strano a noi eh però un po' vi ho dato qualche qualche indicazione, cioè. L'apertura universalistica della salvezza viene con Gesù ci sono nell'antico testamento alcuni testi che fanno intravedere la salvezza di Israele, cioè Israele la salvezza diretta dei pagani scusate altrimenti si passa da Israele la salvezza diretta da quello che so io viene in alcuni testi Giona vi ricordate il profeta Giona che deve andare a predicare a Ninive Jona rappresenta quella parte che resiste di quella parte di Israele che resiste alla salvezza diretta dei pagani e lui manco ci vuole andare a predicare fall'omeria più breve della storia ancora 40 giorni Ninive sarà distrutta e quelli ci credono veramente si convertono e Jona arrabbia no vuole morire Quindi quel testo di Jona è nella direzione di una salvezza diretta e poi qualche altro testo da quello che so io, cioè.
Il i canti del servo di Ywe che leggiamo durante la settimana santa lì si parla di luce per i pagani diretta luce altri testi o sono rigoristi come nel poste esilio esemia o sono come dire prevedono il passaggio da Israele per poter accedere indirettamente alla salvezza e queste resistenze come sapete, arrivano anche nel Nuovo tetamento no fino fino all'ascensioni di Gesù, anche Giudei pensano che Gesù avrebbe ricostituito il regno d'Israele. E questo è il tempo in cui ricostiturà il regno d'Israele, mentre Gesù sta scendendo sul monte degli olivi poverino gli saranno cadute le braccia Cioè questi non hanno capito ancora niente non è questione di regno fisico noi e voi noi e voi E anche nel Nuovo Testamento ci sono c'è un certo sguardo negativo verso i pagani samaritani i Cananei. Gesù capovolgem la prospettiva sono i pagani è un pagano che riconosce Gesù sotto la croce, ma questo siamo non ci porterebbe un po'' lontano come discorso Quindi probabilmente.
Un'opera del genere così aperta, nonostante la sua forte prospettiva nazionalistica non poteva essere accolta come libro sacro in più c'è la questione evidentemente linguistica cioè un testo in greco se c'era una un testo originale in aramaico in ebraico probabilmente non ce l'avevano noi non ce l'abbiamo sicuramente e il testo diventa un testo che non fa parte del canone ebraico del nostro sì e per questo che noi alla fine leggiamo dunque sono il 25 o qualche altro minuto cos'altro posso dire? Tra i temi principali vi ricordavo pagina 33 la forza di Dio non sta nel numero mi pare un passaggio molto bello e cioè è Dio che opera la salvezza sì con l'aiuto è l'intrapreninile e virile allo stesso tempo di Giuditta però non è un Dio che vuole la guerra questo mi pare un tema molto attuale pagina 33. più potente dei potenti della terra il Dio d'Israele è il Dio che stronca le guerre e un titolo in opposizione a quanto leggiamo in Esodo 153 cioè dopo il passaggio nel Mar Rosso voglio cantare in onore il signore perchéammira mente Dio Prato lui è uniscimik è un uomo di battaglia e un prode in guerra e il libro di Giuditta, sebbene ricorre alla violenza dice che non è un Dio che vuole la guerra, anzi è un Dio che stronca la violenza umana Ripeto, mi pare un messaggio bello messaggio positivo, cioè sebbene si debba ricorrere a queste armi e alla violenza lo scopo non è aumentare la violenza ma stroncare la prepotenza del del del del dittatore del dominatore di Nabucodonosor ma il Dio d' Israele e per questo al centro c'è la preghiera di Giuditta il Dio d'I Israele è un Dio che attraverso mezzi piccoli vuole stroncare arginare, fermare questo tsunami di violenza perché non è un Dio che ama la violenza preghiera che precede l'atto di decapitazione di fatti è l'ingresso poi con tutto quello che che che che comporta perché poi i giudei prendono coraggio e quindi puoi sconfiggono i nemici assiri la preghiera resta per il narratore di Giuditta il principale strumento di salvezza in mano agli israeliti Ecco, sono 29:30 abbiamo detto sì mi fermo un attimo bene quindi prima dire introduzione un po' unainfarinatura generale brutto dire cosi però è un modo per em tra il serio e facendo per introdurci ritorno su questa parola remake, quindi Giuditta fa un remake di Macabei Giuda Maccabeo Giuditta i Macabei che resistono contro Antioco Epifane I al tempo di Giuditta, i giudei che resistono contro e sconfiggono. Em Nabucodonosor, quindi questi sono i due principali i sacerdote Alcimo, un altro passaggio che avremo modo. un altro personaggio che avremo modo di dire qualcosa in più la dirò nel libro dei macabei Che richiama un altro sacerdote che si trova nella storia di Giuditta questi parallelismi permettono di dire che Giuditta vuole riconsegnare un messaggio a quelli della sua generazione che è un messaggio legato all'intervento di Dio nella storia, quale differenza se nella storia di Macabi l'esercito è un esercito che cresce sempre più e sconfigge i greci che vogliono profanare il tempio e poi il tempo tempio venne ridedicato al tempo di Giuditta nella storia di Giuditta scusate nella storia di Giuditta Nabucodonosor.
