Luca 15,1-10



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 15,1-10

Testo del Vangelo
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Meditazione
“farsi trovare”
La giornata di oggi è proceduta spedita, forse troppo, tra orari caotici e interruzioni di umore, eppure, dopo molto tempo, per la prima volta ho affidato tutto quel dolore a Gesù e alla sua pazienza.
Ce ne hai messo di tempo per farti stanare, ragazza! Ce ne hai messi di anni per lasciare libero il cuore dal suo nascondiglio migliore: te stessa!

Stamattina per cercare di darci un tono da persone adulte, nella mia camera e per agevolare la stanchezza e farla defluire in modo ottimale da permetterci di gettarci nel mondo un po' troppo mattutino, abbiamo iniziato a cantare ad alta voce. Dopo alcuni momenti, come per istinto nella mia mente è affluito un ricordo di infanzia: la me bambina che assisteva mio papà intento nell’opera di non essere sabotato come genitore dalla mia sorellina, la quale, per sorridere aveva bisogno di questo ritornello preso in omaggio dai Teletubbies: “oh povera me, il mio gregge dov’è, non riesco più a trovarlo”. Poi sono entrata in cappellina e, senza avere alcuna pretesa che quella fastidiosa canzoncina potesse diventare qualcosa di così importante, mi sono resa conto che a quel gregge smarrito appartengo anche io.

Credo che tutti noi qui presenti, e gli esseri umani in senso più ampio, proprio per il fatto che sono umani, facciano parte di quel gregge. Tante pecore uniche ed irripetibili che talvolta si divertono a giocare a nascondino e decidono di non farsi trovare, altre volte invece, in cui, sono fedeli al padrone e in lui trovano salvezza.

La cosa bella è che ognuna di quelle pecore tutte differenti ed eccentriche, con la propria specificità, con il bisogno di appartenere, con i propri limiti, esigenze, doni e bisogno di salvezza appartiene a quel gregge. E che roba bella è sentirsi comunità, dialogo, ascolto, accoglienza, dono, amore!

Che bello è sentirsi liberi di essere ribelli e giocare a nascondino per una vita intera tra le pagine della nostra esistenza e decidere quando farci stanare! Che sollievo è sapere che colui che fa la conta ci ha intravisti ma non va a fare “tana per noi” umiliandoci e esaltando la nostra sconfitta, ma seppur conoscendo il nostro nascondiglio, aspetta paziente che siamo noi a decidere di uscire allo scoperto!

Meditazione
Aurora Incitti

Musica di sottofondo
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Convivenza spirituale 20 ottobre-8 novembre 2025

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