
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-15
Testo del Vangelo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città»..
Meditazione
Siamo fatti per evangelizzare. Se la natura dell’uomo è quella di custodire e fecondare la terra, la natura del cristiano è quella di evangelizzare. Un cristiano che non evangelizza non ha senso. E come si evangelizza? Se proviamo a ripercorrere il Vangelo, potrei azzardare a definire quattro aspetti dell'evangelizzazione: predicare, guarire, consolare e dare testimonianza con una vita sobria, affidata completamente alla Provvidenza. Ci fermiamo sul primo quadro: il predicare. Così leggiamo nelle prime righe del Vangelo: "Strada facendo dite che il Regno dei cieli è vicino". Dire che il Regno è vicino significa guardare con speranza alla nostra vita e dare speranza a tutti coloro che incontriamo appunto strada facendo. Questa espressione mi ricorda volentieri una vecchia canzone di Claudio Baglioni, che proverei a riprendere. Diceva: "Strada facendo vedrai che non sei più da solo… Strada facendo troverai anche tu un gancio in mezzo al cielo… E sentirai la strada far battere il tuo cuore e vedrai più amore... vedrai…" . E poi così continuava: "Ma che cos'è che mi fa andare avanti e dire che non è finita... cos'è che mi spezza il cuore tra canzoni e amore che mi fa cantare e amare sempre più perché domani sia migliore... perché domani tu…".
Bellissima! A quel TU finale del domani potremmo tranquillamente dare il volto di Gesù! E’ Gesù che dobbiamo annunciare, è Lui che dobbiamo testimoniare, è nel Suo nome che dobbiamo guarire e consolare. E’ Lui il senso del nostro vivere, la speranza contro ogni disperazione.
Recita
Maria Elena Fabbri
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Giovedì 10 Luglio 2025
XIV settimana del Tempo Ordinario
Prima Lettura
Dal libro della Gènesi
Gen 44,18-21.23b-29; 45,1-5
In quei giorni, Giuda si fece innanzi e disse a Giuseppe: «Perdona, mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché uno come te è pari al faraone!
Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: "Avete ancora un padre o un fratello?". E noi avevamo risposto al mio signore: "Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancora giovane natogli in vecchiaia, il fratello che aveva è morto ed egli è rimasto l'unico figlio di quella madre e suo padre lo ama". Tu avevi detto ai tuoi servi: "Conducetelo qui da me, perché possa vederlo con i miei occhi. Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza".
Fatto ritorno dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore. E nostro padre disse: "Tornate ad acquistare per noi un po' di viveri". E noi rispondemmo: "Non possiamo ritornare laggiù: solo se verrà con noi il nostro fratello minore, andremo; non saremmo ammessi alla presenza di quell'uomo senza avere con noi il nostro fratello minore". Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: "Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l'ho più visto. Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi"».
Allora Giuseppe non poté più trattenersi dinanzi a tutti i circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessun altro presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere dai suoi fratelli. E proruppe in un grido di pianto. Gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone.
Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! È ancora vivo mio padre?». Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché sconvolti dalla sua presenza. Allora Giuseppe disse ai fratelli: «Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io sono Giuseppe, il vostro fratello, quello che voi avete venduto sulla via verso l'Egitto. Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 104 (105)
R. Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie.
Chiamò la carestia su quella terra,
togliendo il sostegno del pane.
Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo. R.
Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l'oracolo del Signore ne provò l'innocenza. R.
Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi. R.
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