Non un potente esercito si oppone, ma un piccolo gruppo, una piccola donna anche qui, però c'è il tempio alla fine l'importanza del tempio piccola parentesi il tempio è un aspetto una istituzione fondamentale per l'Israele post esilico. Cioè, quando si torna dall'esilio babilonese, non si ricostruisce tutto il Regno del Nord con la Galilea sarebbe per noi. Il centro San Maria, il Regno del Nord non viene ricostruito soprattutto si rientra a Gerusalemme Beniamino e due tribù Giuda Beniamino si ricostruisce a Gerusalemme il tempio di Gerusalemme attorno al tempio ruota la classe sacerdotale non c'è +1 monarchia Non c'è un re al tempo di Gesù non c'è un re dei giudei c'è una ierocrazia cioè chi comanda sono i sacerdoti famiglia i sacerdotali poi questa istituzione si va sempre più definendo tant'è che c'è un sommo sacerdote che ha a rotazione tra le famiglie sacerdotali ha un potere religioso ma evidentemente anche un potere politico, quindi attorno al tempio c'è la comunità e grazie all'intervento.
Dei sacerdoti delle viti si ricostruisce questo Israele ecco perché l' istituzione del tempio è un'istituzione importante quindi nella storia di Giuditta I secoloI secolo a.C. nella storia di Giuditta poi la ricostruzione del tempio ha un senso perché richiama quello che storicamente era il contesto dei dell'Israele postelico. Spero di non confondervi a andando avanti e indietro con la storia però ecco l'idea del remake può essere ripeto una categoria che o con un linguaggio forse nostro può aiutare a comprendere un po'' desiderio di collegare un'epoca passata con un'epoca recente non solo cambiando gli effetti speciali ma riconsegnando messaggio per quella popolazione per quella generazione e quindi si fa un'opera di attualizzazione della salvezza e il messaggio è la salvezza ok attraverso i piccoli Detto questo dalla pagina 34 in poi riprendo delle categorie di narratologia perché abbiamo a che fare con delle storie sia est che Giuditta e quando parliamo di storie, ecco alcune categorie e ci aiutano a capire un po'' il senso della storia. Io dico sempre per le giuste proporzioni Vi ho già fatto l'esempio qualche giorno fa se io della storia di Ester mi concentro su Vasti.
La regina che rifiuta sto facendo un errore no di proporzioni, cioè sto dando troppa importanza ad un personaggio che. È importante, ma fa svolto il suo ruolo scompare dalla scena e quindi se per assurdo non dessi importanza a Mardoqueo e alla regina Ester o ad Amman e non sto leggendo in maniera corretta quel testo allora la nardologia permette di individuare i personaggi principali e la loro evoluzione, perché come ci siamo già detti i personaggi sono spesso in evoluzione. Alcuni invece sono monodimensionali a man, per esempio in estere è un personaggio sempre cattivo.
Cioè, che incarna una sola espressione, la cattiveria, l'avversione verso i giudei. Ester Mardoquo invece soprattutto E è un personaggio in evoluzione, appunto che passa dalla nascondimento. Al rive alla rivelazione è questo l'abbiamo detto abbondantemente altre categorie una di queste ve l'ho richiamata ieri a proposito del discernimento e la richiamo anche oggi anzi la leggiamo il flashback il flashback, ma queste sono categorie profane tutte le categorie di metodo sono profane metodo storico cridico, cioè le date.
Le le parole leesi nasce in un contesto di letteratura extra biblica, così si studiava. Eh la letteratura antica, Omero, cioè si andava a scavare a vedere le fonti. Non c'è un metodo cattolico sono tu i metodi sono strumenti che io possa utilizzare per comprendere meglio la scrittura.
