
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 20,20-28
Testo del Vangelo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Meditazione
È la festa di san Giacomo. Come forse sapete san Giacomo fu il primo apostolo martirizzato. Poi in qualche modo le sue spoglie sono arrivate in Spagna e il luogo della sepoltura, luogo di luce, fu ed è meta di tanti pellegrinaggi secolari e mitici. Stiamo parlando appunto di Santiago di Compostela. Quanti ne ha fatti camminare san Giacomo! Proprio lui che voleva arrivare in paradiso in carrozza. Gesù nel Vangelo gli parla chiaro: non si va in paradiso senza camminare lungo le strade tortuose della vita. E così san Giacomo ha imparato la lezione. Vi leggo a conclusione un brano di Gabriella Caramore sul camminare...
"La storia dell'umanità comincia con i piedi. Con la trasformazione del quadrupede in bipede, poggiando su due piedi invece che su quattro, la specie Homo si alimenta in maniera nuova, sviluppa nuove capacità intellettive, produce forme culturali e sociali. Ma, in primo luogo, cammina. Copre distanze, esplora, occupa territori, conquista... C'è forse un nesso tra la posizione eretta della specie umana e l'esperienza di verticalità che accompagna da sempre la storia dell'uomo? Perchè l'uomo desidera salire? Perchè si scalano le vette? Perchè si scrutano le stelle? Perchè Dio si colloca in cielo?".
Recita
Danilo Concordia
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Venerdì 25 Luglio 2025
Festa di San Giacomo apostolo
Prima Lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 4,7-15
Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l'inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 125 (126)
R. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.
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