Giovanni 13,31-33a.34-35 con commento



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35

Testo del Vangelo
Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Meditazione
Gesù ci da un comandamento nuovo. Ma che noi sappiamo, è così nuovo il comandamento dell'amore ? Non sta alla base delle relazioni umane fin dagli inizi dei tempi? Cosa c'è di nuovo in quello che dice Gesù? Per mischiare le carte in tavola vi faccio ascoltare una sequenza da un film di Woody Allen...
Proviamo a fare un po di chiarezza sull'amore per quanto siamo in grado.
Amore è la parola più inflazionata dei tempi moderni. E' sulla bocca di tutti. Tutti inneggiano all'amore, paradossalmente anche chi arriva al punto di uccidere la propria donna. L'amavo troppo: così si giustifica, a volte, l'assassino. No, per cogliere la novità dell'amore che Gesù comanda occorre fare ordine nell'amore. Sant'Agostino parlava di ordo amoris e concludeva che la carità che chiede Cristo è un amore ordinato.
Ma come si mette ordine nell'amore? Da poco ho conosciuto il vicepresidente degli Stati Uniti Vance, neo convertito, a suo dire, proprio grazie a sant'Agostino. In un’intervista su Fox News, Vance ha affermato che l’ordo amoris implica una gerarchia di amore e doveri morali: prima la famiglia, poi i vicini, la comunità locale, i concittadini e infine il resto del mondo. Non mi pare esattamente questo l'ordo amoris che intendeva sant'Agostino. Non c'è da fare una classifica su chi è primo o ultimo da amare. E le persone non sono trofei di minore o maggior valore, da iscrivere nel curriculum personale da presentare a Gesù nel giorno del giudizio.L'ordine non è tanto sul chi amare, ma sul come amare. Anzi, paradossalmente è proprio l'amore verso chi ti è vicino che è più da ordinare. Amare un figlio che parrebbe la cosa più naturale del mondo, anche questa va ordinata: un ordinamento che evita gli eccessi, che mantiene il difficile equilibrio tra il custodire e il liberare, tra il proteggere e il far crescere, un ordine che deve fare i conti con le ansie e le paure; perché un figlio porta sempre con sè una gioia e una croce. O pensate all'amore passionale. Qui ordinare l'amore va fatto dentro una ricorrente tempesta emozionale, mettendo in fila i valori morali, tenendo a freno passioni e gelosie, custodendo il rispetto per ciascuno. Insomma amare non è per nulla facile.
Platone che era un filosofo serio non prendeva in seria considerazione l'amore, perchè fondamentalmente è fonte di sofferenza. L'eros platonico non è nè Dio nè uomo. Sta un po a metà strada. E' inebriante, ma anche deleterio per la propria vita. Piuttosto l'apateia, cioè vivere senza passioni, è maggiore garanzia di una vita felice. Ma Platone non conosceva ancora l'amore di Gesù, ribatte Martin Luther King. Quello era Eros, un affetto, uno slancio di passione, questo è Agape l'amore di Dio operante nel cuore umano. A questo livello, noi amiamo gli uomini non perché ci piacciono, né perché le loro maniere ci attraggono, e nemmeno perché essi possiedono una specie di scintilla divina; noi amiamo ogni uomo perché Dio lo ama. A questo livello, noi amiamo colui che commette un atto malvagio, sebbene odiamo l'atto che egli compie. Ora possiamo comprendere che cosa intendeva Gesù quando diceva: "Amate i vostri nemici". Dovremmo essere felici che egli non abbia detto: "Provate affetto per i vostri nemici": è quasi impossibile provare simpatia per certa gente. Come ci potrebbe piacere una persona che minaccia i nostri figli e lancia bombe sulla nostra casa? Questo è impossibile. No. Quando Gesù ci comanda di amare i nostri nemici, egli non parla di eros; parla di agape, buona volontà comprensiva, costruttiva e redentiva verso tutti gli uomini. Solo seguendo questa via e rispondendo con questo tipo di amore noi possiamo essere figli del Padre nostro che è nei cieli".

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Domenica 18 Maggio 2025
V Domenica di Pasqua 

Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
 At 14,21b-27

In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
 
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 144 (145)

R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
 
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
 
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. R.
 
Seconda Lettura
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
 Ap 21,1-5a

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

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