O posso utilizzare per distruggere tutto, evidentemente perché il metodo è neutro dipende da me anche come utilizzo così la narratologia, come ho detto, nasce Un contesto, ovviamente, fuori dalla scrittura e della nasce in un contesto di letteratura di analisi letteraria. E quindi, categorie che poi i viblisti hanno provato ad applicare alla scrittura sono mutuate da questo mondo. Ecco perché flashback il linguaggio che noi troviamo nella letteratura troviamo anche nella cinema cinematografia no il flashback in un film che permette pagina 34 con il flashback la storia si ferma o torna ad un punto precedente raccontando qualcosa di già avvenuto, ma che ancora non è stato riferito ricordate i due esempi che vi ho fatto il primo giorno quella storia che era favola abbiamo chiamato in maniera lineare connessione tra i fatti un uomo che cade da cavallo viene curato dalla moglie e poi la moglie muore nella seconda colonna c'era la stessa storia, ma partiva dal fatto che l'uomo era soffermato su un particolare la sua ferita e dal fatto che vede gente attorno a sé e allora si risveglia e dice ecco questo è successo.
E ritorna poi al presente la moglie che è morta Ripeto questo rende un romanzo interessante un racconto interessante una storia interessante un film interessante. E la nartolologia biblica, eh legge i testi della scrittura grazie a queste categorie proprio per apprezzare meglio i testi, così come per la poesia noi applichiamo l'analisi poetica e non narrativa, perché per i testi in prosa così per questi testi in prosa ci servono queste categorie il flashback la storia Rallenta si ferma anzi hm torna a qualcosa che il lettore non sa e che serve per avere il quadro d'insieme, perché leggiamo i testi attraverso l'analisi negativa per avere questa concatenazione dei fatti all'interno di una storia ampia ho detto l'altra volta attenzione allo spezzatino ci piace un po'' eh spezzettare i testi e poi non capiamo non capiamo molto niente no però come nella liturgia a volte capita così no leggiamo un versetto. Ma magari eh, insieme a un altro, saltando in mezzo e poi perdiamo la visione insieme.
Perdiamo la narrazione, cioè globale, cioè un messaggio molto più ampio. Noi qui abbiamo il tempo anche per guardare questi testi con con attenzione, magari anche per. Studiare alcune categorie che ci aiutano, quindi il flashback serve ad integrare informazioni relativamente a un personaggio che ha fatto un nuovo o un secondo ingresso sulla scena raccontando qualcosa della vita di prima faccio un esempio del nuovo testamento che tutti conosciamo probabilmente vi ricordate il brano della donna emorroissa.
Il il brano della Dore della D Moroisa difatti eh la storia rallenta Gesù sta facendo un'altra cosa no sta andando a casa di Giahiro che ha questa figlia che e mo sta male mentre si sta recando una donna tocca. E il racconto si concentra sulla donna si dice che cosa fa chi è questa donna? Ha sprecato tutti i suoi soldi con i medici, invece di migliorare è peggiorata.
E quindi sì, sì, ci si concentra su questa donna e sulla sua vita precedente. Il racconto si ferma Si chiude la scena con questa donna che si presenta davanti a Gesù dice chi mi ha toccato di Gesù, eh. E sappiamo come finisce Gesù, non non diceva la tua fede ti ha salvato e poi il racconto riprende o quello è un piccolo flashback.
Cioè, la storia si ferma perché è entrato un personaggio nuovo, l'emorroissa e il lettore non sa chi è l'emorroissa grazie a queste informazioni noi sappiamo chi è l'emorroissa e anche il racconto stesso nella sua interezza acquisisce un senso più ampio Allora qual è il flashback che guardiamo insieme è l'ingresso di Giuditta capitolo ottavo versetti 27. dopo i racconti delle battaglie tra Oloferne e gli israeliti nel momento di massimo abbattimento del suo popolo Giuditta entra nel racconto ma il lettore non sa niente di Giuditta non sa chi è questa donna per questo chi racconta il narratore si premura alla premura di spiegare e ci racconta un po' quello che gli è successo quello che è successo a questa vedova virtuosa e qui aggiungo un particolare Juditta è una donna vedova che per quanto bella non si è mai risposata Suo marito era stato Manasse della stessa tribù e famiglia di lei. Egli era morto al tempo della mititura dell'orzo mentre stava sorvegliando quelli che legavano i covoni nella campagna il suo capo fu colpito da insolazione dovette mettersi a letto e morì in betulia sua città e lo seppellirono con i suoi padri nel campo che sta tra Dotain e Balamon Giuditta era rimasta nella sua casa in stato di vedovan ed erano passati già tre anni e quattro mesi vedete che il racconto indugia anche sui particolari non c'è niente più importante di un particolare chi lo diceva questo Smo Kols, scmo colms niente più importante in un particolare. Perché i particolari fanno la differenza e da un particolare si può risalire ad un indizio più indizi possono costituire una prova.
