
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,21-26
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l'Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Meditazione
L'amore è la porta della conoscenza. È un principio ben conosciuto nella tradizione contemplativa orientale che subordina la conoscenza alla carità. Infatti una grande conoscenza è sempre figlia di un grande amore.
Pensate allora alla conoscenza di Dio. I più grandi filosofi del tempo e di tutti i tempi hanno cercato di conoscere le verità metafisiche ma si sono arresi. A ragione quindi oggi Giuda nel Vangelo pone la domanda: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?" Come per dire: com’è che Socrate, Platone e Aristotele e tutti i più grandi maestri di cultura non hanno potuto conoscerti, e noi poveri pescatori si.
Gesù risponde: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui". Ribadisce il leit motiv della spiritualità orientale dei grandi Padri della Chiesa. Solo l’amore arriva a conoscere Dio. D’altronde ci si riconosce per nature uguali: se Dio è Amore solo l’amore è in grado di riconoscerlo. Meglio ancora: solo l'amore permette di essere conosciuti da Dio e quindi di riconoscerlo.
E’ l' amore la porta dell'Amore, dove il primo amore è l'amore umano con la "m" minuscola, e il secondo è l'Amore di Dio con la "M" maiuscola. Cioè è solo l'amore umano che permette di essere conosciuti da Dio e quindi di conoscere Dio. San Giovanni della Croce affermava che alla fine della vita saremo giudicati sull'amore. E san Paolo, lo sappiamo bene, scrive nella memorabile lettera ai Corinzi che solo l'amore rimane. Se l'oggetto della nostra conoscenza è Dio, non sarà certo la conoscenza intellettuale a penetrarne i misteri.
La tentazione di raggiungere Dio con l'intelligenza di per sè non è mai stata dei saggi filosofi, quanto degli stolti spiritualisti illuminati, quelli che pretendono, data l’illuminazione, di conoscere la Verità. La famosa eresia gnostica così in voga anche oggi in tante spiritualità New Age e Post Age. No, Dio non si conosce con la mente ma con il cuore, con l’umiltà, con l’amore, con l'amore fattivo di un dono continuo.
Recita
Simona Mulazzani
Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Lunedì 19 Maggio 2025
V settimana di Pasqua
Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
At 14,5-18
In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi lo vennero a sapere e fuggirono nella città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, e là andavano evangelizzando.
C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, disse a gran voce: «Àlzati, ritto in piedi!». Egli balzò in piedi e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio:
«Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!».
E chiamavano Bàrnaba «Zeus» e Paolo «Hermes», perché era lui a parlare.
Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall'offrire loro un sacrificio.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 113 B (115)
R. Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria.
Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov'è il loro Dio?». R.
Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo. R.
Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l'ha data ai figli dell'uomo. R.
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