Sant'Alberto Magno (15 Novembre)



Note biografiche di Sant'Alberto Magno (15 Novembre)
Chi era Sant’Alberto Magno?
Sant’Alberto fu un frate domenicano, vescovo, filosofo e scienziato del XIII secolo.
Uomo di fede e di intelligenza straordinaria, unì come pochi ragione e Vangelo, diventando ponte tra scienza e teologia.

Da dove proveniva e come crebbe?
Nacque intorno al 1206 in Germania, probabilmente a Lauingen, da una famiglia nobile.
Fin da giovane mostrò una curiosità viva verso tutto ciò che esiste: il cielo, le piante, gli animali, i misteri dell’uomo.
Entrò nell’Ordine dei Predicatori (Domenicani) e mise la sua intelligenza al servizio di Dio.

Com’era il mondo del suo tempo?
Era il Medioevo delle grandi università: Parigi, Colonia, Padova, luoghi dove i giovani cercavano sapienza e verità.
In quegli anni, la filosofia di Aristotele tornava in Europa, portando domande nuove sulla natura, la ragione e la fede.
Molti temevano che la scienza potesse minacciare la religione; Alberto, invece, credette che tutto ciò che è vero viene da Dio, e perciò non può contraddirlo.
Insegnava che la fede non cancella la curiosità, la illumina.

Quale fu il suo contributo alla Chiesa e alla cultura?
Fu professore, predicatore e poi vescovo di Ratisbona, ma rinunciò presto al titolo per tornare alla vita semplice di frate.
Scrisse centinaia di opere di filosofia, teologia, botanica, zoologia e astronomia.
Tra i suoi discepoli ci fu San Tommaso d’Aquino, che ne raccolse l’eredità e la portò a compimento.

C’è un episodio che rivela il suo spirito?
Durante una disputa universitaria, un giovane allievo fu deriso per una tesi audace.
Alberto lo difese con calma e disse:

“Lasciatelo parlare: oggi lo chiamate ‘bue muto’, ma un giorno muggirà così forte che la sua voce si udirà in tutto il mondo.”

Quel giovane era Tommaso d’Aquino.

Come visse gli ultimi anni?
Negli ultimi anni, ritirato a Colonia, Alberto dedicò le giornate alla preghiera e allo studio.
La sua memoria cominciava a svanire, ma la sua luce interiore restò viva.
Morì il 15 novembre 1280, serenamente, lasciando alla Chiesa un’eredità di sapienza umile e universale.

 

Perché è chiamato “Magno”?
Non per il potere, ma per l’ampiezza del suo sguardo.
Fu grande perché vide Dio in tutto: nella scienza come nella Scrittura, nel pensiero umano come nel battito delle stelle.
La sua grandezza è quella di chi non separa, ma unisce — fede e ragione, studio e contemplazione, mente e cuore. 

Sant’Alberto,
che hai amato la verità in ogni forma,
rendi limpido il nostro pensiero
e fedele la nostra ricerca.

Insegnaci a studiare con cuore puro,
a scoprire in ogni cosa la presenza di Dio,
e a non temere mai le domande della ragione.

Fa’ che scienza e fede camminino insieme,
perché ogni scoperta diventi lode al Creatore.
Amen.

Recita
Alessia Fantini, Rachele Nicoletti

Musica di sottofondo
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Testo elaborato con l'ausilio dell'IA

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