Quindi, particolari sono sempre importanti anche nelle nostre narrazioni. Noi che cosa riteniamo di quando sentiamo parlare qualcuno, magari proprio quel particolare che ci ha colpito potrei fare qualche esempio quando intera Santa faccio la guida e magari uno vuole dire tante cose. Prima fa la scelta di quel capitello c'è questo disegno ho imparato un po'' a fare questo, cioè a soffermarmi su un particolare.
E poi da quel particolare, magari arricchire un po'' la narrazione perché. funzioniamo anche così no particolare ci lo tratteniamo di più e quindi. E ci permette anche di da quel particolare risalire un po'' la visione generale. Quindi, l'insistenza sui particolari era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua casa si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti delle vedove quindi pur essendo ricca come vediamo, rimane uno stato di pubblica vedovanza da quando era vedova digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati le vigilie dei no e i noviuni le feste e i giorni di gioia per Israele era bella d'aspetto e molto avvenente nella persona.
Inoltre, suo marito emanasse le aveva lasciato oro e argento schiavi e schiave armenti e terreni ed essa era rimasta padrona di tutto molto interessante questo punto di vista storico cioè donne potevano ereditare anche nei tempi antichi, ad elefantina, una comunità Geudea in Egitto. Si ritrova anche la stessa cosa, cioè che le donne potevano ereditare non era automatico, eh che le donne potessero avere un patrimonio. Del marito, poi perché capite bene che il casato del ramo maschile poteva rivendicare.
No, il padre del defunto, il fratello maggiore i parenti stretti potevano rivendicare la proprietà E invece qui ci viene dato un'altra informazione cioè questa donna siamo in un contesto greco ellenistico evidentemente questa donna e un po'' più libera anche nella sua presentazione, come ho già detto prima. In questo nuovo contesto si sottolinea un particolare, ripeto. Se si sc se l'autore sceglie di dire quelle cose lì e di sottacere altre informazioni ci sarà un perché le parole della Bibbia non sono messe a caso c'è una narrazione un esempio quando Davide pecca con Bezzabea inizia così il racconto quando i re sollevano andare in guerra con il popolo Davide, pomeriggio esce sulla terrazza e vede questa bella ragazza, questa bella donna che fa il bagno.
E succede quello che succede se c'è data questa informazione, cioè il messaggio è Davide è al posto sbagliato doveva essere in battaglia con il popolo e quindi questo posto sbagliato porta poi a a fare le scelte sbagliate Quindi, quando nel nella narrazione l'autore sceglie certe parole e sceglie di non dire altre, darci altre informazioni, ripeto. Ci sarà un perché no ecco la narratologia che ci serve anche per comprendere. Il il il il plot, quindi questo piano generale e l'intreccio allora il flashback questo è un flashback.
Dopo che la storia è già iniziata, eh siamo al capitolo dopo diversi capito, siamo all'inizio del capitolo ottavo. Ci viene detto chi è Giuditta cosa fa Giuditta quali virtù ha questa donna è bella è devota e virtuosa e ricca e ricca Il racconto poi riprende il suo corso naturale dicevo ripeto il flashback e la storia si ferma introduce questa informazione e poi riprende. Venne dunque a sapere le parole esasperate rivolte al popolo dal popolo alle autorità e qui poi Giuditta, se avete il testo si propone per salvare il suo popolo capitolo ottavo versetto 32 ascoltatemi voglio compiere un'impresa che verrà ricordata di generazione e generazione ai figli del nostro popolo.
Voi starete riguardi alla porta della città Questa notte. Io uscirò con la mia ancella ed entro quei giorni dopo i quali avete deciso di consegnare la città ai nostri nemici, il signore per mano mia salverà Israele cioè i giudei hanno deciso di arrendersi e lei aspettate intervengo io e in quei giorni in cui questa la durata di quei giorni di attesa prima della consegna in quel tempo quel quei giorni lì sono giorni in cui io salverò Israele voi però non fate domande sul mio progetto. Non vi dirò nulla finché non sarà compiuto ciò che sto per farvi e questo è anche un tratto di furbizia è meglio non rivelare il piano la strategia le risposero zia e i capi va in pace il signore Dio sia con te per far vendetta dei nostri nemici se ne andarono quindi dalla sua tenda e si recarono ai loro posti poi c'è preghiera di quella preghiera abbiamo letto un versetto in cui Giuditta dice che il signore salva non con un grande esercito, ma con una donna alla fine poi interviene intervengono gli israeliti che animati dalla vittoria decapitazione.
Dalla decapitazione Dio Olo Ferne prendono coraggio e sconfiggono gli assili, però è il signore che agisce. Il signore che agisce, quindi il flashback okay una categoria che ci aiuta a inquadrare il racconto a capire meglio se l'autore ci dà queste informazioni ripeto ci dev'essere un perché e quindi io provo a soffermarmi su quelle informazioni che potrebbero anche risultare ridondanti ridondanti, cioè nel testo noi potremmo anche avere la ripetizione della stessa informazione, ma come mai viene ripetuta la stessa informazione pagina 38 perché l'autore evidentemente vuole insistere sulla frequenza sulla frequenza Quante volte si può narrare la stessa storia in un racconto si chiede Annalisa Guida è una bibrista della vostra terra e insegna a Napoli lei è di Napoli e lei si occupa di ntologia Nuovo testamento ha fatto qualche settimana biblica anche qui vero Quante volte si può raccontare la stessa storia in un racconto se lo chiediamo a Luca autore degli atti ci risponderebbe tante volte quante servono al mio lettore Luca infatti è inclina ai racconti ripetitivi ossia a raccontare più volte quello che è avvenuto una volta sola due volte racconta la censione tre volte la visione di Cornelio tre quella di Pietro tre la conversione di Paolo eccetera ma ribatterebbe Giovanni l'evangelista ciò è avvenuto una volta sola si racconta una volta sola e basta un segno alle nozze di Cana, una risurrezione di Lazzaro e così e così via quindi se il racconto si può raccontare lo stesso racconto più volte una frequenza Alta ci possono essere anche racconti che accadono una volta raccontati una volta che si chiamano singolari Al di là ripeto delle parole che però ci possono anche servire il senso è perché Luca racconta tre volte la vocazione di Paolo sarebbe interessante sapere cosa pensate voi no di questo perché è tre volte negli atti degli apostoli. E poi abbiamo il racconto di Paolo stesso, cosa dice Paolo no nel nella lettera regalati.
Evidentemente, dai tre racconti, noi acquisiamo il lettore noi acquisiamo delle informazioni su Paolo e la sua vocazione e le acquisiamo leggendo il primo, il secondo e il terzo, quindi le informazioni sono date all'interno di una narrazione più ampia che è quella degli atti degli apostoli che si lega anche al Vangelo di Luca sono le due opere di Luca no entrambe si aprono con un prologo Luca dice scrivo a teteofilo quindi l'inizio del Vangelo di Luca eh anche l'inizio del Vgelo di del degli atti degli apostoli sempre rivolti alteofilo Scrivo a te, perché la tua fede Luca abbia solidità questa è l'intenzione generale solidità, cioè raccontare più volte lo stesso avvenimento in un quadro più ampio. Gli atti degli apostoli da Gerusalemme a Roma sostanzialmente probabilmente nel Vangelo di Luca serve a mostrare la solidità della fede quindi la frequenza se lo stesso racconto è ripreso più volte, evidentemente un racconto importante e io nei tre non vedo la fotocopia di uno dell'altro, ma devo notare se ci sono e in genere ci sono i particolari le differenze e l'attenzione al testo, eh alla lettera piccola parentesi sempre contro i fondamentalismo. Noi a volte riempiamo il testo, lo infacciamo di tutto quello che vogliamo noi quando c'è il testo da solo, dice tanti tante tante verità tanti aspetti ci racconta.
Eh tanti avvenimenti, ma perché lo dobbiamo impoverire? Riempiendolo delle nostre proiezioni, sì le nostre domande ci sono devono rimanere anzi grazie queste domande nole leggiamo il testo. Però non lo dobbiamo svuotare io penso anche nella catechesi no quante volte.
E ci dobbiamo per forza appoggiare un testo per dire quello che vogliamo noi o peggio dell'omelia no. E dobbiamo per forza far fare stretching al testo, eh tirarlo e ritirarlo, eh stirarlo, eh. Avvolgerlo annodarlo in base a quello che ci serve, perché dobbiamo dire per forza quella cosa lì e purtroppo, poi rischiamo di dire in tutte numeririe la stessa cosa di domenica e domenica.
E quando i testi sono diversi e presi nella loro singolarità, hanno già un messaggio evidentemente. Quindi, fare attenzione alla lettera alle parole e ai verbi. Io so che Don Don Valentino, per esempio, porta avanti anche le le diverse.
Em i diversi metodi di lettura note verso i colori, la birra a quattro colori ci dici qualcosa ora faccio io come fai tu a me che mi mi fai sempre delle domande così devo buttare improvvisando no vedi ti ti astieni, eh. Quindi, eh, i diversi metodi di lettura della scrittura. Partendo dalla lettera non è una decurtazione dello spirito assolutamente anzi.
Qualcuno sacerdote anziano, eh della della mia diocesi, eh una volta fece un omelia sulla. Sette allegrezza di Giuseppe in maniera speculare sette dolori di omaria era il San Giuseppe 35 minuti di omedia non 35, 35 di orologio, eh. Perché lui si chiamava Giuseppe, giustamente si chiama non è morto doveva solennizzare la cosa e io dopo la messa risiede in Giuseppe, però cioè, ma ma leggi le righe anche qui con Giuseppe.
Cioè, non abbiamo 3000 testi no quelli sono poi Giuseppe nel Vangelo di Giuseppe non c'è neanche una parola. Quindi, ancor di più io sarei un po'' più sobrio, no. Eh no dice no leggi le righe no disse a un certo punto dice no Dice noi dobbiamo leggere tra le righe, e vabbè, se leggiamo dalle righe leggiamo tutto quello che vogliamo.
No le riempiamo quelle righe in base un po'' , quello che vogliamo. Quindi vedete tornando alla narratologia, no alla lettera l'attenzione È importante cogliere questi particolari, queste ripetizioni in questo caso, la frequenza, eh prima i flashback poi la frequenza. Quindi, se c'è la ripetizione del racconto, quindi pagina 38 e come si fa quando una stessa azione si ripete più volte un esempio da Giuditta nel sommario che racconta i tre giorni in cui la donna sosta presso il campo a Siro preparandosi all'uccisione del generale si racconta una sola volta ciò che si ripete per tre giorni di seguito, quindi una sola volta quello che lei fa per tre giorni rimase così al campo tre giorni usciva di notte nella valle sotto Betulia e si lavava nella zona dell'accampamento la sorgente d'acqua risaliva dall'acro pregava il signore Dio di Israele di dirigere la sua impresa volta a ristabilire i figli del suo popolo rientrando purificata rimaneva nella sua tenda affinché verso sera non le si apprestava il cibo.
È un'azione che viene raccontata da una sola volta, però le le cose accadono più volte evidentemente questo serve all'autore per dire che Juditta è veramente devota. Fugge di notte per purificarsi perché nell'accampamento del nemico, quindi impuro E quindi, sottolinea che cosa questa questa questa ripetizione che lei veramente cura e la sua missione è una missione religiosa. D'chille viene la forza per compiere poi quella decapitazione del signore, perché lei è devota epia così come ci è stato detto all'inizio, quindi indugia su questo particolare della donna ancora qualche altra categoria che ore sono 11:23 o ancora qualche minuto sì qualche altra categoria la durata la durata pagina 36. raccontare significa spendere tempo trovate queste indicazioni nell'articolo di Annalisa Guida che ho citato diverse volte qui introduzione all'analisi narrativa L'articoletto che troviamo in un in un numero di parole di vita numero quattro del 2011.
E anche su altri numeri di quell'annato nel 2011 Annalisa ha dato delle indicazioni sulla narrotologia raccontare quindi significa spendere tempo tempo diverso per le diverse vicende tempo che misuriamo in termini di pagine o di righe o di parole o di interi libri dedicato ad un evento piuttosto che a un altro sappiamo bene che dosare sapientemente questo tempo è indizio di grande abilità narrativa dicevo il primo giorno una delle dei tre principi della narratologia è la suspense Cioè, io inizio a vedere un film o leggere un libro e. Il regista e il narratore deve essere bravo a mantenere testa la mia attenzione è la mia curiosità Perché io ho qualche informazione, ma non so tutto. Non so ancora tutto ci sono delle informazioni che non mi vengono date all'inizio, ma in corso d'opera flashback per esempio no l'intreccio ci sono delle complicazioni come abbiamo visto Ester quindi ci sono degli intrecci narrativi che rendono la vicenda avvincente certo, non posso portare troppo per le lunghe un racconto, un film facevo l'altra volta, l'esempio di Beautiful no.
Da da quanti anni dagli anni 90 prima Tutti si sono sposati con tutti e si sono già lasciati con tutti pure e poi sono ritornati anche insieme. Quindi, alla fine, capite bene che se il racconto viene talmente diluito in questi hm intrecci che. Che a volte possono essere anche abbastanza prevedibili, no perché un film ci piace quando c'è colpo di scena.
Un romanzo quando a un certo punto, l'autore che ci presenta i diversi personaggi e l'intreccio poi un certo punto compare. l'assassino che non pensavamo che fosse lui gli indizi c'erano, ma non pensavamo mai che fosse il maggiordomo. Che voleva invece ereditare, perché c'aveva un figlio segreto con la moglie di quello che poi lui stesso ha ucciso tanti intrecci. Quindi, non possiamo come dire annacquare troppo l'intreccio e moltiplicare all'infinito.
Ma ecco una buona buon racconto, è un racconto che tiene desta la mia attenzione e curiosità e mi porta a girare l'altra pagina è ancora quella successiva è ancora quella successiva per per arrivare poi alla al momento in cui dicevamo cioè dopo la complicazione, lo svelamento e poi la conclusione. dunque, dosare sapientemente questo tempo è indice di grande abilità narrativa Il narratore di Giuditta palese maestria quando prima dell'uccisione di Oloferne per ben due volte rallenta l'azione e mostra la donna in preghiera prendiamo 137 scusate se sono molto didattico e un po' deformazione professionale. Però ho visto ché sé prendiamo i versetti è leggiamo forse un po'' tutti per tutti un po'' più chiaro. 1347 capitolo 13 vers erano tutti estenuati perché avevano bevuto troppo sicuramente La professoressa Virgilio tornerà su questi particolari del vino della seduzione. Giuditta fu lasciata nella tenda e o lo ferme era sprofondato nel suo letto ubriaco fradicio. noi che potremmo dire e ora la uccide lo uccise e uscì Allora Giuditta ordinò a Lancella di stare fuori dalla camera da letto e di aspettare che uscisse come aveva fatto ogni giorno aveva detto infatti che sarebbe uscita per la sua preghiera e anche con Bgoa aveva parlato in questi termini si erano allontanati tutti dalla loro presenza e nessuno dal più piccolo o più grande era rimasto nella camera da letto Giuditta fermatasi pre sul letto di lui disse in cor suo Signore Dio io avrei ucciso subito dicesse questo si sveglia poi che facciamo e invece no no vedete narratore rallenta.
Per manifestare sempre che cosa la pietà di Giuditta, la religiosità di Giuditta, signore d'ogni potenza guarda propizio in quest'ora l'opera delle mie mani per l'esaltazione di Gerusalemme è venuto il momento di pensare alla tua eredità di far uscire il mio progetto per la rovina dei nemici che sono insorti contro di noi avvicinate vedete la storia ha rallentato eh e poi riprende, avvicinatosi la sponda del letto che era dalla parte del capo di Eperne staccò la cimitarra di lui. Poi, accostatosi al letto, afferrò la testa di lui per la chioma e disse dammi forza signore Dio d'Iraele in questo giorno e con tutta la sua forza, perché immagino che ci voglia una certa forza per recidere la testa d'un uomo, la sua forza colpì due volte al collo e gli staccò la testa quindi fece rotolare il corpo giù da Cecilio e strappò via la cortina dai sostegni poco dopo uscì e consegnò la testa di Eloferne. Alla sua ancella senza colpo ferire, anzi ne ha ne ha.
Ne ho dati due in realtà, però vedete poi la scena è molto stringata no mentre rallenta Su la modalità, le motivazioni, perché capite bene che una narrazione cruenta così cruenta chiede anche come dire una preparazione. Voi immaginate se questa scena della decapitazione fosse stata messa all'inizio del libro, no Quando non sta, non è stata ancora presentata la ferocia dei nemici. La ferocia dei nemici invece a questo punto della della narrazione, si capisce che beh.
È una un fatto davvero difficile, no brutto crudele però non lo fa per cattiveria, lo fa per una missione lo fa per il bene e quindi questo in qualche modo ci presenta Giuditta nella sua pietà continua a presentarsi Gitta Gitta nella sua pietà e anche nella giustezza, cioè è una donna che agisce in maniera giusta per ristabilire le sorti di Israele e torniamo al tema che ieri anche ho sottolineato che si racconti ci dicono che cosa che Dio che interviene per salvare il suo popolo e ristabilire la giustizia, quella bilancia che in qualche modo è stata squilibrata dall'intervento del cattivo nei confronti dei più deboli ci siete quindi la durata a volte si rallenta a volte si accelera nel racconto quando prendere coscienza di questo aiuta piccola parentesi proposito del racconto, la Bibbia racconta delle storie questo ve l'ho già detto E quindi, la lettura della storia delle bibliche ci aiuta a. Cogliere dei segmenti di quella storia che possono ispirare la mia storia personale. In questa storia ci sono spesso nell'antico testamento, come anche nel nuovo dei discorsi diretti.
O degli degli ammonimenti, le leggi, per esempio pensiamo al nuovo testamento le beatitudini. Sapete che c'è un parallelismo, sono sapete ve lo dico velocemente dalle beatitudini Gesù sul monte. E Mosè decalogo sul monte allora la storia biblica inizia con delle narrazioni il decalogo arriva con l'esodo eh capitolo 20 quindi quando noi apriamo la scrittura che cosa abbiamo abbiamo 50 di genesi.
E quindi, narrazioni storie patriarchi. Poi abbiamo la storia della schiavitù di Israele e della liberazione di Israele poi arriva il decalogo e la storia continua cosa voglio sottolineare che questa sapiente scelta di mettere narrazioni e poi decalogo mi aiuta a capire il senso del decalogo dopo aver preso la rincorsa dice Paul Pachan dopo aver preso la rincorsa nella narrazione io posso capire il senso della legge Altrimenti una legge che posta all'inizio rischia di non essere capito e soprattutto di non essere inquadrata in un discorso salvifico Quindi la legge è importante e necessaria. Ma appunto all'interno di un cammino del popolo, per non cadere nel legalismo lo stesso vale per Gesù il messaggio di Gesù è un messaggio che consegnato in forma di narrazione e che prima annuncia il regno di conseguenza chiede convertitevi e credete al Vangelo non è contrario quando nella autopresentazione di Dio nel decalogo io sono il signore Dio Diego che ti ho fatto uscire la presa d'Egitto.
Quella autopresentazione è fondamentale. Perché mi dice il Dio in cui io devo chiedere cosa credere in cosa ha fatto quel Dio per me mi ha liberato allora mi chiede una risposta nel decalogo mi chiede di entrare nell'alleanza se non comprendo in fondo fino in fondo questa. Eh questo bene che il signore ha operato per me per il popolo, allora rischio davvero di isolare il la dimensione diciamo etica morale del comandamento e di sganciarla dalla storia della narrazione in cui invece eh quel decalogo, quella parola invera, cioè.
Io ho bisogno di regole proprio perché c'è una narrazione che mi coinvolge anche ho bisogno di capire come devo continuare a camminare all'interno di questa storia. Tornando a Giuditta, dunque la narrazione con gli interventi e con l'alternanza di discorso diretto e eventi narrati Sono segno di un di una sapienza ripeto che gli autori consegnano ai lettori. Se io diciamo, non considero con attenzione questi passaggi, il rischio poi di di di di sorvolare sos aspetti che magari sono importanti.
Sono importanti legati proprio alla logica del racconto stesso, quindi, soffre, sì l'autore si sofferma su alcuni particolari, rallenta in alcuni momenti e ci sarà un perché. E noi vogliamo em vederlo questo perché sono già in onda, quindi stiamo per collegarci con la professoressa, quindi mi fermo sì va bene, grazie. i primi sette capitoli del libro di Giuditta che è stato loro già ampiamente presentato introdotto e descritto immagino però è un problema
Anche quest'anno la Diocesi di Caserta ha organizzato la Settimana Biblica, giunta alla XXV edizione. La Settimana di formazione si è tenuta a Caserta da lunedì 4 luglio 2022 e fino a venerdì 8 luglio 2022. Tema della XXV edizione sono stati i Libri di Ester e Giuditta, con relatori i biblisti Rosanna Virgili, docente di Esegesi biblica presso l'Istituto Teologico Marchigiano (Ancona) e Sebastiano Pinto, docente di Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica Pugliese (Bari). Clicca per youtube
Questo scritto propone una rilettura vivace e appassionata del libro di Giuditta, presentandolo come un vero e proprio “remake” biblico: una storia antica che viene riattualizzata per parlare alla fede e alle sfide del presente. A partire dal contesto storico (il tempo dei Maccabei) e dalla figura forte e sorprendente di Giuditta, il testo mette in luce come Dio scelga i piccoli e gli umili per spezzare la prepotenza dei potenti e riaccendere la speranza del suo popolo.Sebastiano-Pinto-sul-libro-di-Giuditta.pdf
L’autore accompagna il lettore dentro il racconto con un linguaggio concreto, ricco di esempi e di immagini, mostrando come il libro di Giuditta unisca dimensione narrativa, riflessione teologica e invito alla responsabilità: la preghiera non è fuga dai problemi, ma forza che spinge ad agire. Ne emerge una figura di donna bella, libera e coraggiosa, profondamente credente, che diventa modello di fede operosa e di fiducia nel Dio che “non ama la guerra”, ma stronca la violenza servendosi di strumenti apparentemente fragili.Sebastiano-Pinto-sul-libro-di-Giuditta.pdf
Questa introduzione aiuterà il lettore a cogliere meglio il senso del testo biblico, le sue tensioni storiche (tra precisione e verosimiglianza) e la sua attualità in un mondo ancora segnato da conflitti e ingiustizie. È un invito a leggere Giuditta non come una cronaca fredda, ma come una narrazione edificante in cui la storia della salvezza continua a interpellare la storia di ciascuno.Sebastiano-Pinto-sul-libro-di-Giuditta.pdf
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